Cosa pensa davvero Macron del Tav Torino-LioneL’incontro con Gentiloni ha rivelato, dietro l’ottimismo ufficiale, tutti i dubbi di Parigi
di Marco Ponti da Il Fatto Quotidiano del 04-10-2017
Il ministero dei Trasporti francese ha pubblicato pochi mesi fa un documento che sconfessa la logica passata delle loro “Grandi Opere” (quasi tutte di Alta velocità ferroviaria), in quanto di dubbia utilità e assurdamente onerose. Noi invece ne abbiamo in programma per una trentina di miliardi circa, forse perché le nostre casse pubbliche sono straripanti di soldi… Alla vigilia del recente incontro tra il presidente Emmanuel Macron e il premier Paolo Gentiloni il tema della linea Torino-Lione preoccupava molto la parte italiana. Dopo l’incontro, giubilo dei nostri media: Macron è entusiasta del progetto. Ma un’analisi del testo dell’accordo Macron-Gentiloni, oltre a un campionario di blablabla diplomatico, rivela una realtà differente.
LA LINEA. “L’Italia e la Francia confermano l’importanza strategica della sezione transfrontaliera della linea ferroviaria Torino-Lione, che fa parte delle reti trans-europee di trasporto e la cui realizzazione si basa su accordi internazionali. I due Paesi sottolineano che i lavori preliminari sono in via di conclusione e che ulteriori lavori in particolare per la realizzazione del tunnel di base sono in fase di preparazione”.
Della linea non si parla più, dopo anni in cui i promotori hanno sostenuto che il progetto era di “Alta velocità”, cioè essenzialmente per i viaggiatori. Ora è praticamente solo merci, cioè serve a molto meno, senza spiegazioni di sorta. Si comincia a parlare di “precedenti accordi internazionali”. Essendo nota l’avversione al progetto del nuovo governo francese, come già fu quella della Corte dei Conti anni fa, questo è probabilmente l’unico motivo che impedisce loro di tagliarlo subito, insieme al fatto che qualcosina è stata avviata.
I TEMPI“La sua dimensione strategica per l’Italia, la Francia e l’Europa, in quanto parte fondamentale del corridoio mediterraneo delle reti trans-europee, e in particolare gli impegni assunti a livello internazionale, costituiranno un criterio importante nella riflessione che la Francia ha in programma su tutti i propri grandi progetti infrastrutturali e nelle decisioni che saranno assunte dalla Francia al più tardi entro il primo trimestre 2018, in piena associazione con il Governo italiano e la Commissione Europea”.
Qui siamo vicini alla trasparenza: i francesi vogliono prendere il massimo tempo possibile per ridiscutere il progetto, tanto ne sono entusiasti. Questo dopo avere ulteriormente ribadito (perché?) gli impegni pregressi.
I LAVORI A METÀ. “I due Stati concordano di costituire un gruppo di lavoro tra i due ministeri, in rapporto con il coordinatore europeo per il corridoio Mediterraneo, con l’obiettivo di fare congiuntamente proposte concrete entro la fine dell’anno, esaminando i montaggi economici e finanziari previsti dal lato francese e le conseguenze dell’applicazione della legge italiana dei “lotti costruttivi” nella sezione transfrontaliera, nella prospettiva della realizzazione del progetto”.
Il gruppo di lavoro vuole ridiscutere diversi aspetti del progetto: il generosissimo Stato italiano pensa, come sempre, di pagare a fondo perduto l’intera opera, tanto è fiducioso che gli utenti vorranno poi rimborsare i costi di investimento. Non meno inquietante è il fatto che i francesi vogliano discutere della leggina italiana dei lotti “costruttivi”, che, sostituendo quella precedente dei lotti “funzionali”, ha consentito di aprire cantieri senza garanzie sui soldi per terminare le opere (per “lotto funzionale” si intende una parte di una infrastruttura che può servire anche se l’opera intera non viene terminata. Ma a che serve mezzo tunnel?).
Il governo francese le prova tutte per non buttare via soldi pubblici in un’opera di così dubbia utilità, ma la ferrea volontà politica italiana di continuare a sprecarli forse glielo impedirà. |