Val Susa, la Tav si allontana rimossi i cantieri di Venaus 
 
Il motivo ufficiale: controllare i danni subiti durante gli scontri di dicembre 
Il sindaco del paese, Durbiano: questa è la prova che ha vinto il buonsenso

Tolti ruspe camion e scavatrici. Applausi della gente. Domani incontro tra Prodi e la De Palacio 

di Paolo Griseri  da Repubblica del 20/6/06 – pag. 26


TORINO - Prima una ruspa, poi un camion, poi una scavatrice. Per ogni mezzo che esce dal cantiere, il centinaio di persone che si accalca sul lato opposto della strada si lascia andare a un applauso liberatorio. Quelle macchine un po´ ammaccate dalla battaglia dell´8 dicembre scorso sono il nemico che fugge, sono la vittoria di chi si è opposto per tutto l´inverno alla Tav e all´inizio dei lavori a Venaus. Per portare quelle ruspe nell´area del cantiere, una notte del novembre scorso polizia e carabinieri avevano organizzato un´operazione in grande stile, bloccando tutte le vie d´accesso e facendo entrare i macchinari alle tre di notte. Era stato il segnale che aveva acceso la miccia dello scontro. La notte del 6 dicembre, con un secondo blitz, la polizia aveva distrutto l´accampamento dei No Tav. L´8 dicembre i valsusini avevano rioccupato l´area e una parte dei centri sociali aveva attaccato gli agenti provocando danni per centinaia di migliaia di euro alle macchine. Ieri l´epilogo. Il sindaco di Venaus, Nilo Durbiano, osserva la scena e commenta: «Questa è la vittoria di chi si oppone all´idea di far partire i cantieri con la militarizzazione del territorio. È la prova che ha vinto il buon senso».

 

I macchinari della Cmc, la cooperativa ravennate che doveva iniziare lo scavo, sono stati rimossi per ordine del pm torinese Patrizia Caputo: «La decisione ci è stata comunicata domenica sera - racconta il presidente della cooperativa, Massimo Matteucci - e ci è stata motivata con la necessità di sottoporre le macchine alle perizie tecniche per valutare i danni subiti negli scontri dell´8 dicembre». Per il momento le ruspe sono state sistemate a pochi chilometri di distanza dal cantiere ma difficilmente torneranno al loro posto in tempi brevi: «Non sappiamo nulla - dice Matteucci - ma credo che a questo punto tocchi alla politica stabilire tempi e modi per la ripresa dell´attività».

 

La politica si trova, indubbiamente, in una situazione difficile. Domani è prevista la visita a Roma di Loyola De Palacio, incaricata dalla Commissione europea di seguire la realizzazione della Torino-Lione. De Palacio incontrerà Romano Prodi e chiederà qual è la posizione del governo italiano «perché nelle prossime settimane l´Europa deve decidere se stanziare i fondi necessari a finanziare il progetto». E il 4 luglio è prevista a Lione la riunione della Cig, la Conferenza intergovernativa italo-francese che avrà all´ordine del giorno anche la questione della Tav. Un calendario stringente di appuntamenti decisivi. Nell´attesa, gli anti Tav della val Susa si godono la loro piccola vittoria. E festeggiano sul prato di Venaus la ritirata del nemico. Una scena che certifica la fine della strategia della forza seguita senza successo dal governo Berlusconi. Tocca ora al centrosinistra dimostrare che la strada del dialogo può dare frutti migliori.