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29^ seduta pubblica, 28-05-2013 ; Presidenza della vice presidente LANZILLOTTA
(dal resoconto stenografico)

Su dichiarazioni relative ai recenti scontri
presso i cantieri TAV in Val di Susa


SCIBONA (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SCIBONA (M5S). Signora Presidente, colleghi, intervengo solo ora e brevemente in Aula per portare alla vostra attenzione gli sviluppi di quanto accaduto due settimane fa in Val di Susa.
Un autista di una delle ditte impegnate nel cantiere del tunnel geognostico TAV a Chiomonte ha subito una sassaiola contro il mezzo che stava guidando. In quella occasione avevamo condannato l'uso della violenza contro le persone come metodo di opposizione ad un'opera inutile ai cittadini ed imposta dalla politica.
Tuttavia, il senatore Esposito Stefano, intervenendo in quest'Aula, e poi con un comunicato stampa, aveva paragonato me e i miei colleghi piemontesi ad una banda di terroristi, anzi a «fiancheggiatori e collaborazionisti di questi banditi incappucciati», come si legge sul suo sito web.
Tali gravissime ed inaudite affermazioni, riportate da tutte le agenzie di stampa, vennero pronunciate dal senatore del PD per il solo fatto che, secondo la sua onnipotente conoscenza e sensibilità, non avevamo espresso sufficiente distanza da quell'azione aprioristicamente (e senza prove) attribuita ai No TAV.
La questione aveva avuto una notevole eco mediatica, anche in seguito alle dichiarazioni del suddetto e dei colleghi di coalizione Cota, Bonino, Ghiglia, Saitta, Fassino, e per giorni era imperversata sui media la tesi che il movimento aveva imboccato una strada pericolosamente vicina a quella del terrorismo.
Ma ecco che gli altarini si scoprono: sul quotidiano «La Stampa» di Torino di venerdì 24 maggio, a pagina 45 della cronaca di Torino, nel reportage «Lo Stato non lascerà da solo chi lavora a un'opera strategica» si inizia ad intravedere una verità ben diversa da quella immediatamente e volgarmente strumentalizzata e seguita dai media. Una verità, da subito sussurrata in Valle negli ambienti vicini a quelli del lavoratore oggetto della sassaiola. Si legge, infatti, nelle prime righe dell'articolo citato, a firma Tropeano, che sarebbe stato «assalito da alcuni operai incappucciati».
Già le «voci di popolo» indicavano, quali autori della sassaiola, soggetti appartenenti ad ambienti frequentati dal medesimo lavoratore assalito per gli atteggiamenti non proprio urbani del lavoratore assalito nei confronti degli «operai incappucciati».
Ribadisco, sono solo voci e quindi non posso sapere se corrispondano o meno al vero (è in corso, verosimilmente, un'indagine).
Ciò che è del tutto evidente dall'articolo de «La Stampa» che ho citato è che il fatto predetto non poteva e non può essere tutt'ora ricondotto alla lotta No TAV come, invero, balzato sulle prime pagine di tutte le testate nazionali e locali, e ciò con il contributo del medesimo senatore.
Già altre volte il senatore Esposito Stefano si è violentemente agitato per diffondere falsi allarmismi contro il movimento No TAV; comportamento giustamente stigmatizzato dalla medesima DIGOS di Torino che ha condannato la diffusione, ad opera dello stesso, di «notizie imprecise su quanto avviene in Val Susa e soprattutto fare dell'allarmismo a sproposito», come riportato in un articolo dal quotidiano «la Repubblica» del 5 ottobre 2012.
Noi lo ribadiamo da tempo: in Italia c'è un problema di libertà di stampa, problema noto agli organismi internazionali che ci pongono molto in fondo alle classifiche dei Paesi liberi per l'informazione (57° posto), ma ancor più grave è che esponenti politici usino e strumentalizzino tali media a loro personale uso e consumo pur di raggiungere il loro fine politico e, forse, non solo politico.
Ho atteso alcune settimane per svolgere queste osservazioni e rimando al mittente, anche a nome dei colleghi, le accuse di appoggiare chi usa violenza nei confronti delle persone.
Auspichiamo che in futuro non vengano usati tali metodi di volgarissima promozione politica e rimaniamo in attesa di scuse con pari dignità di diffusione rispetto a queste affermazioni pesantemente dispregiative usate contro il movimento No TAV e contro noi parlamentari del Movimento 5 Stelle sui media e presso le istituzioni. (Applausi dal Gruppo M5S e della senatrice Petraglia).

 

ESPOSITO Stefano (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ESPOSITO Stefano (PD). Signora Presidente, intervengo per fatto personale.
Me lo sarei risparmiato, ma, a questo punto, devo fare una cronistoria di cui rispondo e sono pronto a rispondere davanti alle uniche autorità preposte, cioè la giustizia.
Ricordo al senatore Scibona che in questi ultimi due anni, a Chiomonte e dintorni, ci sono state decine di attacchi nei confronti di poliziotti ed operai, nonché minacce ad amministratori favorevoli alla Torino-Lione. La procura della Repubblica di Torino ha emesso circa 700 avvisi di garanzia riferibili a esponenti dell'area autonoma e anarco-insurrezionalista, nei confronti di soggetti che si sono sempre dichiarati, anche nelle aule di tribunale, combattenti per la libertà della Val di Susa, in molti casi utilizzando vecchi schemi e vecchie parole degli anni Settanta. Tra questi ci sono alcuni ex terroristi di Prima Linea e Brigate rosse, che in aula hanno attaccato il procuratore Caselli con le stesse parole con le quali veniva attaccato quando combatteva le Brigate rosse e Prima linea (quelle, sì, che ammazzavano sul serio).
Trovo incredibile che si utilizzi una frase estrapolata da un comunicato di un noto sito No TAV, noto soprattutto per aver rivendicato l'attacco a quell'operaio e per aver rimosso tale comunicato ventiquattr'ore dopo su richiesta del Movimento 5 Stelle (o di un suo noto esponente valsusino, Alberto Perino) perché danneggiava il movimento, dopo aver scritto che quest'operaio è stato probabilmente attaccato perché aveva un'amante. Credo che utilizzare questi strumenti nell'Aula del Senato sia eversione, caro senatore Scibona. (Commenti e applausi ironici dal Gruppo M5S).
Le ribadisco, caro senatore Scibona, che, per quanto mi riguarda, l'unica verità giudiziaria sarà quella della procura di Torino. Il procuratore Caselli, in occasione della visita di due Ministri di questo Governo (quindi, di rappresentanti dello Stato, che io riconosco), ha detto che l'ultimo attacco al cantiere di Chiomonte nei confronti dei poliziotti è stato tentato omicidio. Se lei non è in grado di prendere le distanze e di farsi una ragione delle parole del procuratore Caselli, continui pure a fiancheggiare i cattivi NoTAV, che fanno quello che fanno senza mai una sua parola di condanna né pubblica, né privata. (Applausi dai Gruppi PdL, PD e Aut (SVP, UV, PATT, UPT) - PSI. Commenti dal Gruppo M5S).