LETTERA APERTA AL PROCURATORE CAPO GIANCARLO CASELLI
Siamo sempre in attesa.
E mentre stiamo ancora aspettando che, in qualità di Procuratore Capo di Torino, tenga fede alle sue dichiarazioni di un’azione della Magistratura a 360 gradi, in verità le iniziative giudiziarie della Procura torinese si rivelano esclusivamente rivolte solo contro il Movimento NO TAV e quindi contro la Comunità Valsusina di cui il movimento è parte integrante e sostanziale.
E mentre aspettiamo coerenza e correttezza da parte della Magistratura verso gli agenti delle Forze di Polizia che hanno usato violenza nei confronti dell’opposizione al progetto TAV Torino-Lyon (violenze documentate con testimonianze fotografiche e video) si susseguono solo denunce, processi, misure restrittive della libertà personale a carico di cittadini NO TAV.
Nulla invece è stato fatto nei confronti dell’apertura del cantiere in località Maddalena a Chiomonte che, in assenza di un progetto esecutivo, è sicuramente da considerarsi illegale.
Ancor meno è stato fatto per fare chiarezza su come sia stato possibile che LTF abbia potuto assegnare, con trattativa diretta, appalti a ditte valsusine poi fallite o i cui titolari sono stati condannati per bancarotta fraudolenta.
Sul tema della gestione degli appalti a Chiomonte Le alleghiamo un documentato post pubblicato da Il Fatto Quotidiano on-line a firma degli avvocati Alessio Ariotto e Fabio Balocco.
Signor Procuratore Capo: oggettivamente è molto spiacevole per tutti la contestazione personale, e lo è ancor di più per chi come Lei ha sempre avuto riconoscimenti, ad alto livello, per l’impegno contro la mafia.
Ma converrà su un punto: un’azione della Procura torinese equilibrata e quindi non a senso unico non avrebbe dato fiato alle contestazioni; che sono state enfatizzate e strumentalizzate perché, in realtà, molta solidarietà nei suoi confronti era più che altro rancore e voglia di criminalizzare il Movimento NO TAV.
Lei ha dichiarato, in più occasioni, che la Magistratura non intende criminalizzare il Movimento NO TAV ma anche l’iniziativa della Procura dei minorenni, con le segnalazione ai Servizi Sociali dei genitori i cui figli minorenni hanno manifestato contro il TAV, mostra l’accanimento contro la Comunità Valsusina.
Le risulta che un simile provvedimento sia mai stato preso nei confronti delle famiglie i cui figli minorenni da sempre partecipano alle manifestazioni studentesche ? A noi non risulta. Si tratterebbe di “segnalare” qualche milione di genitori…..
Signor Procuratore Capo si rende conto della gravità di questa iniziativa ?
Comprende che un solo provvedimento limitativo della “potestà genitoriale” sarà considerato il punto di non ritorno nel rapporto tra questa Comunità e lo Stato.
Da parte nostra sarebbe solo un atto di legittima difesa.
Signor Procuratore Capo la questione dell’Alta Velocità in Italia ha ormai una storia consolidata che può leggere su due libri fondamentali: “Corruzione ad Alta Velocità” del Magistrato Ferdinando Imposimato e il Libro nero dell’Alta Velocità dell’Ingegnere Ivan Cicconi: due letture caldamente consigliate.
Non le chiediamo certo di diventare NO TAV ma almeno di chiedersi perché tutti i “poteri forti” siano contro questo Movimento che, se resiste e si rafforza da venti anni, ha sicuramente molte ragioni.
La risposta che può darsi, con onestà intellettuale, potrebbe aiutarla a mantenere fede ai propositi di imparzialità.
Nel contempo ci auguriamo che la Procura di Torino operi in futuro anche nei confronti di coloro che hanno infranto la legge e non appartengono al movimento No TAV.
17 febbraio 2013
Giovanni Vighetti Doriana Tassotti Claudia Ivol
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