Il PM Padalino ad Alessandria: in 50 a processo per la manifestazione del 5 aprile 2014da notavterzovalico.info del 13-02-2018
Il 5 aprile del 2014 migliaia di cittadini manifestarono per l’ennesima volta ad Arquata contro la costruzione del Terzo Valico. Raggiunto il cantiere di Radimero iniziarono ad abbattere le recinzioni e contro di loro si scagliò la reazione delle forze dell’ordine. Cariche e lacrimogeni per difendere un’opera pubblica avversata dalla stragrande maggioranza della popolazione, diversi feriti fra cui un pensionato colpito alla testa. Chi volesse riviversi quella giornata lo può fare leggendosi l’articolo che scrivemmo a caldo allora, oppure può leggere la lettera che ricevemmo pochi giorni dopo da un cittadino arquatese o può guardarsi il video del momento più concitato della manifestazione.
Fu una delle tante giornate di resistenza alla costruzione del Terzo Valico e per quanto ci riguarda fu chiaro anche l’evolversi dei fatti che ricostruimmo con dovizia di particolari nei giorni seguenti.
A distanza di quasi quattro anni dai fatti 50 no tav di età compresa fra i 27 e i 73 anni (l’ennesima dimostrazione del carattere popolare del movimento), si sono visti recapitare la comunicazione di conclusione indagini. A vario titolo vengono contestati i reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamento e travisamento. In 17 vengono rinviati a giudizio anche per i fatti di Pozzolo Formigaro della settimana successiva ed uno anche per manifestazione non autorizzata.
Il Pubblico Ministero che ha chiesto il rinvio a giudizio è il Sostituto Procuratore Andrea Padalino recentemente trasferito alla Procura di Alessandria dalla Procura di Torino. Impossibile non soffermarsi sul personaggio. Il “buon” Padalino è balzato agli onori della cronaca per essere stato uno dei più acerrimi nemici del Movimento No Tav della Valsusa. Fu uno dei PM che confezionò l’accusa di terrorismo per alcuni No Tav, poi miseramente caduta nelle aule dei tribunali. Si occupò del maxi processo riguardante lo sgombero della Maddalena e la seguente storica manifestazione del 3 luglio. Firmò decine di misure cautelari che molto spesso gli stessi giudici fecero cadere considerandole esagerate. Per usare un eufemismo siamo davanti ad una persona che ha fatto della lotta ai No Tav una ragione d’essere. Chissà la gioia che deve aver provato dopo il trasferimento ad Alessandria ad aver avuto nuovamente fra le mani la possibilità di rinviare a processo cinquanta “cugini” degli acerrimi nemici valsusini. Ce lo immaginiamo al lavoro con foga. Anche troppa, ci permettiamo di aggiungere, perché dalla sola lettura dei nominativi delle persone rinviate a giudizio, possiamo garantire che il suo lavoro è ben lungi dal poter essere definito scientifico. Una persona che quel giorno non era proprio fisicamente alla manifestazione è stata rinviata a giudizio per resistenza, lesioni e danneggiamento. Con ogni probabilità ha fatto tutto solo col pensiero. Ci sono persone accusate di danneggiamento che non si sono neppure avvicinate alle recinzioni ed altre accusate di resistenza e lesioni che erano a decine di metri dalle forze dell’ordine. Siamo certi che i nostri bravi avvocati non avranno difficoltà a dimostrarlo.
Massima solidarietà a tutti i rinviati a giudizio. In ogni caso nessun rimorso!
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