Un chilometro di Tav costerà 120 milioni

Virano agli imprenditori: la Torino-Lione si può costruire “a pezzi”

 

di Maurizio Tropeano da La Stampa del 29/6/10 – pag. 68

 

Un costo di 120 milioni al chilo­metro. Ecco il prezzo per la co­struzione della nuova linea fer­roviaria Torino-Lione, che in territorio italiano correrà per il 90 per cento in galleria. Il mega­tunnel costerà 9,6 miliardi di euro, 2 in più di quelli del vecchio progetto bocciato dalle proteste No Tav e poi modifica­to attraverso il lavoro dell'Os­servatorio guidato da Mario Vi­rano. L'Unione Europea ci met­terà il 30%, circa 2,9 miliardi; il resto Roma e Parigi. In base agli accordi internazionali l'Ita­lia si dovrà accollare il 63% del­le spese (4,7 miliardi) anche se Palazzo Chigi punta a rinego­ziare l'intesa. Per realizzare la tratta nazionale da Chiusa San Michele a Setti­mo serviranno 4,4 miliardi mentre la Fran­cia ne spenderà 6 per adeguare la rete fino a Lione. «Complessivamente parlia­mo di un investimento di 20 mi­liardi», spiega Virano illustran­do il progetto preliminare al­l’assemblea dell'Unione Indu­striale di Torino.

 

Industriali che per bocca del loro presidente, Gianfranco Carbonato, si erano detti pron­ti «in questo quadro di ritrova­te certezze a dare contributi concreti e ad impegnarci affin­ché l'opera, strategica per il no­stro territorio ed il nostro Pae­se, venga realizzata al più pre­sto». Un impegno rafforzato ie­ri dalla presenza della leader nazionale Emma Marcegaglia.

 

Il dossier adesso dovrà esse­re approvato dalla conferenza intergovernativa italo-francese in programma il 9 luglio, anche se Virano ha costantemente in­formato i due governi e il commissario europeo per la realiz­zazione del corridoio 6 dei risulta­ti del lavoro dell'Osservatorio spiegando che «in un periodo di crisi internazionale è evidente che è necessario tenere in consi­derazione le possibilità di spesa dei singoli governi».

 

E così si fa sempre più concre­ta l'ipotesi di realizzare la «Tav a pezzi», cioè attraverso fasi suc­cessive di intervento legate alla certezza delle risorse. Spiega Vi­rano: «Per realizzare la Tav non serve mettere in cassaforte 20 miliardi di euro ma un impegno dei governi ad assicurare per 13/15 anni un flusso costante di fi­nanziamento». L'Italia dovrebbe assicurare 700/800 milioni l’an­no. Se c'è questa certezza finan­ziaria allora si possono individua­re opere prioritarie, cioè «quelle che possono essere realizzate in modo da assicura­re ricadute economiche in tempi più rapidi», spie­ga ancora Virano.

 

Certo si dovrà partire dal rispet­to degli accordi internazionali e dunque dall'avvio dei cantiere per il tunnel di base ma in territo­rio italiano si potrebbe partire con la realizzazione della stazio­ne internazionale di Susa e della nuova sistemazione della piana di Chiusa San Michele. Per quan­to riguarda la tratta nazionale gli interventi iniziali si potrebbero concentrare tra Avigliana e Orbassano per permettere di realiz­zare i collegamenti della linea 5 del sistema ferroviario metropo­litano, compresa la fermata del San Luigi.

 

Ipotesi di lavoro che si do­vranno confrontare con le criti­che di chi, come Antonio Ferrentino, sindaco di San Antonino, sottolinea come «il progetto preli­minare non abbia affrontato alcu­no dei problemi sollevati dai tec­nici dei comuni valsusini che han­no accettato il dialogo».