A quelle imprese non un euro in più"
di Claudio Laugeri e Massimiliano Peggio da La Stampa del 15/04/2012 – cronaca di Torino
«Dalla Provincia di Torino le imprese Coldelfa e Cogefa, costruttrici della bretella Venaria-Borgaro, non hanno ricevuto un euro in più per le riserve richieste del valore di 7 milioni di euro». Così sentenzia il presidente Antonio Saitta, intervenendo nella bufera giudiziaria che si è abbattuta su due opere pubbliche piemontesi, finite al centro di un’inchiesta coordinata dal pm Cesare Parodi e condotta dalla Guardia di Finanza.
La prima opera riguarda direttamente la Provincia di Torino: la circonvallazione Venaria-Borgaro inaugurata nel marzo 2011. La seconda è la variante di Tortona. Due vicende slegate l’una dall’altra, ma confluite nello stesso fascicolo. Su questi due appalti sarebbe calata l’ombra della corruzione. Tre gli indagati: Massimo Fantini, ex vicepresidente del Collegio costruttori di Torino, titolare della Cogefa, nota impresa di costruzioni stradali; l’ingegner Mauro Fegatelli, direttore tecnico della Scr Piemonte, società di committenza per le opere pubbliche della Regione; l’ingegner Domenico Petruzzelli, capo compartimento Anas della Calabria, chiamato a presiedere la commissione tecnica per dirimere un contenzioso tra la Provincia di Torino e il tandem imprenditoriale Codelfa (del Gruppo Gavio) e Cogefa.
Ma andiamo con ordine e concentriamoci sulla vicenda della bretella di Venaria.
Già, perché il commissario nominato dalla Provincia ha espresso perplessità sulla quantificazione dell’accordo, ha spedito persino a Petruzzelli una mail con l’espressione «non esprime l’accordo» da inserire nel verbale per sintetizzare la propria posizione. Ma di tutto questo non vi è traccia nel documento finale. Sottoscritto da tutti.
Il dirigente della Provincia Dario Masera ha parlato di «esagerazioni contabili». Davanti agli inquirenti ha anche ricordato che «Fantini mi invitò a prendere un caffè. Mi chiese se avessimo nominato la Commissione» e spiegò che lui avrebbe voluto Petruzzelli». Un componente della Commissione ha anche raccontato in procura di un «incontro tra Fantini e il presidente Saitta, dove gli stessi avevano già concordato le riserve di 7 milioni. A questo punto, l’accordo bonario era già stato deciso». Prima della riunione della Commissione. Un altro funzionario perplesso, che si è piegato dopo l’invito «del segretario generale, dottor Buscaino». Messaggio difficile da equivocare: «Mi disse “mi girerebbero i coglioni se non firmassi”». Si sentono forti Fantini&C. E parlando del rischio che un componente della commissione non firmi il verbale, un collega lo rassicura: «Se non firma lo licenziano».
Davanti agli inquirenti, il presidente Antonio Saitta ha smentito: nessuno «mi ha mai detto alcunché in ordine alla propria opinione sulla condivisibilità dell’opinione della Commissione». E sulla vicenda dei milioni da sborsare chiarisce: «A fine maggio 2011 abbiamo rigettato le conclusioni della commissione presieduta da Petruzzelli. Un dirigente della Provincia riteneva l’importo troppo elevato». Il contenzioso è ancora aperto. |