Affano in visita alle truppe si Tav Dopo l'invio di altri 200 agenti a Chiomonte, arriva il ministro dell'Interno
Il blitz al cantiere dell'alta velocità: «È un'opera di interesse strategico e si farà».
di Maurizio Pagliassotti da Il Manifesto del 26-09-2013 – pag. 5
II ministro degli interni è piombato nel cantiere di Chiomonte dell'alta velocità ieri alle dieci: il cielo è azzurro e l'aria racconta l'arrivo dell'autunno e delle sue malinconie. È una mattina come tante altre in valle: appena fuori Susa c'è un blocco dei carabinieri con sei agenti, un autoblindo e una automobile. I valsusini che pensano all'alta velocità lo fanno soprattutto in virtù del convegno che si svolgerà da venerdì a domenica a Vaie, organizzato da Etinomia: "Gli Stati generali del lavoro, alternative in movimento". Tavoli tematici, incontri, riunioni e confronti sul significato del lavoro oggi, sul reddito di cittadinanza, sul ruolo dell'impresa e il mondo cooperativistico. E molto altro.
A rasserenare il clima dopo le parole un po' gratuite del ministro ci pensa Mario Virano, commissario straordinario: «C'è un'ambiguità tra gli amministratori (No Tav, ndr) che sono persone civili, ma ferme sul rifiuto di prospettive negoziali. La loro posizione contempla una sola opzione, che la Tav non si faccia. Finché non accetteranno decisioni che non condividono possono prendere le distanze finché vogliono da azioni violente, ma se non sciolgono l'ambiguità rimane un oggettivo legame tra chi si avvale di questa legittimazione e di chi opera sul campo per bloccare il progetto».
L'obiettivo del Commissario probabilmente sono le barricate di carta delle amministrazioni locali, in primis la comunità montana, che rischiano di essere pericolosi granelli di sabbia buttati nell'ingranaggio. Gli amministratori elegantemente invitati alla resa tacciono, e così nel pomeriggio di uno splendido autunno valsusino giunge un altro passo verso la pacificazione del territorio. La procura di Torino ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati il filosofo Gianni Vattimo per falso ideologico. L'europarlamentare, durante una visita presso il carcere di Torino ad alcuni esponenti No Tav arrestati poco prima di ferragosto, si era fatto accompagnare da Nicoletta Dosio e Luca Abbà, noti portavoce del movimento. Secondo la procura Vattimo avrebbe mentito definendo i due «consulenti». Raggiunto dalla notizia il filosofo ha commentato: «L'essere stato indagato per falso è un altro episodio della scandalosa persecuzione giudiziaria verso il movimento No Tav».
Alle undici del mattino, nello strenuo sforzo di rasserenare gli animi anche in vista della prossima manifestazione nazionale del 19 ottobre, si concludono i passi istituzionali volti alla costruzione di un sereno confronto. E il movimento cosa fa? Reagisce, perfino un po' stupito di tanta profusione d'energie. Una raccolta firme per le strade di Susa contro la militarizzazione del territorio, i sopracitati preparativi per il convegno di Etnomia e sopratutto, a questo punto, l'idea di una nuova, ennesima, manifestazione di massa. Probabilmente a metà ottobre. Per ricordare una semplice cosa: No Tav significa massa popolare, pacifica e determinata. I numeri rispetto il duemilacinque non sono variati: quarantamila in valle erano contrari al Tav, quarantamila sono rimasti.
Quarantamila che probabilmente non sanno ancora che i primi, attesi lavori di compensazione, anche se non ufficialmente riconosciuti come tali, in valle sono stati completati. La sala d'attesa e la toilette della stazione di S. Antonino di Susa sono state riaperte. |