UN PAESE AL CONTRARIO
Da 10 giorni oramai Elena (detta
Nina) e Marianna sono rinchiuse nel carcere delle Vallette.
La
loro colpa principale rimane quella di aver partecipato venerdì 9 settembre
all'assedio delle reti al non-cantiere di Chiomonte. Nonostante sia stato
appurato da tutti la loro condotta pacifica e non-violenta, i giudici
continuano a tenerle prigioniere, alla stregua dei peggiori delinquenti.
Ma
questo è un paese che va al contrario: taglia i fondi alle scuole, chiude
ospedali, aumenta le tasse e poi spende 90 mila euro al giorno di forza
pubblica (dal 27 giugno!) per fare la guardia a delle reti in quel di
Chiomonte.
Va al contrario perché i peggiori
delinquenti siedono impuniti in parlamento, mentre Elena, madre di tre figli,
operaia e volontaria della C.R.I. e Marianna, studentessa diciannovenne
impegnata nei movimenti pacifisti, rimangono in carcere.
Va al contrario perché un
procuratore capo delle Repubblica come Caselli, ritiene prioritario presentarsi
all'udienza svoltasi oggi a Torino per decidere la liberazione di Elena,
mandando un messaggio inequivocabile con la sua ingombrante presenza ai
giudici. Fuori da quell'aula la 'ndrangheta continua a spadroneggiare a Torino
come a Milano come in tutto il nord, ma il pericolo sono Elena e Marianna e non
i mafiosi e i politici loro amici.
Va la contrario perché se uno
scienziato-giornalista come Mercalli "osa" denunciare dalla
trasmissione di Rai 3 "che tempo che fa" il problema valle di Susa,
chiedendo una vera analisi di costi/benefici sul Tav e non il carcere per chi
si oppone a un'opera scellerata (il tutto in un minuto e mezzo), succede il
finimondo. La procura di Torino emette subito un piccato comunicato contro la
trasmissione di Fazio mentre i soliti parlamentari gridano scomposti allo
scandalo; intanto le prostitute girano indisturbate nei palazzi di potere usate
come merce di scambio per i loschi affari di lorsignori; ma questo non fa
scandalo, è la normalità, d’altronde è un paese che va al contrario.
Così come è normale che giornalisti
del tg3 regionale e della carta stampata da anni raccontano notizie false,
distorcendo sistematicamente la realtà della valle di Susa, facendo
spudoratamente i portavoce dei Si Tav e censurando sistematicamente la voce dei
valligiani e dei loro sindaci, ma anche questa è la normalità del paese al
contrario.
20 anni di lotta ci hanno
insegnato a non abituarci al peggio, e per questo che continueremo a lottare,
per difendere una terra che amiamo e dare un futuro ai nostri figli, figli che
vogliamo far vivere in un paese che non va al contrario.
Elena e Marianna libere!
Comitato no
tav spinta dal bass – spazio sociale libertario Takuma
21 Settembre
2011