Piemonte, Cota nei guai per firme false e "rimborsopoli". Attesa sentenza Tar per annullamento elezioni 2010
da International Business Times
http://it.ibtimes.com/articles/59136/20131119/cota-lega-piemonte-firme-false-rimborsopoli-pdl-sentenza-tar-elezioni-2010.htm
Lo scorso 14 novembre, la Cassazione ha condannato in via definitiva Michele Giovine a 2 anni e 8 mesi di carcere e all'interdizione dai pubblici uffici. Michele Giovine, consigliere regionale piemontese dimissionario, è stato condannato per aver falsificato le firme dei candidati nella lista dei Pensionati, da lui capeggiata durante le elezioni regionali del 2010. I voti raccolti da Giovine sono stati circa 27mila, pochi ma sufficienti a far vincere la coalizione guidata da Cota.
Forte della sentenza della Cassazione, l'ex-governatrice e sfidante di Cota alle ultime regionali, Mercedes Bresso, ha già fatto sapere di aver depositato l'istanza di fissazione dell'udienza al Tar per ottenere un responso definitivo sulla regolarità del voto del 2010. La prima data utile per l'udienza è il 9 gennaio ed è probabile che si arrivi a giudizio in tempi brevi. Per quanto appellabile al Consiglio di Stato, la sentenza del Tar sarebbe immediatamente esecutiva e annullerebbe le elezioni regionali del 2010. A quel punto si andrebbe ad elezioni già nella prossima primavera, probabilmente a fine maggio, in concomitanza con le elezioni europee e amministrative. Cota si difende: "Anche nelle liste che appoggiavano la Bresso ci sono state delle irregolarità nelle firme". Secca la difesa della Bresso: "Appena ne sono stata messa al corrente ho invitato l'interessato a patteggiare, perché noi non lo avremmo difeso, a differenza di Cota che si è avvalso dell'avvocatura regionale, pagata con soldi pubblici, per difendere un falso elettorale".
L'altra vicenda giudiziaria che tocca il governatore leghista è quella di "Rimborsopoli". L'inchiesta, partita nel 2012, si è occupata di alcuni rimborsi regionali, che secondo la procura sarebbero stati ottenuti in maniera illegittima da alcuni politici. Sono 40 le persone indagate che potrebbero ricevere un rinvio a giudizio nei prossimi giorni, con l'accusa di peculato, finanziamento illecito dei partiti e truffa. Tra le spese contestate dai pm agli indagati ci sono cene al ristorante, viaggi, pernottamenti in hotel, ma anche elettrodomestici e capi di abbigliamento, il tutto pagato con soldi pubblici.
Secondo alcune indiscrezioni di stampa, tra i 40 indagati potrebbe esserci proprio Roberto Cota. Il governatore ha già dichiarato di non sapere nulla e ha aggiunto: "Posso solo dire che ho sempre rispettato la legge, nell'interesse della Regione e dei singoli cittadini piemontesi, non ho mai inteso sperperare un solo euro di denaro dei contribuenti. Sono molto sereno e tranquillo su questo fronte". Oltre che per Cota, la procura di Torino dovrebbe chiedere il rinvio a giudizio anche per il presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo e per diversi esponenti della maggioranza Lega-Pdl.
Piemonte: rissa in consiglio regionale
A Torino il dibattito sulle spese pazze in consiglio si è acceso a tal punto da finire in rissa, tra insulti e accuse.
da rainews24 - 26 Novembre 2013
http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=185035
Momenti di tensione questa mattina nell'aula del Consiglio regionale del Piemonte. Dopo l'intervento del governatore Roberto Cota in merito alla vicenda delle spese dei gruppi consiliari, il dibattito tra consiglieri si è acceso a tal punto da finire in rissa. Durante l'intervento dell'ex presidente della Regione Piemonte oggi consigliere regionale
Mercedes Bresso (Partito Democratico), i capigruppo Franco Maria Botta (Fratelli d’Italia) e Aldo Reschigna (Partito Democratico) hanno lasciato i rispettivi banchi e si sono avvicinati l'uno all'altro. Ne è seguito un parapiglia in cui Botta e il vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Placido, che era intervenuto per calmare gli animi, sono caduti a terra. Sono poi volati insulti e accuse reciproche terminate dopo l'intervento deciso del presidente del Consiglio regionale, Valerio Cattaneo, che ha sospeso la seduta per alcuni minuti. L'ex presidente Mercedes Bresso, che stava parlando in Aula, a quel punto ha rinunciato all'intervento.
''Spero che nessuno minimizzi – ha proseguito Bresso - il consigliere Botta è stato protagonista di un comportamento aggressivo e non solo verbale. La veemenza con la quale mi si è scagliato contro, togliendomi il microfono, va molto oltre la dialettica politica''. ''Ancora una volta – ha rimarcato l'ex presidente – assistiamo a una destra che si autoassolve, ritenendo l'unico problema chi persegue e scrive sulle ipotesi di reato piuttosto che fare autocritica. Con oggi la maggioranza ha rappresentato il livello più basso di questa legislatura. L'unico modo di superare questo stallo è il ritorno alle urne''.
"Ho interrotto Mercedes Bresso – ha detto Franco Botta - perché non accetto giudizi da parte di chi normalmente è a Parigi o a Strasburgo, anziché a Torino, e pretende di conoscere le esigenze dei piemontesi". “Nel mio intervento – ha spiegato Botta, riferendosi ad un altro passaggio del dibattito - ho criticato con forza la fuga illegale di notizie sull'inchiesta dei rimborsi spesa. E ho usato un’espressione colorita per quei protagonisti dei mezzi d’informazione che si dedicano alla gogna mediatica spesso violando la legge sul segreto istruttorio. Ogni volta prevale una presunzione di colpevolezza che è l'esatto contrario del precetto costituzionale".
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