La Regione e l'affaire grattacielo, spunta l'ombra del manager delle tangenti
L'uomo di Coopsette, coinvolto nella sponsorizzazione del Giro della Padaniaorganizzato dalla società sportiva guidata dal senatore leghista Michelino Davico, è accusato di corruzione a Firenze. La magistratura Toscana chiede gli atti del procedimento torinese
di Ottavia Giustetto da Repubblica del 14-03-2015 –Cronaca di Torino
http://torino.repubblica.it/cronaca/2015/03/14/news/la_regione_e_l_affaire_grattacielo_spunta_l_ombra_del_manager_delle_tangenti-109509182/
Da Firenze a Bra, a Torino. Dai politici del Pd umbro a quelli della Lega, ai dirigenti regionali piemontesi. Dall'alta velocità ai grattacieli. C'è sempre la stessa persona, un manager di Coopsette, che ricorre nelle storie "scomode" delle cooperative rosse emiliane. Il suo nome si ripete anche nelle e-mail trovate nelle perquisizioni della Guardia di finanza di Torino. E getta una luce preoccupante sullo scandalo che ha coinvolto la Lega nei giorni scorsi dopo i dirigenti regionali e le aziende che lavorano in subappalto alla Torre. A questi scambi di messaggi è interessata anche la procura di Firenze, dove il misterioso faccendiere è invece piuttosto noto.
A Firenze il 13 maggio sarà infatti processato con accuse pesantissime — associazione per delinquere e corruzione — nell’ambito dell’inchiesta sull’alta velocità in Toscana, che a settembre 2013 ha portato all’arresto tra gli altri dell’ex presidente della Regione Umbria e presidente di Italferr, Maria Rita Lorenzetti. L’uomo di Coopsette si chiama Alfio Lombardi. Di lui Michelino Davico, il senatore della Lega che ha ricevuto una sospetta sponsorizzazione dalle cooperative per organizzare il giro ciclistico della Padania, ha detto: «Io e Alfio Lombardi siamo amici da tempo, siamo entrambi appassionati di bici, abbiamo pedalato insieme parecchie volte. Quando nel 2010 è nata l’associazione con l’idea di organizzare la corsa ho chiamato gli amici, soprattutto i più appassionati. Alfio, come altri, mi ha aiutato». Davico conferma quel che resta registrato in un’e-mail del 7novembre 2011, quando Paolo Rosa (l’uomo di Coopsette nel cda di Torre Piemonte), indagato per finanziamento illecito alla Lega Nord, scrive al collega che deve disporre il pagamento dei primi 25 mila euro per sponsorizzare la gara, e dice: «La data è tassativa» perché si è accordato con tale Alfio e non vuole metterlo in imbarazzo. Alfio Lombardi è tanto appassionato di ciclismo da promettere al sedicente amico di sponsorizzare la gara che mette in palio la «maglia verde» con i soldi della cooperativa rossa per la quale lavora.
Ma non è tutto. Alfio Lombardi si era già interessato alle sorti del grattacielo un anno prima, quando la giunta piemontese era di centrosinistra. Nel computer del direttore del cantiere della Torre la Guardia di Finanza ha trovato, infatti, due file sorprendenti che dimostrano che la gara per l’appalto da 210 milioni di euro fu truccata. Il primo è un memorandum del 27 luglio 2009 nel quale risulta che già allora, ben prima della pubblicazione del bando, Alfio Lombardi incontrava Maria Grazia Ferreri (dirigente del Patrimonio della Regione) per la definizione del bando, e che Coopsette grazie a quell’incontro era a conoscenza di una serie di informazioni. Il secondo, del 13 ottobre 2009, riferisce di un incontro tra Alfio Lombardi e Attilio Bastianini, l’ex parlamentare e alto dirigente del Pli nella Prima Repubblica, nello studio di ingegneria che assieme a Massimiliano Fuksas ha progettato la Torre Piemonte.
Il legame con lo scandalo della Tav in Toscana, dove il tunnel è definito dai pm «un concentrato di illegalità», dove il costo dell’appalto vinto dall’Ati capeggiata da Coopsette è lievitato per effetto delle riserve da 530 milioni a 800 milioni e dove il principale referente dell’affare risulta proprio Lombardi, apre uno squarcio inquietante anche sui possibili sviluppi dell’inchiesta torinese.
|