La lotta No Tav riparte dal Seghino

Oggi un presidio per “salutare” i sindaci in conclave sul Rocciamelone

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 29/8/08 – pag. 3

 

Oggi alle 7del mattino i NoTav tornano al Seghino per una nuova manifestazione contro i sindaci che hanno accettato l'inizio della pro­gettazione preliminare per il Tav.

I sindaci passeranno sulla strada che porta al rifugio La Riposa, con la propria auto e alla spicciolata. Si tratta del gruppo di lavoro di una quindicina di primi cittadini di valle e cintura che, secondo le indicazioni della conferenza dei sindaci del 4 agosto, devono elaborare un documento comune.

II presidio al luogo storico dell'au­tunno caldo del 2005 è un'inizia­tiva partita all'ultimo momento, dall'assemblea di mercoledì sera a San Didero. Anche per questo dovrebbe trattarsi di una semplice "presenza" per ricordare ai sindaci che il movimento vuole la rottura immediata con il governo, l'uscita dall'Osservatorio e il dietrofront sul fasaggio del "Fare". Non do­vrebbe quindi essere impedito alle auto di transitare sulla strada. «Se i comitati vogliono salutarci - chie­de Antonio Ferrentino - facciano pure. Mi auguro soltanto che non sia impedito lo svolgimento della nostra riunione».

 

I sindaci elaboreranno un docu­mento che sarà sottoposto lunedì all'approvazione della Conferenza dei sindaci. Si tratterà in pratica della posizione da prendere nella seconda fase dell'Osservatorio quella che anche i sindaci hanno accettato essere la fase della pro­gettazione preliminare. Questo documento supera gli altri, suc­cessivi all'accordo di Pra Catinat. Di questo testo si discuterà nelle amministrazioni comunali della valle e della cintura per approvarlo in giunta o in consiglio comunale, a seconda di cosa decideranno le maggioranze politiche. Proprio per dare tempo ai comuni di discuterne Ferrentino ha chiesto a Virano di ritardare la convocazione della prima riunione dell'Osser­vatorio (la prima della nuova fase progettuale) che il commissario governativo aveva già convocato per il 9 settembre. La richiesta è per una nuova convocazione al 23 settembre.

 

Mentre tra i comitati e i sindaci No Fare circola già un consuntivo sui comuni che non hanno ap­provato né il Fare né l'accordo di Pra Catinat nella loro integrità tra una moltitudine di precisazioni e distinguo, Ferrentino sa bene che sul consenso interno si gioca la partita più immediata, anche in vista degli accordi per le elezioni comunali del prossimo anno. «Su questo documento cercheremo il più ampio consenso - assicura - C'è da tenere insieme i comuni della valle e della cintura». E i rapporti con i sindaci dissidenti e con i comitati, sempre più tesi? «Ognuno faccia come crede e scelga le posizioni che crede. Noi rispetteremo le posizioni di tutti ma chiediamo che altrettanto facciano i comitati».

 

Il documento conterrà il Fare, la proposta che chiede di iniziare a migliorare il trasporto locale e di attuare politiche di spostamento delle merci dall'autostrada al treno, prima di pensare all'alta ca­pacità; e poi di pensare a una linea che ripercorra la linea storica e il Frejus prima di ragionare sul tun­nel di base. Inoltre si chiederanno garanzie giuridiche sul controllo delle diverse fasi di lavoro decise a Palazzo Chigi, comprese le politiche di trasporto locale e di intermodalità. E poi si chiederanno risorse certe per progettare tutto il sistema del trasporto locale nell'area tori­nese e nella valle di Susa, anche nel quadro del Progetto strategico coordinato dalla Provincia, che è stato sostanzialmente accettato anche dal governo.

 

Ma anche quando ripartirà l'Os­servatorio resterà sempre l'inco­gnita dei finanziamenti europei e il rischio che il governo decida di far partire qualche sondaggio o tunnel esplorativo per non perdere gli unici soldi certi messi a disposizione per la Torino-Lione: i 441 milioni per l'Italia, parte dei 671 milioni stanziati dall'Europa per la prosecuzione degli studi.

 

Già c'è stato, da parte del commissario europeo Tajani, l'annun­cio al Meeting di Comunione e liberazione che l'Europa è pronta a staccare il primo assegno dei 671 e rotti milioni di euro per la tratta internazionale della Torino-Lione dietro presentazione entro fine anno del conto dei primi lavori fatti. Proprio per questo il Tavolo di Palazzo Chigi di luglio aveva deciso di riformulare il dossier presentato all’Ue per i finanziamenti. Quel dossier prevedeva l'inizio dei lavori per i tunnel geognostici entro l'estate 2008. Finora non si è ancora visto niente, a conferma che Di Pietro e il suo direttore Fontana avevano solo l'intenzione di bloccare i soldi europei, senza ancora sapere bene come spenderli.