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"Cari compagni,


vorrei tanto essere lì con voi, per un giorno o per un'ora soltanto,
senza guardie, sbarre, giudici, occhi indiscreti e cuori grigi,
abbracciarvi e finalmente piangere. Qui non ci riesco. Ho innalzato
barriere alte come muri di cinta per proteggermi dalle emozioni e soffro
a denti stretti in questo gioco di scatole cinesi in cui un incubo
sembra racchiuderne un altro. Vorrei tanto piangere, una volta soltanto,
lo giuro, e sciogliere così i sentimenti cementati in questa malta
bastarda e cattiva che mi impedisce di lasciarmi andare. Poi vorrei
ricordare e lasciarmi cullare dal flusso degli aneddoti e dei racconti.
Vorrei ridere. Vorrei arrabbiarmi. Vorrei consolare ed essere consolato.
Mi mancate tanto in questo momento.
Mi farò forza, non temete. fatevi forza anche voi. Ma non c'è bisogno
che ve lo dica. Avverto questa forza infinita ogni volta che vi penso.
Delle volte penso all'ultima udienza quando ad una certo punto mi sono
accorto che mi fissava intensamente. i nostri sguardi si sono incrociati
e allora mi ha fatto un occhiolino d'intesa.
Mi piace pensare che fosse un saluto.
Porterò quel saluto per sempre con me.
Cari compagni, vi mando un abbraccio fortissimo e questo saluto scritto
a caldo per Guccio quando Eugenio mi ha portato la notizia.
Leggeteglielo, se lo incontrate.
sempre vostro
Mattia. "
Carcere di Alessandria, 25.2.2014 "