BRACCIO DI FERRO BRUXELLES-ITALIA SUL TAV:
PUBBLICATE TUTTI I DOCUMENTI SEGRETI
03-05-2016
Il Movimento 5 Stelle ha convinto l'intero Parlamento Europeo ad avere trasparenza sull'inutile e dispendioso TAV. Nel corso di questi mesi, tra il silenzio assordante dei media, sono emerse cose incredibili: la battaglia sulla Torino-Lione si è trasformata in un braccio di ferro tra la volontà di Bruxelles e quella dei Governi di Italia e Francia che continuano a secretare le carte più scottanti. Matteo Renzi (e con lui François Hollande) deve necessariamente smettere di fare favori ad amici di amici utilizzando soldi pubblici. Ipotecando il futuro di generazioni di cittadini che dovranno sorbirsi i cantieri del TAV per i prossimi 20 o 30 anni. A questi signori diciamo: se non avete nulla da nascondere, pubblicate tutti i dati e ascoltate il volere dei cittadini europei. Abbiamo il sospetto, però, che rivelando i tutti i dati (aziende, appalti, costi, subappalti e fallimenti in corso) sarebbe impossibile - anche per il Bomba - difendere quella che si potrebbe ormai definire una delle più putride mangiatoie di soldi pubblici d'Europa. Ora vi spieghiamo perché la battaglia sul TAV si è spostata in Europa.
I COSTI DEL TAV
La linea d'alta velocità Torino-Lione costerà 26,6 miliardi di Euro, sarà lunga 270 chilometri. Il buco nella montagna, da solo, comporta un esborso di 9 miliardi. Per avviare i cantieri del TAV (che non sono ancora in essere) si dovrebbero prima finire le opere ispettive, finanziate dall'UE. Parliamo di tunnel da 7,5 chilometri di lunghezza (per l'Italia, 9 per la Francia) costruiti solo per vedere come reagisce la montagna all'intrusione dell'uomo. Più banalmente sarebbe bello sapere: da dove vengono i soldi? Perché nessuno, ad oggi, sa rispondere a questa domanda. Nonostante si parli di soldi pubblici.
L'ORGANIZZAZIONE DEL TAV
Non c'è nemmeno una tabella di marcia dei lavori o uno schema pubblico su come vengono gestiti appalti e subappalti. È già comprovata la presenza di aziende in palese conflitto d'interesse, che si affiancano a infiltrazioni mafiose documentate, condite da valutazioni temporali discordanti. Infatti, da una recente inchiesta giornalistica francese, si è scoperto che il TAV farebbe risparmiare solo 50 minuti sulla tratta, non le 3 ore propagandate. Inoltre, le merci coinvolte nel trasporto sono in netto calo. Il che non giustificherebbe l'opera nemmeno da un punto di vista logistico.
IL PROBLEMA LEGISLATIVO
Non si sa nemmeno con quale legge verrà trattata la "materia TAV". In Italia esiste una normativa che punisce le infiltrazioni mafiose in opere pubbliche. In Francia, invece, la parola mafia è assente dall'ordinamento giuridico. Un dato preoccupante considerate le dichiarazioni dell'autorità nazionale anti-corruzione Raffaele Cantone, che solo a fine 2014 affermava come non si potesse interdire un'azienda per infiltrazione mafiosa se la stessa è "registrata" in Francia.
LA COMMISSIONE FA ORECCHIE DA MERCANTE
Dal canto suo, la commissaria ai trasporti Violeta Bulc ha scelto di girare la frittata. Secondo l'esecutivo europeo non si potevano concedere informazioni aggiuntive sul TAV per "tutelare la sicurezza dei cantieri e gli interessi dei privati". Paradossalmente, la segretezza sarebbe figlia dei disordini generati dal Movimento No Tav. Incredibile anche solo pensarlo. Fortunatamente, pochi giorni fa - in audizione col Movimento 5 Stelle e alcuni esponenti No Tav -, il funzionario Olivier Onidi ha ammesso che è il veto di Italia e Francia a impedire la divulgazione delle informazioni.
IL GIOCO ITALIANO
Peccato che per Olivier Onidi la situazione italiana fosse sotto controllo. L'osservatorio sul TAV - quell'organo che ha il compito di riportare la posizione dei territori in Europa - ha sempre ribadito un semplice concetto: non ci sono voci discordanti dei cittadini. L'ex presidente si chiama Mario Virano ed è stato rinviato a giudizio per omissione di atti d'ufficio. Ha sempre silenziato il Movimento No Tav, così come tutte le voci contrarie all'opera, mentre la sua carica veniva definita incompatibile dall'anti-trust con quella di direttore della TELT. Insomma, la solita storia all'Italiana insabbiata dal Governo.
LA PRESSIONE DEL M5S
La Commissione Europea sta pagando fatture che valgono centinaia di milioni di Euro nella più totale opacità. Lo sta facendo alimentando un'opera che la Corte dei Conti francese ha già giudicato priva di una valutazione esente da conflitti d'interesse. Abbiamo consegnato tutte le domande all'esecutivo europeo, che è ora obbligato dal Parlamento a rispondere. Continueremo a tenervi informati, aspettando le risposte (scritte) che Violeta Bulc ci dovrà fornire. Speriamo che per una volta Renzi faccia davvero l'interesse dei cittadini e la smetta di coprire la cupola degli appalti sulle grandi opere, che fa arricchire i soliti noti (e spesso la mafia) a scapito della collettività.
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