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“Fallimento totale delle misure della regione per le aziende del Tav”

Fallimento totale delle misure avviate dalla Regione Piemonte in favore delle aziende del TAV, l'ha ammesso la stessa Giunta interrogata oggi in Consiglio regionale.

Per quanto riguarda le misure previste dalla legge 4/2011, versione in salsa piemontese della Demarche Grand Chantier d’Oltralpe voluta da Cota ed approvata anche dal PD, ha avuto ricadute estremamente limitate. Per quanto riguarda la linea A di finanziamento le richieste pervenute sono state “solo 21, di cui soltanto 6 in possesso dei requisiti previsti e quindi ammesse”. Parole testuali pronunciate dall'assessore Ferraris ("supplente" suo malgrado causa ingiustificata assenza dell'assessore De Santis), collega di maggioranza di esponenti del PD che hanno sempre sostenuto quest'assurda legge tirandola in ballo, in alcuni casi, per coprire le proprie relazioni imbarazzanti emerse dagli atti dell'inchiesta San Michele sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel cantiere di Chiomonte.

Buco nell'acqua anche per quanto riguarda il fondo per le imprese danneggiate dai No TAV avviato dall'assessore De Santis e sostenuto a gran voce anche dal Consigliere Ferrentino. La montagna ancora una volta ha partorito il topolino: zero aziende sostenute. “Al momento – ha candidamente ammesso Ferraris – nessun caso risulta portato all'attenzione di Finpiemonte, ad eccezione di uno che non è andato a buon fine per motivi legati ad una procedura fallimentare in corso”.

Il fallimento di queste due linee di finanziamento avviate dalla Regione Piemonte porta a galla due grandi verità: nel cantiere di Chiomonte non lavorano aziende del territorio e le aziende danneggiate dai No TAV, semplicemente, non esistono.

 

Francesca Frediani,
Consigliere regionale M5S Piemonte
13/10/2015