Grandi opere. Una seduta esemplare del Consiglio regionaleUn'esperienza "estrema" da raccomandare solo ai più robusti. I fantasiosi progetti della logistica per alimentare con altri miliardi le filiere del Potere e la corruzione. Come raccontare frottole ai cittadini e a se stessi e farla sempre franca. Respinte le richieste di verifica di fattibilità e sostenibilità dei 5 Stelle, unica opposizione
di Fabrizio Salmoni da Val Susa Notizie del 10-05-2016
I sacerdoti delle “istituzioni democratiche” mi dovranno perdonare se dico che assistere alla seduta odierna del Consiglio regionale del Piemonte è stata un’esperienza da stomachi forti. L’ultima volta che mi ci ero sottoposto era stato nel 2011 quando la maggioranza (praticamente tutti: Pd, Pdl, Lega, Udc) aveva approvato la famigerata legge regionale 85 cosiddetta Demarche Grand Chantier (proprio cosi, in francese per fare più effetto) inventata dal piazzista di Stato Virano, allora Commissario di Governo per la Torino-Lione, per contrabbandare come impegno per l’occupazione di “imprese locali”di Valle (poche, totalmente inadeguate e in cattive acque finanziarie; una avrebbe di li a poco fatto bancarotta e il titolare sarebbe finito nel processo alla ‘ndrangheta) l’introduzione di norme per l’intermediazione parassitaria, per di più con procedura illecita sugli appalti in materia di norme europee. Già allora, avevo scritto di “caos crescente” in aula, di “confusione retorica“, di corse al trasformismo.
Oggi è stato forse più penoso ancora assistere al “dibattito” sui progetti di logistica proposti dal Pd e le intese firmate da Chiamparino in una recente tre giorni a Novara con ministro Delrio e codazzo di amministratori in cerca di nuove opportunità di smuovere finanziamenti. C’erano cinque Ordini del Giorno da votare, quattro dei Cinque Stelle, uno della minoranza Pd.
Se un tempo un Qualcuno aveva parlato del Parlamento come “bivacco di manipoli“, il consiglio regionale odierno dava l’idea di bivacco di menefreghisti: Presidente Chiamparino e Assessore Balocco alle infrastrutture assenti (Balocco arriverà in gran ritardo), quasi a sottolineare una malmostosa non-voglia di confronto con l’unica opposizione (i Cinque Stelle); c’era il caos di cui sopra, c’era in ogni intervento l’arroganza e il fastidio stizzoso di chi “deve” sottoporsi al dovere di essere presente, c’era l’indifferenza più totale alle argomentazioni, c’erano clamore e movimento continuo di consiglieri che chiaccheravano con colleghi, con gli uscieri, con gli amici giornalisti, che giocavano con smartphone e pc, che andavano al bar. Un ambiente molesto a sottolineare il totale disinteresse a un confronto serio.
Erano in discussione le tematiche della trasportistica e della mobilità delle merci, i progetti (ideali) di “collegamento con l’Europa” tramite snodi e piattaforme logistiche faraoniche “per non essere tagliati fuori“, per “la crescita e l’occupazione” (già sentito?) e soprattutto per i necessari ingenti finanziamenti alle relative “grandi opere”, tutte da collegare, da mettere su rete ferroviaria a discapito della gomma, Torino-Kiev, Torino-Pechino, cantieri epocali, stime e previsioni paradossali come per il traffico marittimo del Mediterraneo che dovrebbe raddoppiare nei prossimi dieci anni (già sentito?). Cosi da dare significato anche a quelle grandi opere che già vorrebbero avviate ma che, come è noto, stentano (Torino-Lione, Terzo Valico, ecc.) e “costringere” il traffico internazionale ad abbandonare la diretta via sud-nord via Lombardia e Svizzera o le grandi navi a scegliere di approdare in Liguria invece che a Rotterdam “per proteggere l’ambiente dall’inquinamento delle navi” (!)…Insomma, la fiera delle castronerie e dei grandi desideri, da tradurre possibilmente in miliardi da distribuire per alimentare il proprio sistema di potere e la loro corruzione. Niente di nuovo, come gli slogan e i luoghi comuni (progresso, sostenibilità, crescita, efficientamento, governance, “Piemonte pontile d’Europa“…). Si è scomodato persino il canale di Suez a testimonianza della consistenza dei flussi.
Uno spettacolo imbarazzante offerto anche alle scolaresche in visita che assistevano al caos sottostante con la stessa indifferenza della maggioranza dei consiglieri nell’aula.
E’ toccato ai 5S Frediani Mighetti, Ardrissi, Valetti, ricordare le tante criticità delle grandi opere, le menzogne istituzionali (il dialogo con la popolazione, la democrazia delle scelte) e soprattutto chiedere il confronto sui dati concreti, sempre negato o ignorato, a fronte di numeri e dati di parte offerti ai media collusi e mai verificati, come nello studio del Cerved sulla To-Lione pagato dai promotori, citato e diffuso dal neo Commissario Foietta ma mai visto nè discusso.
Particolarmente fastidioso l’intervento di Ferrentino per tendenziosità e falsità reiterate sulla To-Lione: l’Osservatorio tecnico luogo di discussione e modello per i processi decisionali (senza i Comuni della Valle – NdR), l’Opera più monitorata al mondo (dalla stessa Telt che fa i lavori – NdR), che coniuga salute e ambiente, voluta e accettata “dalla stragrande maggioranza dei valsusini”…Senza pudore!
Persino più realistici i consiglieri di Forza Italia che almeno chiedevano l’attenta verifica preventiva della fattibilità dei tanti progetti da sogno.
Conclusione: i quattro OdG dei Cinque Stelle respinti, quello del Pd accolto. “A dimostrazione di come l’interesse alla mobilità sostenibile svanisca quando non sono in gioco grandi interessi economici e appalti miliardari” – commentano i 5S. E’ la democrazia, baby. Poi finalmente fuori a respirare aria più “pulita (si fa per dire…). |