Estratto dell’esposto depositato, in data 7 marzo 2013, presso il tribunale di Torino
TRIBUNALE DI TORINO
PROCURA DELLA REPUBBLICA
ESPOSTO
I sottoscritti signori ………………………………………
a fini di giustizia
ESPONGONO
In data 15 febbraio 2013 si è svolta a Torino, nel centro di Torino, con arrivo in Piazza Castello, una autorizzata e pacifica manifestazione studentesca. A tale manifestazione hanno partecipato anche alcuni esponenti del movimento No Tav.
A garanzia dell’ordine pubblico, ai lati di Piazza Castello erano schierati dei plotoni di forze dell’ordine.
In particolare, all’angolo tra Piazza Castello e Via Viotti, era schierato un reparto mobile della Polizia di Stato in assetto antisommossa.
Orbene, prima dell’arrivo del corteo, un sottufficiale di tale reparto, dopo aver parlottato con un superiore, si è rivolto ai membri del reparto e, invitandoli a togliersi il casco, ha rivolto loro urlando le seguenti parole: “Fate attenzione, mi raccomando, stanno arrivando quelli della Val di Susa. Oggi dobbiamo rompergli il culo”. Dopodiché, dopo essersi voltato verso l’ufficiale quasi in cerca di un cenno di assenso, ha passato in rassegna i suoi uomini, scorrendo con il dito i loro volti e poi ha aggiunto: “Avete capito? Sono quelli della Valsusa, oggi la pagano per tutto”.
La scena è stata notata da diversi passanti, ma in particolare dal signor Andrea Doi, presente sul posto in qualità di giornalista del giornale on-line Nuovasocietà (http://www.nuovasocieta.it/). (vedasi allegato).
Per meglio comprendere la gravità del comportamento del sottufficiale (ma, anche, in concorso, dell’ufficiale) occorre fare mente locale sugli episodi di tensione che si sono verificati in questi ultimi mesi (soprattutto da quando il sito di Chiomonte è stato occupato manu militari definendolo “sito di interesse strategico nazionale”), episodi che hanno visto protagonisti esponenti del movimento No Tav da un lato e forze dell’ordine dell’altro. In tale contesto, appare evidente che, tra l’altro a fronte di una manifestazione assolutamente pacifica (come si è poi in effetti rivelata), l’istigazione alla violenza dei reparti mobili appare vieppiù ingiustificata e potenzialmente foriera di gesti inconsulti da parte dei singoli poliziotti.
Non vi è chi non veda che nel comportamento e nelle parole del sottufficiale (e, in concorso, dell’ufficiale) gli estremi del reato di cui all’art. 266 C.P., laddove si tratta espressamente dell’istigazione a militari (“più militari” Cass. Sez. 1, n. 502, 30/03/2007)”a disobbedire alle leggi o a violare il giuramento dato o i doveri della disciplina militare o altri doveri inerenti al proprio stato, ovvero fa ai militari apologia di fatti contrari alle leggi, al giuramento, alla disciplina o ad altri doveri militari…”. Comunque, iura novit curia, e, meglio degli esponenti, questa Ecc.ma autorità inquirente potrà individuare la fattispecie di reato.
Quanto sopra esposto e premesso, gli scriventi auspicano che, dato che nel fatto esposto sussistono estremi di reato, sia perseguito l’autore/gli autori dello stesso.
Nella denegata ipotesi di richiesta di archiviazione del presente esposto, gli esponenti chiedono di essere informati ai sensi dell’art. 408 C.P.P.
Si indica quale persona informata sui fatti il signor Andrea Doi, residente in Torino, Via Galliano 18.
Si allega copia articolo Nuovasocietà.
Torino,
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DELEGA
I sottoscritti ………………………………………………..delegano a rappresentarli e difenderli, nonché a depositare il presente sposto, l’avv. Fabio Balocco del Foro di Torino,
Torino,
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