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http://www.marcoscibona.it/home/?p=1081

Trasparenza secondo il Governo

Questo il testo della mail che ho inviato poco fa.
Al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale
Al Ministro della Infrastrutture e dei Trasporti
Al Presidente del Senato
Ai Componenti dell’8a Commissione permanente del Senato della Repubblica
Ai Componenti della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari
Al Presidente dell’Autorità Nazionale AntiCorruzione

Nell’ambito delle procedure autorizzative e di programmazione dell’opera della Nuova Linea Torino–Lyon, linea osteggiata non solo dalle popolazioni locali, che mi onoro di rappresentare in Senato, ma ormai anche dalla stragrande maggioranza degli italiani, è stato firmato a Venezia l’8 marzo 2016, dai governi di Italia e Francia, il trattato contenente i protocolli aggiuntivi.


Come è mia abitudine, al fine di poter opporre con i dati e con i fatti la mia contrarietà a quello sperpero di fondi pubblici, ho subito iniziato a fare richiesta di accesso agli atti per poter venire a conoscenza del contenuto di tale trattato.
Dapprima tramite il Ministero degli Esteri ed in seconda battuta con quello delle Infrastrutture e Trasporti.
Dopo mesi di rimpalli e negazione dell’accesso ho interessato della richiesta anche la Commissione 8a del Senato (Lavori pubblici, comunicazioni) di cui sono componente nonché segretario.


Tra le varie risposte negative, degna di nota quella pervenuta tramite un solerte funzionario ministeriale che, quasi a voler zittire le innumerevoli richieste, rispondeva che “;…tanto quel testo va ratificato dalle Aule parlamentari, per quel momento sicuramente vi verrà fornito il testo da ratificare…”.
Ora, considerando che già per gli assurdi accordi TTIP non è stato dato modo ai parlamentari di poter leggere i testi, se non per 90 minuti per un massimo di 2 volte sorvegliati a vista e col divieto di fare fotocopie o riproduzioni anche parziali, senza un indice che potesse aiutare nella ricerca di specifiche tematiche di interesse, ci chiediamo cosa ci sia da nascondere in accordi che i nostri rappresentanti istituzionali hanno firmato in nome del popolo italiano.
Se per certi versi posso comprendere, essendo di fatto accordi commerciali quelli siglati con il TTIP, la possibile natura di tale riservatezza (comprendere non significa ne approvare ne tanto meno diminuire la preoccupazione) proprio non riesco a capire quale sia il motivo per cui si debbano tenere segreti il testo di un trattato contenente protocolli aggiuntivi per la realizzazione di una, come qualcuno ha detto, semplice ferrovia.


Unico motivo plausibile per tale segretezza può essere la bruciante verità, quella che personalmente ho sempre dichiarato al Ministro, in Aula ed in Commissione, cioè l’inapplicabilità delle normative antimafia italiane negli appalti della Torino–Lyon.


Di seguito alcune note esplicative di questa mia convinzione:
Il codice antimafia non si applicherà ai lavori Tav della Torino Lyon in territorio italiano perché escluso dalla Legge di ratifica (Legge 23.04.2014 n° 71 , G.U. 07.05.2014 ) dell’accordo 2012 tra Italia e Francia.
La premessa base sulla quale riflettere è la legge di ratifica dell’accordo del 2012 tra Italia e Francia e non la nazionalità del promotore o delle imprese che opereranno in Valle di Susa.


Ecco l’effetto – sul territorio italiano della Valle di Susa ove opereranno le imprese per la costruzione della NLTL – creato dai seguenti articoli dell’accordo Italo-francese del 2012 – confluito nell’ordinamento italiano con la Legge di ratifica – indipendentemente dalla nazionalità estera o italiana di chi opererà in Valle di Susa:
-inapplicabilità normativa italiana (anche in tema antimafia): art. 6.5 2° paragrafo
-inapplicabilità normativa italiana in tema di risarcimento danni: art. 10.1
-inapplicabilità normativa italiana in tema di condizioni di lavoro e di occupazione del personale: art- 10.2
-inapplicabilità della normativa fiscale italiana: art. 10.3.


Pertanto, al fine di poter applicare nuovamente il codice antimafia nella porzione di territorio italiano oggetto degli appalti Tav Torino Lyon non basta un impegno generico di lotta alla criminalità organizzata che sembra essere presente nel nuovo accordo firmato a Venezia del 2016.


Non basta neppure il protocollo regolamentare della C.I.G. (anch’esso segretato ai componenti della Commissione) sull’applicazione del codice antimafia, non avendo alcuna “competenza legislativa” e non essendo plenipotenziario per la sottoscrizione di trattati.


Necessariamente occorrerà usare lo strumento legislativo, occorrerà un nuovo accordo tra Italia e Francia di abrogazione dei predetti articoli dell’accordo del 2012 e farlo confluire nel nostro ordinamento attraverso una nuova Legge di ratifica.


Per chiarezza: se nel nostro ordinamento è stato introdotta (con Legge di ratifica 2014 n. 71 dell’accordo 2012) una (folle) deroga all’applicazione del codice antimafia sugli appalti da eseguire in Val di Susa, occorre rimediare con identico strumento.


Lo stesso Virano ebbe a dirlo sul sole24ore del 10.4.2014. “;….sottoscritto dai due governi e ratificato dai due parlamenti e che dovrà recepire anche i contenuti del regolamento «e dargli valore di legge» spiega Virano.”
​http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-04-10/virano-molti-passi-ancora-fare-092653.shtml?uuid=ABUYVr9​
Richiamandomi al fantomatico e segreto regolamento antimafia della CIG, questo, secondo la convenzione di Vienna in tema di trattati internazionali, non farà parte del trattato in quanto quest’ultimo è già stato precedentemente sottoscritto a Venezia quest’anno, sottoscrizione che ha concluso la fase del negoziato tra i due Paesi (a norma sempre della Convenzione di Vienna)


Pertanto ciò che potrà essere ratificato, con efficacia ex lege, sarà solo ed esclusivamente il trattato firmato ma non il regolamento.


Oltretutto nel diritto internazionale pubblico non esiste il fenomeno giuridico della delega delle funzioni regolamentari come i c.d. decreti legislativi.


In conclusione, ho provveduto ad allegare a questa mia il testo di quei protocolli aggiuntivi che sono da mesi negati ad un componente del Parlamento italiano, mi scuso per il fatto che sia in francese, ma in questa lingua li ho ricevuti informalmente e sicuramente non in forma ufficiale come invece avrei voluto fosse, ovvero per mano dello Stato di cui faccio parte e che mi pregio di rappresentare, spero così di stimolare se non l’attenzione dei governanti e dei legislatori almeno quella dei traduttori.


Senatore Marco Scibona
Segretario 8a Commissione permanente Lavori pubblici, comunicazioni.

31 Luglio 2016