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Latitanza dell'informazione contro la mafia
Riflessioni a margine dell'incontro a Torino in memoria di Paolo Borsellino

 

Lettera di Gigi Richetto e Maria Chirio alla rubrica Opinioni di Luna Nuova del 21-01-2014 – pag.2

 

Sabato 18, a Torino, al convegno in solidarietà al magistrato Antonino Di Matteo, minacciato di morte dalla mafia, e in ricordo di Paolo Borsellino, non c'erano giornalisti delle principali testate nazionali e della Rai. Tra i relatori c'era Salvatore, il fratello di Paolo, Marco Travaglio, Sonia Alfano (presidente della commissione parlamentare antimafia europea). Era pre­vista la presenza di Antonino Di Matteo e Roberto Scarpinato, procuratore generale della Repubblica di Palermo.

 

Per motivi di sicurezza, sia dei relatori che nostra, la conferenza è iniziata, invece he alle 16, alle 17e Scarpinato e Di Matteo hanno parlato solo in collegamento televi­sivo. Questo la dice lunga sul Nord Italia, perché Di Matteo non ha potuto deporre al tribunale di Milano e neppure presentarsi fisicamente a Torino... Intensissime le emozioni suscitate nelle migliaia di pre­senti, senza contare la lunga coda sotto la pioggia e le centinaia ancora rimasti fuori, al centro incontri de "II santo volto" di via Borgaro, di fronte all'area dove sorgevano le Ferriere Fiat.

 

Il fratello di Borsellino ha demolito politicamente il comportamento di Napolitano ha ricordato l'eroismo di Paolo, che non abbandonò la Sicilia perché la sua lotta contro la mafia era anche, e soprattutto, «una lotta per amore della sua terra». Più volte gli applausi scroscianti e prolungati hanno interrotto i suoi passaggi più inci­sivi. Le persone presenti spontaneamente si alzavano ad applaudire per dimostrare condivisione e partecipazione alle sue parole.

 

Alla fine siamo saliti sul palco per abbracciarlo e ringraziarlo, donandogli il fazzoletto No Tav, che ha ricevuto molto volentieri. Ci ha raccontato che ha partecipato alle manifestazioni No Muos e che segue sempre le vicende della lotta No Tav. Ci siamo confermati la vicinanza reciproca e abbiamo consegnato ai relatori un docu­mento-promemoria, che esprime solida­rietà a Di Matteo, magistrato coraggioso, e insieme riassume e ricostruisce vent'anni di silenzi, provocazioni, menzogne, minac­ce e violenze contro il movimento No Tav.

Il giorno dopo sui giornali torinesi non un rigo. Anche così si uccide la democrazia.