Arquata, Serravalle, Novi, Pozzolo, Fraconalto, Alessandria: amianto ovunque!
da notavterzovalico.info – 25-11-2016
https://www.notavterzovalico.info/2016/11/arquata-serravalle-novi-pozzolo-fraconalto-alessandria-amianto-ovunque/
Consultando la pagina dell’Osservatorio Ambientale del Ministero dell’Ambiente scopriamo che appena iniziato lo scavo del tunnel di valico è subito saltato fuori l’amianto, come avevamo preannunciato da anni.
E a guardare il riepilogo sulla pagina dell’osservatorio, possiamo dire che in poche settimane sono riusciti a trovarlo un po’ ovunque e, soprattutto, a spargerlo un po’ dappertutto.
Abbiamo così una bella stellina viola che segnala la presenza di pietre verdi oppure di amianto a: Arquata, Serravalle, Novi, Pozzolo, Fraconalto ed Alessandria.
Non c’è paese che si salvi, non c’è Sindaco che abbia avvisato la popolazione.
Probabilmente i primi cittadini hanno ancora gli occhi accecati dalle banconote promesse dal Commissario Iolanda Romano e dal Ministero per opere compensative, che a questo punto potrebbero essere tranquillamente dei centri oncologici.
Quella stessa Iolanda Romano che dopo essere stata contestata dai No TAV ha sospeso la pantomima del camper InfoPoint pro Terzo Valico con la scusa di garantire l’incolumità dei cittadini, preoccupazione che non la sfiora minimamente quando si tratta di esporli all’amianto scavato, come ha dimostrato il 21 marzo 2016 esprimendo un parere sfavorevole all’abbassamento della concentrazione di amianto nella roccia previsto nel DPR terre e rocce da scavo, temendo portasse conseguenze (per loro) negative nella prosecuzione del Terzo Valico, come l’aumento dei costi e dei contenziosi con le imprese esecutrici.
Dopo gli arresti del 26 ottobre quella sua opposizione al DPR si rivela un vero aiuto alla prosecuzione del malaffare insito nel Terzo Valico fin dai primi anni ’90 ed in ogni caso è il chiaro sacrificio della salute umana sull’altare del dio denaro.
Tornando all’amianto ritrovato, chiariamo subito una cosa: il sito web dell’Osservatorio Ambientale dà solo una minima informazione superficiale, omettendo di fornire dati più approfonditi su chi e come ha riscontrato la presenza di amianto, sui quantitativi rilevati, chi ha autorizzato l’estrazione e lo spostamento.
Però da quel poco che scrivono sappiamo che ad Arquata, nel cantiere Radimero, lo scavo con la talpa è iniziato il 13 ottobre, quindi in piena gestione COCIV pre arresti del 26 ottobre e, poco dopo, si è rinvenuto l’amianto al fronte di scavo (11 novembre). Tuttavia, poiché il 14 novembre si sono autocertificati che la concentrazione è inferiore a 1000 mg/Kg (grazie Iolanda!), sul sito dichiarano il materiale sottoprodotto da gestire secondo il piano di utilizzo approvato. E, ovviamente, non pubblicano il valore esatto della concentrazione, per capire se sia sotto o sopra quei 100mg inizialmente previsti dal nuovo DPR e osteggiati da tutti i Sì TAV, Iolanda Romano in testa.
Ma soprattutto scrivono candidamente che non hanno notificato un piano di lavoro alla ASL, non hanno inviato comunicazione via PEC entro 24 ore a Sindaco, Provincia, Regione, Prefettura, ASL, ARPA e Osservatorio Ambientale, non hanno tramesso entro una settimana un piano di lavoro alla ASL. Probabilmente non sono neanche tenuti a farlo, in base ai quantitativi che essi stessi dichiarano di aver trovato. Scene già viste a Cravasco, dove poi è dovuta intervenire la Procura.
Andiamo avanti; stessa situazione nel vicino cantiere di Moriassi, dove l’amianto al fronte è stato ritrovato il 18 novembre, si autocertificano che la concentrazione è inferiore a 1000 mg/Kg e lo trattano come sottoprodotto, di nuovo senza inviare alcuna comunicazione; a titolo informativo, a Moriassi opera la Ceprini Costruzioni, coinvolta negli arresti del 26 ottobre,
Ci spostiamo a Libarna, nel Comune di Serravalle: situazione identica a Radimero, stessi giorni di rinvenimento amianto al fronte (11 novembre, coincidenza sospetta), autocertificazione della concentrazione sotto i 1000 mg/Kg (14 novembre) e nessuna comunicazione ad ASL, ARPA, Sindaco, ecc. ecc. Qua opera la ditta Oberosler, anch’essa coinvolta negli arresti del 26 ottobre e nelle intercettazioni in cui si parlava della presenza di pietre verdi nel rilevato di Libarna.
E infine Fraconalto, dove abbiamo una presenza di pietre verdi al fronte abbinata ad un’indicazione sibillina: no rinvenimento amianto al fronte in data 23/11/2016. E nei giorni prima?
Questa volta la concentrazione di amianto è assente, ma non perché sia bassa: da come scrivono sembrerebbe che proprio non l’abbiano misurata!
Anche qua nessuna comunicazione ad ASL, ARPA e compagnia bella.
Dalle schede sopra riassunte risulterebbe che solo a Fraconalto le attività di scavo siano sospese, non si sa se per la presenza di pietre verdi o per le conseguenze degli arresti, che hanno coinvolto anche la Berti Sisto che opera in quel cantiere.
E tutto questo materiale con amianto o pietre verdi, che si sono autocertificati come sottoprodotto, che fine ha fatto?
Lo dicono le altre schede: è finito nel deposito Libarna di Serravalle (che sappiamo però estendersi anche sul comune di Arquata), nel deposito di Pozzolo (Cascina Romanellotta), nel deposito di Novi (alla Pieve, a ridosso del centro abitato) e ad Alessandria (Cascina Clara e Cascina Buona, molto vicino ai pozzi che riforniscono l’acquedotto).
Ma per questi depositi le schede non riportano altro, se non un laconico quanto inquietante: “Presenza di pietre verdi oppure amianto presso il deposito”.
Vi diranno che il numero di fibre nell’aria è inferiore ad 1 fibra/litro, ma non vi diranno né che questo valore può non essere rilevato perché temporaneamente abbattuto dalle piogge né che non impedisce di trasportare amianto nei depositi, dove non è dato sapere se ci sono o meno delle centraline di misurazione (e probabilmente non ci sono).
Non vi ricorderanno che a Cravasco, basandosi solo sulle centraline e autocertificazioni, hanno potuto conferire terra e rocce da scavo con concentrazione superiore a 1000 mg/Kg (1700±700 mg/Kg) perché il DM 161/2012 consente di fare delle misurazioni secondo un criterio che, parole di ARPA, ha un margine d’errore fino al 98%. Il che vuol dire che quando scrivono concentrazione di amianto minore di 1000mg/Kg, in realtà intendono che ne hanno rilevato quel quantitativo in base ad un criterio previsto per legge, mentre per ARPA Liguria si dovrebbe usare un differente metodo per fornire il risultato più cautelativo ottenibile.
Nel giro di un mese siamo passati dagli arresti dei vertici di COCIV (26 ottobre) al ritrovamento di amianto nel silenzio generale delle Istituzioni, eventi che avevano ampiamente previsto e segnalato.
Cos’altro deve succedere prima di liberarci di Renzi & Co.?
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