vai alla home page

Bookmark and Share

 

Presidente Boldrini, venga in valle Susa

 

dalla rubrica Opinioni di Luna Nuova del 30-08-2013 - pag. 5

 

Gentilissima presidente Laura Boldrini, sono una donna della val di Susa, nonché sindaco di un piccolo Comune della valle, che parla a titolo personale, ma penso di raccogliere il pensiero di molte altre donne e amministratrici della val di Susa. Mi rivolgo a Lei, in quanto donna e perché ho molta stima della sua persona e della sua carica istituzionale e vorrei illustrarle, se mi riesce, quello che sta vivendo oggi la valle e la mia gente.

 

La val di Sua è una bellissima vallata alpina ai piedi del monte Rocciamelone; è una valle stretta ed è attraversata dal fiume Dora Riparia, da un'autostrada, da due strade provinciali e dalla ferro­via. E qui ci imbattiamo nel problema critico: il Tav-Tac, treno ad alta velocità e/o capacità. Sono anni che i valligiani si oppongono a questa opera faraonica e non per ideologia, ma perché consapevoli dei danni ambientali e alla salute che i lavori procurerebbero nel corso dell'opera. Il Mugello ci ha aperto gli occhi. Questa opposizione è molto forte e sentita, ma purtroppo non ascoltata dagli uomini del governo. I sindaci più volte hanno chiesto di fermarsi un attimo e fare un'attenta valutazione (visto l'andamento del mercato, la crisi economica, i tagli alla spesa pubblica e ai servizi di trasporto pubblico locale) se quest'opera oggi sia veramente necessaria, visto che anche la Francia ha fatto un passo indietro.

 

Presidente, venga a farsi un giro in valle e si renderà conto che quello che le voci di palazzo raccontano, sono cosa ben diversa; venga a vedere la militarizzazione, di cui i politici negano l'esistenza; si accerti perso­nalmente cosa devono subire i nostri figli e qui ci metto tutti, i No Tav da una parte che fanno resistenza per difendere la pro­pria terra, i ragazzi delle forze dell'ordine dall'altra parte del filo spinato, a difendere un "fortino". E la politica è assente, non fa altro che trasformare il problema politico in un problema di ordine pubblico delegan­do alla Questura o alla Prefettura.

 

Dicono che si parte da Pisa per andare a fare la guerra allo Stato; non ci creda, presidente! Purtroppo è lo Stato che sta facendo la guerra a noi! I nostri ragazzi, i valligiani, stanno opponendo resistenza al modo di operare, cercando di far prevalere la forza della ragione alla forza del potere. Presidente, quello non è un cantiere. Quel­lo è " Alcatraz", filo spinato che arriva dalla terra di Israele, forze dell'ordine armate fino ai denti dentro e fuori le recinzioni. Ora da un po' di tempo passeggiano anche per le strade della città di Susa, in questo periodo ricca di turisti, in divisa antisom­mossa, creando disagio fra la popolazione. Se vedono poi dei ragazzivestiti di nero, li seguono, li provocano, li identificano perché vestono in modo non adeguato. Senza poi parlare della sera del 19 luglio quando una ragazza di nome Marta durante una marcia notturna è stata malmenata, insultata da uomini in divisa e portata a forza nel cantiere. A sua testimonianza, nel trasporto è stata da questi palpeggiata e toccata nelle parti intime. Questo è un vile atto al quale non posso rimare indifferente. Mentre le scrivo Marta sta subendo un altro tipo di violenza, quella psicologica, perché dovrà essere interrogata e si troverà sicuramente di fronte a chi le ha fatto questo affronto e lei intimidita e preoccupata da eventuali ritorsioni dovrà rispondere lucida e non avere tentennamenti, cosa un po' difficile in un'aula di tribunale.

 

Le chiedo, presidente, di far valere la sua carica istituzionale perché vengano presi dei provvedimenti affinché siano applicati identificativi di riconoscimento al perso­nale in servizio nei vari corpi operativi. Questo lo dico anche a difesa di quelle persone eticamente e professionalmente corrette che sono disonorate da questi atti vili compiuti da compagni di plotone indegni di portare una divisa.

 

Le chiederei di adoperarsi per la carica che ricopre affinché nelle sedi opportune si ponga attenzione all'uso dei lacrimogeni. Dovrebbe essere evitato il lancio di lacrimogeni ai gas CS, voluto dallo stato di polizia, vietati in guerra e usati qui, nei boschi della Maddalena. Altamente tossici per l'uomo e per gli animali, se­condo le avvertenze che accompagnano il prodotto, non si dovrebbero disperdere nell'ambiente: i boschi di Chiomonte ne sono pieni. Come mamma, nonna e auto­rità sanitaria, sono fortemente preoccupata per la salute dei nostri figli e nipoti che si aggirano nei sentieri di quei boschi, magari raccogliendo fragole, more, uva, castagne, funghi che nonostante la terra sia intrisa di questo veleno madre natura benché intos­sicata riesce ancora ad offrire all'uomo. Purtroppo le conseguenze si vedranno fra un decennio, quando ci saranno neonati deformi o quando l’Istat ci comunicherà un grave aumento di infertilità nei giovani, o di mortalità dovuti al cancro. Forse a quel tempo sarà tardi.

 

La ringrazio per il tempo che le ho ru­bato con questa mia, ma confido nella sua sensibilità di donna e capacità istituzionale perché rifletta su quanto relazionato e sono certa che si farà promotrice per la salvaguardia della democrazia. Perché, le assicuro, qui in valle è veramente a rischio. Se verrà in val di Susa sarò felice di incontrarla e, se lo desidera, lieta di accompagnarla personalmente sui sentieri e presidi, dove oggi come ieri, la donna è l'essenza del tessuto sociale, dove si vive la fratellanza e l'ospitalità, si curano con amore le ferite interne ed esterne della vita, si impara a vivere la comunità.

 

LOREDANA BELLONE sindaco del Comune di San Didero