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Gli operatori dello sci bocciano la stazione internazionale di Susa

L'opera da 48 milioni di euro che sarà realizzata con la Tav non piace a chi gestisce le piste di Sestriere e Bardonecchia: "

Assurdo far scendere i turisti a Susa e far utilizzare gli autobus, sarebbe un passo indietro"

 

di Fabio Tanzilli da La Valsusa del 8/10/2012 http://www.lavalsusa.it/item.asp?i=3901

Ma a lei pare logico far scendere i turisti sciatori a Susa, per fargli poi prendere un pullman diretto a Sestriere? Non ha più senso mantenere la fermata internazionale a Oulx e Bardonecchia?”.

La domanda, in tutta franchezza, viene fatta non da un facinoroso ambientalista o da un No Tav, bensì da chi investe i propri soldi per l’economia della Valle. Si tratta dell’imprenditore Giovanni Brasso, patron della Vialattea, che gestisce gli impianti di sci di Sestriere, Cesana, Sauze d’Oulx e Claviere. I proprietari delle piste delle Montagne Olimpiche infatti sono preoccupati per quanto si intende fare nella futura stazione internazionale di Susa. In effetti, se davvero con la Tav si riuscirà a collegare in un’ora Milano con Susa, rischia di essere una “fatica” sprecata se poi ci vuole un’altra ora per arrivare sulle piste di sci.

Sestriere, ad esempio, dista a 44 km da Susa, e con un autobus non si impiegano meno di 45-50 minuti per arrivare ai 2000 metri del Colle, soprattutto se si tiene conto dei weekend e dei periodi ad alta stagione, dove il traffico autostradale aumenta. Il collegamento con l’A32 termina a Oulx, e dopo la navetta carica di turisti deve attraversare la tortuosa statale 24 per raggiungere Cesana e poi Sestriere. Ma problemi simili si pongono per Sauze d’Oulx, senza parlare di Claviere e Monginevro.

La scelta di puntare su Susa come stazione internazionale mi lascia perplesso – aggiunge Brasso – anche perché là non c’è turismo, mentre gli sciatori cercano le piste di sci e i luoghi della neve. Non avrebbe più senso far arrivare gli stranieri direttamente sul posto, così come avviene ora?” Ma il presidente della Vialattea chiude con una battuta: “Comunque per ora non ci penso alla stazione di Susa… anche perché mi sa che quando faranno la Tav io non ci sarò più, e magari non ci esisterà più neppure la Vialattea”.

Della stessa opinione anche l’amministratore delegato della Colomion spa, Nicola Bosticco: “Bardonecchia è nata come stazione di sci proprio grazie alle fermate della stazione internazionale, ed è questo uno dei suoi punti di forza – spiega – i treni che fermano qui ce li abbiamo dal 1800, e perdere questa opportunità nel 2015 sarebbe davvero un passo indietro. Un passo indietro per il turismo, perché per un turista – che arrivi da Milano o da Parigi – non è la stessa cosa raggiungere le piste scendendo dal treno o dover utilizzare coincidenze, autobus e altri trasporti. Non è casuale che la nostra sede aziendale sia proprio di fronte alla stazione ferroviaria: qui arrivano i tour operator con gli scarponi ai piedi e skipass, pronti ad essere portati dopo 10 minuti sulle piste. E’ improbabile farlo se devono scendere a Susa, prendere un bus e arrivare fino a Bardonecchia in autostrada. Non dobbiamo assolutamente perdere le fermate internazionali: il turismo invernale è già in crisi, se ancora ci tolgono i trasporti che servono, rischiamo di avere danni seri”.