Il clima in
Val di Susa da http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/01/il-clima-in-val-di-susa/154662/
Per capire il clima che si vive in Val di Susa… una testimonianza
per riflettere. Buona (istruttiva) lettura.
Sabato 27 agosto 2011, verso le ore 17, ho visto dalla finestra
della cucina della mia abitazione sita nella frazione San Giuliano di Susa, una
vettura della polizia fermare un’auto nera, su cui erano presenti due ragazzi.
Dalla volante sono scesi due poliziotti e, dopo aver chiesto loro i documenti,
hanno incominciato a perquisire
corporalmente prima i ragazzi e poi l’auto, buttando tutto per terra.
Finita la perquisizione dell’auto e rimessi gli oggetti al suo interno, hanno
incominciato di nuovo a controllare la vettura e a ributtare tutto in aria.
In seguito, dopo circa un’ora e mezza, è arrivata un’altra auto
della polizia e un’auto civile con tre persone a bordo, probabilmente agenti di
polizia in borghese. Questi ultimi hanno fotografato il materiale sequestrato
(un casco giallo, una corda da arrampicata e qualcosa che era dentro al casco)
e i ragazzi. Incuriosito dalla operazioni di polizia, ho scattato alcune
fotografie dalla finestra della cucina a ciò che stava accadendo in strada. A
un certo punto, verso le 18.40 circa, l’agente in borghese con la maglia a
strisce ha indicato che li stavo fotografando dalla finestra e, finita la
perquisizione, ha suonato a casa mia (secondo piano) intimandomi di scendere.
Nel frattempo mia nonna che abita al primo piano, ignara del
fatto che mi avessero suonato e preoccupata nel vedere delle persone in abiti
civili sostare davanti al cancello e scrivere su di un taccuino appunti
controllando la buca delle lettere, è scesa in giardino e ha chiesto loro cosa
volessero. L’agente in borghese con la maglia a righe le ha detto che erano
della polizia e che doveva esibire un documento. Mia nonna ha risposto che non
aveva il documento in tasca. A quel punto le è stato intimato di mostrare il documento altrimenti
avrebbero perquisito la casa. Mia nonna, tremante e terrorizzata
dall’eventualità di una perquisizione, è salita in casa per cercare il
documento che conserva in un cassetto e, avendo presumibilmente impiegato più tempo
di quanto loro avessero previsto, hanno suonato insistentemente il campanello.
Quando è ritornata al cancello per presentare la carta
d’identità, lo stesso signore con la maglia a righe le ha detto di farmi
scendere e, quando lei ha affermato che ero minorenne e che a breve sarebbe arrivata mia madre, ha
detto “appunto perché è minorenne deve scendere”. In quel momento mi
sono accorto che mia nonna era terrorizzata
e, avendo paura che potesse essere assalita da un malore, sono sceso
in giardino a sono andato al cancello, dove il signore con la maglia a righe
stava prendendo i dati dal documento di mia nonna.
Mi hanno chiesto nome, cognome, luogo e data di nascita, poi mi hanno fotografato. Ribadisco che
ero nel giardino di casa mia. Intanto l’agente in borghese con i capelli ricci
mi ha chiesto perché fotografavo. Io ho risposto che era solo per documentare
dei fatti e allora lui mi ha detto che dovevo
smettere di fare le foto alla Polizia e che se avevo la memoria
corta, per cui mi servivano le immagini, avrei dovuto studiare o fare qualcosa
di utile. Ha aggiunto, che se volevo fare delle foto dovevo uscire per la
strada e non scattare dalla finestra. Non paghi, prima di allontanarsi, hanno
fotografato anche la mia abitazione. Durante la notte tra sabato e domenica la
mia nonna, scossa per l’accaduto, non è riuscita a dormire.
Francesco Perino, nato a Susa il 22 marzo 1994, e Marina
Gioberto, nata a Susa il 13 giugno 1934