Progetti inutili, penali non dovute: il passante costa 22 milioni in più La Corte dei Conti indaga su 9 dirigenti delle ferrovie
di Ottavia Giustetti da Repubblica del 29/05/2012 - Cronaca di Torino
Costi per la realizzazione del passante ferroviario lievitati senza motivazione, riconosciute penali inesistenti, mai chiesti i risarcimenti per il ritardo nella consegna dell'opera. La Corte dei conti indaga nove dirigenti di Rfi e Italferr, le due società del Gruppo Ferrovie dello Stato incaricate di gestire gli appalti perché li ritiene responsabili di aver prodotto un danno erariale di 22 milioni di euro.
L'inchiesta si concentra a partire da primi mesi del 2007, quando dopo pressanti insistenze dell'amministrazione comunale, Italferr modifica il progetto e autorizza la linea sotterranea per il passante sotto la Dora. Secondo i magistrati contabili e la Guardia di finanza del comando provinciale che hanno preso in esame la documentazione degli appalti, due studi per la linea in superficie sarebbero stati commissionati quando la decisione di interrare la ferrovia era già stata ufficialmente presa. Questi studi sono costati al committente 4,5 milioni di euro inutilmente.
Altro capitolo contestato, la rescissione del contratto con ditte vincitrici e il pagamento della sanzione di 7 milioni di euro. Non è passato inosservato all'esame della documentazione da parte degli uomini delle Fiamme gialle che quell'indennizzo, riconosciuto alle imprese appaltatrici per la rescissione del contratto originario, non era dovuto. È difficile immaginare secondo gli inquirenti quale possa essere il danno subito, visto che le stesse imprese, anche con il nuovo progetto, hanno mantenuto l'appalto per l'esecuzione dei lavori, per un valore complessivo di oltre 442 milioni di euro.
Infine, sempre secondo l'accusa, nessuno sarebbe andato a bussare proprio a quelle stesse imprese, anni dopo per chiedere il risarcimento di 10 milioni di euro fissato dal contratto in caso di ritardi nella consegna dell'opera. Nel caso del passante non si tratterebbe affatto di un periodo trascurabile, agli atti risulta che siano stati ben 775 i giorni di differenza tra la data prevista per la consegna della cosiddetta «fase ovest» del passante e quella effettiva. Poco plausibili le giustificazioni addotte dalle imprese secondo gli inquirenti, motivazioni che sono state accettate dal committente pubblico senza muovere alcun rilievo.
I magistrati contabili hanno quantificato in oltre 22 milioni di euro il presunto danno erariale, causato dalla cattiva gestione dei fondi pubblici per il passante e hanno chiamato nove persone, ingegneri che all'epoca dei fatti erano dirigenti delle società delle Ferrovie dello Stato. Ora, la Procura Regionale della Corte dei Conti, dopo aver esaminato il rapporto dei Finanzieri, chiederà delle memorie difensive agli interessati, per poi decidere la loro eventuale citazione in giudizio. Il Gruppo Ferrovie dello Stato in un comunicato dice di aver a sua volta avviato una serie di verifiche sulla realizzazione dell' opera e di essere a disposizione della Corte per ulteriori chiarimenti. |