Corte dei conti, fascicolo aperto sul cantiere Tav
di Marco Giavelli da Luna Nuova del 26-11-2013 – pag. 3
A forza di insistere, il movimento No Tav porta a casa un altro piccolo risultato sul fronte legale. Piccolo fino a un certo punto. Perché se ci fossero mai dei risvolti, è chiaro che questi potrebbero anche influire sull'avanzamento del cantiere di Chiomonte e di tutto il progetto. La notizia risale a ieri mattina quando Mario Cavargna, presidente di Pro Natura Piemonte, una delle associazioni più battagliere sul fronte legale della vicenda Tav, ha ricevuto una lettera in cui la Corte dei conti comunica di aver ufficialmente aperto un fascicolo sui costi del cantiere della Maddalena e sulle modifiche alla tratta internazionale della Torino-Lione.
L'apertura del fascicolo è frutto di un esposto che era stato presentato nel febbraio 2012 da Pro Natura Piemonte e dal gruppo consiliare "Buongiorno Condove" guidato da Alberto Veggio: l'esposto accendeva i riflettori sui maggiori oneri a carico dell'Italia derivanti dall'approvazione del cosiddetto progetto "low cost" che rinvia a dopo il 2030 il tunnel dell'Orsiera, inizialmente previsto fino a Chiusa San Michele, includendo solo più il tunnel di base, la stazione internazionale di Susa e la galleria di interconnessione con la linea storica tra Susa e Bussoleno. Secondo Cavargna e Veggio, a dispetto del termine "low cost" con cui è stato ribattezzato e «al di là dei fantasiosi annunci del commissario di governo Mario Virano, questo nuovo progetto comporta in realtà un aggravio di spesa pari a circa un miliardo di euro per le casse dello Stato italiano. La comunicazione della Corte dei conti testimonia la sostanza delle documentazioni da noi addotte».
Ma come detto, il fascicolo aperto dalla magistratura contabile tira in ballo anche i costi di allestimento del cantiere della Maddalena, con particolare riferimento alle baracche, alle torri-faro, alle cancellate e ai mezzi di servizio utilizzati da imprese e forze dell'ordine. Ad accendere i riflettori era stato, anche in questo caso, il gruppo consiliare "Buongiorno Condove", promotore di una delibera che metteva l'accento sulla presunta incongruità di alcune spese sostenute da Ltf: il documento era stato poi approvato da altri consigli comunali della valle, in alcuni casi con qualche correzione. Alcuni sindaci No Tav si erano poi fatti portavoce di questo delicato argomento firmando un esposto che era stato consegnato alla prefettura di Torino e alla stessa Corte dei conti: a queste iniziative si aggiungono altre circostanziate denunce sulla presunta irregolaritàdelle procedure e dei costi che, secondo i ricorrenti, avrebbero comportato dei danni erariali.
«Dopo un lungo silenzio, riteniamo importante questo inaspettato risveglio della magistratura contabile, che con l'assegnazione di un numero di posizione ci consente ora di convogliare presso un unico fascicolo i numerosi rilievi sulle irregolarità del cantiere e del progetto», commentano con una certa soddisfazione Cavargna e Veggio, che preannunciano già l'apertura di un nuovo fronte legale:«In questo contesto troverà quindi immediata collocazione il nuovo esposto sulla violazione della delibera Cipe relativa al progetto definitivo della tratta internazionale: essa imponeva che lo smarino proveniente dal cunicolo esplorativo della Maddalena fosse trasportato nei siti individuati attraverso l'autostrada, e non che venisse stoccato nell'area di cantiere. La delibera Cipe è stata violata: a quanto ci risulta, Ltf ha infatti assegnato un appalto dell'importo di circa 13 milioni di euro proprio per lo stoccaggio definitivo dello smarino nell'area sud del cantiere». |