Lione-Torino: la fine del tunnel si sta allontanandoLo scorso inverno, già impantanata per quattro mesi, la macchina che fora la montagna per il tunnel transfrontaliero della futura linea ferroviaria Lione-Torino è di nuovo ferma. Ufficialmente per "manutenzione". In realtà è troppo danneggiata per avanzare senza un serio restauro.
(traduzione in italiano da https://www.mediacites.fr/lyon/enquete-lyon/2017/12/20/lyon-turin-le-bout-du-tunnel-seloigne ; testo completo dell'articolo in francese)
Sotto lo strato di neve fresca che avvolge la valle della Maurienne, Federica cura le sue ferite con discrezione. La macchina colossale che prende un nome italiano femminile scava la montagna tra Francia e Italia per perforare il tunnel della futura linea ferroviaria Lione-Torino.
O meglio, scavava: già immobilizzata per quattro mesi lo scorso inverno, la gigantesca talpa - 11,3 metri di diametro, 138 metri di lunghezza - è di nuovo ferma. Entrata in azione nell'ottobre 2016, si è impantanata da metà dicembre fino ad aprile 2017 in una zona geologica instabile.
Dalla fine di ottobre, questa volta è "in manutenzione", secondo Tunnel Euralpin Lyon-Torino (Telt), il promotore pubblico responsabile dell'attuazione della sezione transfrontaliera del collegamento.
Ma il mostro sotterraneo da 2300 tonnellate è stato molto scosso nell’attraversamento di un "fronte di carbone, una faglia piena di carbone e acqua", descrive Alain Chabert, direttore di Telt France.
Bilancio: solo due chilometri sono stati perforati - 154 metri al mese, lontano dalla media mensile di 350 annunciata. A questo ritmo, sarebbero necessari altri quattro anni circa per completare la galleria esplorativa; ci sono ancora sette chilometri da scavare - mentre Telt ha pianificato di completare questo progetto in due anni. Il costo del guasto: le immobilizzazioni - più di sei mesi su tredici - così come il lavoro di adattamento poi di riparazione hanno fatto deragliare il bilancio?
"Più a lungo durano i lavori, più costerà, è buon senso!” sostiene Chantal Milliex, membro dell'associazione ambientalista Vivere e Agire in Maurienne che si oppone alla Lione-Torino. L'associazione sostiene, basandosi sulle testimonianze di persone vicine al sito, che la manutenzione porterebbe all'esaurimento dei crediti stanziati per quest'anno.
La ripresa delle perforazioni è annunciata per la metà di gennaio 2019.
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