vai alla home page

Bookmark and Share

 

Compensazioni, il progetto Valsusa di aziende e sindacati

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 11/05/2012 – pag. 3

 

La discussione sulle com­pensazioni per il Tav entra nel vivo. Un progetto di sviluppo per la valle di Susa in vista della Torino-Lione per utilizzare i fondi messi da parte dal Cipe (10 milioni) e per rastrellare tutti i soldi disponibili nei diversi strumenti di fi­nanziamento pubblico, sarà presentato ai sindaci venerdì 18 a Susa. Lo hanno preparato le organizzazioni datoriali insieme a quelle sindacali, utilizzando il Dipartimento interateneo del Po­litecnico e Siti, l'Istituto superiore sui sistemi territoriali per l'innovazione, sempre del Politecnico. Si tratta di Confindustria Piemonte, Cgil, Cisl, Uil, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Ance, Confcooperative, Legacoop, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confagricoltura, Cia, Coldiretti.

 

Un lavoro che va avanti da gen­naio e che ora è arrivato alla prima bozza da integrare, appunto, con le proposte dei sindaci, che sono già stati incontrati (25 su 40 in­vitati) una prima volta all'Hotel Jolly di Torino.«Non è costato nulla - ci tiene a precisare Paolo Balistreri, segretario generale di Confindustria Piemonte e diret­tore del comitato Transpadana -  Il Politecnico ha utilizzato giovani dottorandi e le organizzazioni datoriali e sindacali hanno impiegato i propri staff. Dunque nessun costo per consulenze esterne».

 

Un progetto di sviluppo che rischia di sovrapporsi a quelli a cui stanno già lavorando l'Osservatorio e la Provincia.«Non vogliamo contrapporci a nessuno - continua Balistreri - Il nostro vuole essere soltanto un contributo con una forte visione d'insieme, per lo svi­luppo dell'intero territorio che va da Orbassano all'alta valle con un focus particolare sulle potenzialità della valle di Susa. Lavoriamo già ora con Osservatorio e Provincia, oltre che con la Regione. Conse­gneremo il progetto a loro e a chi dovrà gestire un piano di sviluppo per il territorio».

 

Per Confindustria e sindacati, il problema non è tanto raccogliere le idee, quanto coordinarle e attri­buire a tutte una fonte di finanzia­mento in un quadro di scarsezza di risorse. «Non si può guardare soltanto ai soldi stanziati per le compensazioni che tra l'altro, saranno attribuiti in buona parte ai comuni interessati dai cantieri. Ma si tratta di fare convergere su progetti di valle finanziamenti ordinari come i fondi Fas, ai fondi per il postolimpico, ai bandi per cultura e turismo, per la mobilità etc. Ma, poi, la vera sfida sarà la gestione del piano per il territo­rio. Che lo faccia l'Osservatorio o il futuro soggetto promotore dell'opera, si dovrà sventare il pericolo che negli anni si perda il coordinamento, la visione unitaria dei singoli progetti».

 

Il piano ha già individuato alcuni assi privilegiati di intervento, che in fin dei conti non si discostano molto da quelli già individuati in passato. Sono cinque: la gestione degli ambienti naturali del fondo-valle e del futuro Parco della Dora; la riqualificazione e il riordino del patrimonio architettonico; la riqualificazione urbanistica con la riconversione di aree dismesse; l'accessibilità, la mobilità con la ricettività turistica; la promozione e la comunicazione dell'immagine turistica e produttiva della valle.

 

Si parte da quello che c'è. Non viene immaginata una riconver­sione economica o una nuova vo­cazione produttiva della valle.«La nostra principale preoccupazione è di creare uno sviluppo duraturo che non si fermi alle ricadute dei cantieri - precisa Graziella Rogolino, segretaria regionale della Cgil - La valle di Susa ha vissuto una deindustrializzazione che ha gene­rato una recessione profonda ben prima di quella finanziaria. Però non vogliamo inventare nulla. Ad esempio, pensiamo a uno sviluppo industriale che riprenda il rappor­to con l'agricoltura, attraverso le attività di trasformazione. Oppure allo sviluppo legato al turismo nelle sue diverse forme e all'at­trattività dei luoghi per le imprese. Per il sindacato è importante che la valle esca dalla sua crisi. Avremmo dovuto occuparcene in questi ter­mini anche senza la Torino-Lione, ma è ovvio che i fondi che potranno arrivare su quest'area e l'atten­zione politica che si è catalizzata sulla valle di Susa sono uno stimolo ancora maggiore».

 

Il piano«dovrà avere un quadro economico ragionevole - aggiunge Balistreri – E’ inutile un libro dei sogni da un miliardo e 300 milio­ni, con i costi che aveva il Piano strategico della Provincia. Qui sì tratta ili individuare interventi per 100-200 milioni, sufficienti per fare ripartire l'agricoltura, la manifattura e il rilanciare il turismo».

 

«Si tratta anche di non disper­dere i fondi e di dare un indirizzo preciso a tutti gli interventi - preci­sa la Rogolino - II sindacato darà il suo appoggio e fornirà tutto il suo supporto conoscitivo se la posta in gioco sarà il rilancio duraturo del territorio. Una logica diversa dalle classiche compensazioni».