"L´Alta Velocità va ridiscussa" 

Stasera il vertice di maggioranza in Regione.  Prc, Comunisti e Verdi insistono sul no con la Bresso
 
De Ambrogio polemico: "Qualcuno vuole drammatizzare" 

Moriconi: "In fase di elaborazione del programma eravamo stati chiari e netti" 
Robotti: "Era un´opera sbagliata sotto Ghigo e lo resta anche adesso. Inutili gli ultimatum" 


 Di Marco Trabucco da Repubblica del 23/5/ 2005 - pag. I – cronaca di Torino


«La Torino Lione era nel programma? È vero, ma noi abbiamo sempre detto a Bresso che su quel punto ci tenevamo le mani libere». Non accenna a rientrare la contestazione degli undici consiglieri della maggioranza di centrosinistra che chiedono a Mercedes Bresso di riaprire la discussione «senza pregiudizi» sulla linea di alta velocità in valle Susa.

A opporsi a quell´opera sono tre partiti, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi e Mariano Turigliatto, eletto nella lista «Insieme per Bresso». Gli undici hanno firmato insieme la settimana scorsa una lettera sul tema. La presidente della Regione ha replicato confermando che quella linea si dovrà costruire. E ha convocato, per questa sera alle 18,30 in piazza Castello un vertice della maggioranza.


«Bresso dice che non chiede a nessuno di abiurare alle proprie idee - spiega Alberto De Ambrogio segretario regionale di Rifondazione - noi facciamo altrettanto. Sappiamo che nel programma elettorale c´era il sì alla Torino-Lione. Ma Bresso sa altrettanto bene che sul quel punto noi avevamo chiesto e ottenuto l´autonomia programmatica. A me comunque sembra che si stia drammatizzando troppo la questione. Anche perché noi su questo tema chiediamo solo che sia riaperta la discussione senza pregiudizi. Capisco che le decisioni sono state prese e saranno prese a livello nazionale e europeo, ma la Regione ha un peso importante: e vanno valutate le tante negatività di un progetto, l´eccessivo costo economico, l´impatto ambientale devastante. Un prezzo che ci sembra eccessivo per giustificare l´opera. Credo poi che sia interesse di tutta la coalizione, e non solo nostro, riaprire la discussione visto che è contraria a quell´opera l´intera valle Susa». Simile la posizione di Enrico Moriconi, capogruppo dei Verdi a Palazzo Lascaris: «Mi sembra eccessiva la reazione di Bresso anche perché noi eravamo stati molto chiari sul punto al momento della discussione del programma. E poiché è vero che le decisioni non si prendono qui, ma a Roma e a Parigi, noi chiederemmo questa sera che la discussione sia portata a un tavolo nazionale. Mi risulta che Prodi abbia chiesto ai Verdi se e quali grandi opere siano davvero importanti. Non si può costruirle tutte, vista anche la situazione economica».


Contrari sono anche i Comunisti Italiani: «Sulla Tav per noi non cambia nulla - dice il capogruppo Luca Robotti - era un´opera sbagliata durante il governo Ghigo, lo rimane oggi sotto il governo Bresso. La presidente Bresso non ce ne voglia: non riescono a fare neppure la Fed e lei chiede alla sua maggioranza di chiudersi in clausura. Suvvia, siamo seri. Le forze politiche del centro sinistra sono, per differenze, peculiarità e radicamento sociale la vera ricchezza del Paese, non sciupiamo tutto con inutili e pericolosi ultimatum e richieste di annullamento dell´identità di ciascuno».