Tosco (Cisl): "Una tregua olimpica per ripensare come realizzare l´opera"

Si fa strada l´idea di una pausa di riflessione, ma resta il nodo del cantiere di Venaus 

Da Repubblica del 18/11/05 – Cronaca di Torino

 
La val Susa si avvia a una «tregua olimpica». Nessuno ancora lo dice ufficialmente, ma è nei fatti che, dopo il mercoledì di protesta contro la Tav, l´idea di una pausa di riflessione fino a primavera, quando i Giochi Olimpici (e magari anche le elezioni politiche) saranno ormai passati, solletica tutti.

 

Resta però da risolvere il nodo dell´apertura del cantiere di Venaus che dovrebbe avvenire entro la fine di novembre, pena il rischio di perdere i finanziamenti dell´Unione europea.

Regione, Provincia e Comune chiedono che si faccia, per dare un segnale preciso sulla volontà di costruire la linea. Dall´altra parte gli anti Tav pongono come precondizione non discutibile il rinvio di quel cantiere.

Per cercare di superare l´impasse la Regione ha convocato per il 28 novembre un incontro cui parteciperanno Bresso, Saitta, Chiamparino, i rappresentanti dei sindaci della Val Susa e Luigi Rivalta, presidente della commissione tecnica sulla Tav.

 

L´unico comunque che, finora, ha parlato apertamente della necessità di una «tregua olimpica» è stato Nanni Tosco, segretario provinciale della Cisl. Lo ha fatto, tre giorni fa, con un articolo sul quotidiano Conquiste del lavoro: «Quello della Tav è un problema che divide trasversalmente i partiti come i sindacati - spiega - e non è una questione locale, ma nazionale. Come Cisl non abbiamo aderito alla manifestazione, e continuo ad essere convinto che sia stato giusto così. Adesso però è arrivato il momento della riflessione: per me l´alta velocità va fatta, ma si può discutere del come. E durante la tregua non si deve stare fermi, ma mettersi attorno a un tavolo a discutere di questioni concrete».

 

«Certo, dopo la manifestazione bisogna tornare a discutere nel merito - replica il presidente della Provincia Saitta - ma prima di parlare di tregua olimpica credo si debba dare un segnale concreto a livello internazionale sulla nostra volontà di andare avanti nel progetto». «L´ipotesi di una tregua olimpica è tra quelle in campo - dice invece la presidente della Regione Mercedes Bresso - bisogna però vedere cosa succederà nei prossimi giorni. E resta il nodo di Venaus, senza il quale si perdono i fondi Ue». Sulla stessa linea è il sindaco Sergio Chiamparino: «Tregua sì, ma solo se finalizzata a un percorso con scadenze e obiettivi precisi. No, se è solo uno strumento per ulteriori rinvii sine die».

 

Sospensione di ogni attività di sondaggio, via le forze di polizia, ripresa dei lavori della commissione Rivalta «ma senza gli strattonamenti continui» di chi ogni giorno chiede dati per i sondaggi. Il giorno dopo la marcia dei cinquantamila, Antonio Ferrentino, presidente della comunità montana Bassa Val Susa, chiede un incontro con le istituzioni e presenta l´elenco delle sue richieste. «Mi auguro però - dice - che le reazioni di Bresso e degli altri non siano quelle che ho letto ieri. Di fronte a una radicalizzazione l´inevitabile risposta sarebbe a sua volta una radicalizzazione del no».

 

Lancia una proposta di mediazione anche Rifondazione: «L´Unione deve affrontare il confronto sulla Tav promuovendo un seminario pubblico sulla Torino-Lione - dice il segretario regionale Alberto Deambrogio - Soprattutto deve affrontare la proposta del popolo no-Tav, che chiede di ammodernare la linea ferroviaria esistente: permetterebbe di aumentare il traffico merci del 150 per cento con una spesa pari a un ventesimo di quanto richiesto dal progetto Tav attuale. Si liberi il tavolo di discussione dal cantiere di Venaus e si ricominci a discutere davvero».