Tav, i sindaci sparano sul dossier Ue

Da Chiomonte a Buttigliera, un coro di critiche sul metodo del governo

 

di Marco Giavelli da Luna Nuova del 22/1/08 – pag.3

 

Manco a dirlo, piovono criti­che a raffica sul dossier attraverso cui il governo è riuscito a strappare i finanziamenti europei. Da parte dei sindaci valsusini gli aggettivi si sprecano: confusione, superfi­cialità, totale indeterminatezza, solo per citarne alcuni. Alcuni primi cittadini non vogliono nemmeno addentrarsi nel merito di un'ipotesi progettuale buttata lì giusto per ottenere il sì di Bruxelles, senza alcun dettaglio cartografico e con tempi di realizzazione già scaduti in partenza. Quasi a dire "non ne vale neanche la pena". Le critiche sul metodo, però, quelle ci sono. E sono feroci.

 

È Renzo Pinard, sindaco di Chiomonte, il comune che dovrebbe "ac­cogliere" il maxi-tunnel, il primo a scagliarsi contro il metodo seguito dal governo: «Non accetto nessun tipo di imposizione: sono nettamen­te contrario a questo modo di fare. Le progettazioni vanno fatte con il buon senso di tutti e dovrebbero eventualmente venire fuori dopo so­pralluoghi e discussioni sul posto, non in questo modo. E poi, come avevo avuto modo di dire anche al sottosegretario Enrico Letta, non si può elaborare un dossier che pre­figura una nuova linea ferroviaria sul nostro territorio senza legarlo ad un progetto complessivo per lo sviluppo di questa valle. Ora come ora, dovessi dare un parere, anch 'io direi subito di no».

Quanto all'ipotesi progettua­le avanzata, tunnel di base più viadotto che attraversa le Gorge chiomontine, Pinard è drastico: «Loro pensano alle Gorge come alla pianura padana, ma qui sia­mo in montagna, lo scenario è totalmente diverso. Un’ipotesi di quel tipo non può essere accettata nel modo più assoluto. Sia per il suo elevato impatto ambientale, sia per una questione di principio: nell 'ex discarica della Colombera avremmo voluto realizzare un parco pubblico, ma la Provincia ci ha sempre negato l'autorizzazione a installare delle panchine e a farvi un parcheggio perché si tratta di una zona alluvionale e perché si impedirebbe il deflusso delle acque. Insomma, là per la Provincia non si può fare niente. E a loro, invece, è tutto consentito? Mi sembra una presa in giro bella e buona», attacca Pinard, che tra l'altro il 30 non potrà partecipare al tavolo politico di Palazzo Chigi a causa di impegni lavorativi già presi da tempo. «In ogni caso, una cosa è certa: sulle decisioni speci­fiche che riguardano Chiomonte, il nostro Comune non delegherà mai nessuno».

 

Intanto a Venaus, da cui Chiomonte ha ereditato il pesante fardel­lo del maxi-tunnel, non si abbassa di certo la guardia: «Nulla di nuovo sotto il sole dal dossier di Bruxelles - commenta il sindaco Nilo Durbiano - si tratta di un’ipotesi tutt altro che ben specificata, ma che comun­que non mi tranquillizza affatto: l'idea proposta è impattante tanto quanto quella precedente. Finché l'Osservatorio non ha concluso i suoi studi sul nodo di Torino, de­terminanti per poter attivare un confronto politico serio, parlare di tracciati mi sembra fuori luogo. Le ipotesi che vengono fuori da questo dossier sono irricevibili e inop­portune. Solo una volta ultimate le analisi sul nodo di Torino, su cui è più che mai urgente intervenire, e lo dico sia come pendolare, sia come ferroviere, si potrà aprire la fase decisiva del confronto. Fase a cui non mi sottrarrò, anche se si dovesse ragionare di ipotesi progettuali, poiché come rappresentante delle istituzioni il mio compito è quello di dialogare. Fase in cui, sulla base dei dati discussi dall'Osservatorio, bisognerà prendere delle decisioni partendo dai quattro possibili sce­nari che tutti conosciamo: opzione zero, potenziamento della linea storica, tracciato sinistra Dora o destra Dora. A Roma sarà fonda­mentale arrivare con una posizione unitaria almeno della valle, ma se possibile di tutti i territori coinvolti, per rimarcare che il confronto deve proseguire secondo il mandato dato in origine a Virano».

 

Totale bocciatura delle ipotesi del dossier anche da Mattie, dove sarebbe prevista una discenderia di tre chilometri. Il sindaco Cesare Bellando non ha dubbi: «II mio giudizio su questa bozza è total­mente negativo: sono sempre stato contrario a quest'opera di fronte a qualsiasi progetto. Ora vedremo cosa succederà al tavolo politico: a Roma bisognerà fare in modo di non parlare di tracciati, anche perché i quaderni dell 'Osserva­torio dicono che questa linea non è satura. E poi bisogna risolvere prima di tutto il nodo di Torino».

 

A Villarfocchiardo, dove in bor­gata Comba dovrebbe sbucare il "tunnel dell'Orsiera", il sindaco Luigi Franco appare sconcertato dalla natura del dossier presen­tato dal governo, prima ancora che dall'ipotesi progettuale che coinvolgerebbe pesantemente il territorio del suo comune: «Sono rimasto molto stupito dal fatto che l'Unione europea, sulla base di una documentazione così fumosa, abbia concesso questi finanziamenti. Se noi piccoli comuni presentassimo dei progetti elaborati con una tale superficialità, non beccheremmo mai un soldo. Se davvero il tunnel dovesse uscire alla Comba sven­trerebbero una bella fetta del mio paese, ma per ora non intendo nemmeno prendere in considera­zione l'ipotesi: finché viene fatta in quel modo non merita nemmeno di essere contestata, se poi ci faranno vedere qualcosa di più serio, allora se ne discuterà. A Roma dovremo chiedere con forza al governo che non spaccino più l'Osservatorio come un qualcosa che ha permes­so di ottenere il consenso della popolazione, ribadendo che per noi è fondamentale concludere la discussione sul nodo di Torino. E poi vogliamo sapere quali politiche di trasporto si vogliono seguire: il rischio concreto è che facciano un bel tunnel da una parte quando poi, dall 'altra, continueranno a viaggiare migliaia di tir».

 

Sulla stessa linea Antonio Ferrentino, che in qualità di sindaco di Sant'Antonino commenta: «Lo sappiamo tutti che quando si fa una richiesta di finanziamento su un qualsiasi bando si cerca di dare per scontate anche cose che non ci sono ancora pur di ottenere i soldi, ma quel dossier è di un'in­determinatezza tale che diventa davvero difficile avere un qualsiasi approccio tecnico: a Roma sarà importante non parlarne nel modo più assoluto, proprio per evitare di dargli la benché minima validità. Per queste ragioni, come sindaco, non mi sento di esprimere alcuna valutazione: secondo quell'ipotesi Sant'Antonino sarebbe attraver­sata all’aperto per due chilometri, ma dove? Cosa vuoi dire? Se sarà necessario faremo le nostre valutazioni quando avremo gli elementi per poterle fare».

 

Altra novità introdotta ufficial­mente dal dossier è l'attraver­samento della collina morenica con un nuovo tunnel. Ipotesi che chiamerebbe in causa anche il territorio di Buttigliera, che però nell'Osservatorio e al tavolo poli­tico non ha alcun rappresentante: «Continuo a essere sconcertato da come viene gestita questa vicenda - attacca il sindaco Paolo Ruzzola - Tempo fa gli assessori regionali e provinciali, così come lo stesso Virano, avevano preso l'impegno di coinvolgerci nella discussione tec­nica e politica, visto che oltretutto Buttigliera sarebbe attraversata da alcuni chilometri di galleria, ma fin qui non abbiamo visto nulla. Spia­ce, anche perché abbiamo sempre tenuto un atteggiamento moderato e corretto, senza pregiudizi. In due o tre occasioni Virano ci ha tenuti informati, questo va detto, ma non sappiamo se e quando potremo avere un nostro rappresentante ai tavoli. Sul tracciato è impossibile esprimersi: solo quando avremo davanti un progetto, faremo le nostre valutazioni».