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Imprend’Oc
A marzo 2017 un comunicato stampa di Telt (società fondata per la realizzazione del Tav Torino-Lione) dava risalto al fatto che l’associazione privata Imprend’Oc avesse presentato all’Osservatorio tecnico (sede di valutazione dei progetti candidati a fruire delle compensazioni dell’opera) le proprie proposte per uno sviluppo duraturo e sostenibile del territorio di Chiomonte : “Il progetto individua un percorso di rilancio sostenibile strutturato a partire dal patrimonio tradizionale esistente e incentrato alla valorizzazione in un’ottica intelligente (smart) dove residenti villeggianti e turisti possano beneficiare di un contesto caratterizzato da elevati livelli di qualità della vita, in linea con le direttive europee, la Legge Regionale 4/2011 e il documento Smart Susa Valley.”
Strano! Non avrebbe dovuto essere l’amministrazione comunale a trattare questo genere di argomenti? La cosa puzza di inciucio: pare assai significativo che siano proprio Telt e l’Osservatorio ad accreditare Imprend’Oc in questa ambigua funzione. Che cosa ci può essere dietro a questa surroga di ruolo?
Per capirlo bisogna ripercorrere la breve storia delle dinamiche paesane a Chiomonte dal 2014 al 2017: ecco come la racconta un consigliere comunale di opposizione con una chiave di lettura che gli deriva da quarant’anni di vita professionale di segretario in diversi Comuni della Val di Susa e nella Comunità montana.
L’anno successivo viene stilata una convenzione tra Comune ed Imprend’Oc grazie alla quale l’associazione, in base a programmi annuali concordati, può ampliare i campi di intervento e soprattutto beneficiare di un contributo in denaro; la cosa avrà ufficializzazione in un’apposita delibera di Giunta.
La metamorfosi
Nel 2015 avvengono sostanziali trasformazioni della natura originaria di Imprend’Oc: composizione della base sociale, che si estende a nuove figure, nuova presidenza e più vasto raggio d’azione. Se ne trova forte eco nel bilancio assembleare dell’associazione.
A studiare la trasformazione di Imprend’Oc in vera e propria “Agenzia di sviluppo per il territorio" viene delegato un socio illustre, che non tarda ad acquisire un grande peso nell’associazione: si tratta di Roberto Garbati, neo-pensionato dopo una rampante carriera che da semplice impiegato lo ha portato ad essere amministratore delegato di varie società tra cui, da ultimo, Iren (a margine va detto, per la cronaca che seguirà, che Roberto ha anche un fratello, Giuseppe, nella maggioranza dell’esiguo Consiglio comunale di Chiomonte).
Forse grazie anche ai rapporti amichevoli mantenuti con la classe dirigente torinese, Roberto Garbati riesce ad ottenere notevoli finanziamenti privati per l’attività dell’associazione, a partire da quello della Compagnia di San Paolo, che assegna 50.000 euro finalizzati a stilare un progetto per il futuro del paesello. Questo progetto ha già un nome: “Chiomonte 2025. Opportunità di sviluppo territoriale”.
L’auto-investitura per trattare coi poteri
E’ con questa spinta propulsiva che Imprend’Oc si propone all’Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione quale possibile interlocutore per le futuribili compensazioni del Tav. Nonostante sia priva di personalità giuridica, viene subito accreditata in questo ruolo, come accennato all’inizio: siamo a Marzo del 2017. D’altronde nei contenuti il progetto Chiomonte 2025, guarda caso, ricalca effettivamente le linee tracciate dalla legge regionale “Démarche grand chantier “ del 2011 e dal programma “Smart Susa Valley”, oltre che dalle direttive europee. Tombola! Poco dopo Garbati assume la carica di presidente di Imprend’Oc: si è guadagnata sul campo la fama indiscussa di massima autorità di Chiomonte; gli unici ad eccepire sull’impropria assunzione di rappresentanza della popolazione sono i tre consiglieri comunali di minoranza: Giorgio Guglielmo, Beppe Joannas e Remo Sibille, che non risparmiano critiche all’arrendevolezza di sindaco e maggioranza ed alla facilità con cui la giunta ha deliberato di delegare ad Imprend’Oc la gestione dei 500.000 euro del finanziamento Iren.
Nel progetto per il futuro del paese è stato messo davvero di tutto, indipendentemente da ragionevoli reali praticabilità. Ci sono interventi di modesta entità, ma utili ad ottenere l’aggettivo Smart (furbo) e la patente di sostenibilità e durata, come il passaggio nell’illuminazione pubblica a lampadine a minor consumo, l’idea di nuove produzioni di elettricità da fonti rinnovabili (idroelettrica da ulteriori sorgenti, cippato in alcune borgate, pannelli fotovoltaici su municipio e scuole). E c’è ancora sempre la rete paesana del metano, promessa e non mantenuta dai signori del Tav. E poi c’è il pezzo davvero forte, la potenziale gallina dalle uova d’oro: il Pi.Ri.PIC, ossia Piano di Riqualificazione del patrimonio Immobiliare di Chiomonte che spazia dalla previsione di ospitare le maestranze del cantiere, al reperire locali per ospitare gli uffici per le diverse Società operanti nei lavori del Tav, all’individuare un locale in cui ospitare il servizio dell 'Info Point, al trovare i locali per una fantomatica Scuola Post Universitaria “Grandi Infrastrutture”.
Il Pi.Ri.PIC
E’ una proposta rivolta ai proprietari delle numerose case sfitte e in declino che dice: ristrutturatele con un mutuo (che vi aiutiamo ad ottenere) e poi cedetene la gestione ad un ente apposito che vi garantirà di affittarle ai lavoratori del cantiere per tutti gli anni necessari a costruire l’opera. L’idea sarebbe quella di rinunciare, in sostanza, ai classici appositi campi di baracche per i lavoratori del cantiere, e di riadattare piuttosto case locali in cui poterli ospitare; così il Comune potrebbe percepire gli oneri di urbanizzazione collegati alle ristrutturazioni, i cittadini-proprietari riceverebbero un affitto per gli anni di durata del cantiere (oggi ipotizzabili 12-15) per poi rientrare in possesso degli immobili al termine dei lavori del Tav e infine le imprese risparmierebbero sui costi di trasferta del personale. Può sembrare geniale, ma tra il dire e il fare...
I proprietari dovrebbero accettare di sobbarcarsi un mutuo, anche se magari agevolato, per poi “congelare” la casa per molti anni; un’indagine di Imprend’Oc ha censito circa 300 potenziali alloggi di quasi130 proprietari, con una capacità ricettiva di oltre 700 lavoratori ospiti complessivamente (quasi raddoppierebbe la popolazione di Chiomonte!). Per far fronte alle ristrutturazioni si è stimato che si debba mobilitare, tra mutui ed altro, una cifra di circa 18-19 milioni di euro, in rapporto ad un budget totale del progetto Chiomonte 2025 valutabile in 33 milioni.
La storia continua
A Luglio 2017 si registra un episodio che potrebbe avere qualche nesso con le competizioni di potere tra l’associazione e l’amministrazione comunale: dalla maggioranza si sfilano 3 consiglieri, che vanno a costituire un gruppo misto. Si chiamano Giuseppe Garbati, Lucrezia Bono e Roberto Perol. Quest’ultimo viene anche eletto rappresentante del Comune nell’Unione Montana al posto del sindaco. Tutti attendono ulteriori sviluppi. |