Rottamazioni fasulle e mercato nero dei ricambi i misteri dei treni assassini

Le indagini della Finanza sui carrelli contraffatti

 

di Carlo Bonini da Repubblica del 6/7/09 – pagg 1, 10, 11

 

A una settimana dall’inferno di Viareggio, le domande restano intatte: come è potuto accadere? Perché è potuto accadere? E soprattutto può accadere ancora? Se si sta al canovaccio proposto sin qui da addetti e autorità politica, la strage del treno merci 50325 Trecate-Gricignano è affare di tutti e dunque di nessuno.

 

Pronta per essere conse­gnata ad una catena di re­sponsabilità edulcorate, impastate nei ruoli (Fs, la so­cietà committente, Gatx, la proprietaria dei carri, Cima Ripara­zioni, l'azienda che ha sostituito l'assale spezzato causa del dera­gliamento), annegate in cervellotiche tecnicalità e normative di settore. Insomma, una notte in cui tutti i gatti sono grigi. E non deve essere un caso. Perché c'è una parte di questa storia, a ben vedere ben più nitida, che non fa comodo a nessuno rac­contare e di cui pochi hanno vo­glia di parlare. Che illumina lo sfondo oscuro della strage e dunque può cominciare a dare risposta alle domande che po­ne. Una storia su cui lavora da tempo e a fari spenti la Guardia di Finanza (prima con la Procura di Santa Maria Capua Vetere, ora con quella di Napoli) con un'inchiesta durante la quale, tra gli altri, è stato per altro ascoltato come testimone an­che l'attuale amministratore delegato di Fs Mauro Moretti. Che, non più tardi di due anni e mezzo fa, è stata oggetto di un audit interno delle Fs. Che do­cumenta l'esistenza di un mercato nero della componentisti­ca, della manutenzione e della rottamazione dei carri merci. Una terra di nessuno dove cir­colano vagoni che risultano rottamati, ma tali non sono. Dove accade che una "sala montata" (il complesso di asse e ruote del carrello) criccata esattamen­te come quella di Viareggio possa tornare sul mercato punzonata e certificata come "pron­ta al montaggio" (che è esatta­mente quel che è accaduto alla Cima di Mantova quando ha ri­cevuto il materiale dalle officine della Gatx di Hannover) in una cosmesi che non lascia traccia, almeno fino a quando non ucci­de.

 

Tutto cominciò tre anni fa. Curiosamente nelle stesse terre cui era destinato il merci 50325. La provincia di Caserta. Nel 2006, vengono ritrovati due car­ri merci delle Ferrovie dello Sta­to su un binario morto nelle campagne di Sessa Aurunca. Hanno la matricola del telaio abrasa (proprio come un'auto rubata). Ma, quel che è peggio, non dovrebbero neppure esistere. perché dagli inventari dell'azienda risultano rottamati da tempo. L'allora amministratore delegato di Fs, Roberto Testore (lascerà la carica nel settembre di quell'anno), dispone imme­diatamente un audit interno. Gli esiti svelano un abisso.

 

«L'audit di Fs - racconta og­gi una qualificata fonte investi­gativa - scoprì una gestione dei cargo a dir poco pazzesca. Gli accertamenti interni verificarono che, dei carri merci che allo­ra erano inventariati dalle Fs, ne mancavano all'appello almeno duemila. Nessuno sapeva dove fossero finiti. Ma, soprattutto, furono ritrovati, dopo quelli di Sessa Aurunca, almeno una de­cina di altri carri merci che risul­tavano regolarmente rottamati e, al contrario, erano in carico a società private che incrociava­no nella zona di Bologna e Li­vorno». Carrette vendute al mercato nero e adibite per lo più al trasporto di ghiaia e altro ma­teriale di movimento terra. Ine­sistenti negli archivi del patri­monio rotabile delle Ferrovie, ma regolarmente circolanti sul­la sua rete.

 

L'audit accerta anche dell'al­tro. L'allora responsabile della manutenzione merci, Raffaele Arena, ha affidato nel tempo la manutenzione e revisione periodica di migliaia di carri senza uno straccio di gara. Per ragioni di "tempo ed efficienza", le aziende che devono verificare l'integrità dei carrelli e la tenuta dei carri, ovvero rottamare gli uni e gli altri, sono state scelte con trattativa privata. Diverse sono campane. alcune lavorano in zone di camorra e hanno un profilo societario opaco. Una, la Mavis srl, risulta di proprietà del cugino di Arena, tale Carmine D'Elia.

 

Nel 2006, insomma, le Ferro­vie scoprono di non avere, di fat­to, un reale controllo sulla ma­nutenzione della propria flotta merci. Con il nuovo ammini­stratore delegato Moretti, Arena viene spostato dal merci alla manutenzione dell'Alta Velo­cità. Quindi, sulla base degli esi­ti dell'audit interno, allontana­to dall'azienda. Mentre l'in­chiesta che nel frattempo ha av­viato la Guardia di Finanza con­tribuisce a rendere il quadro an­cora più fosco. L'indagine accerta infatti che intorno al ci­clo spesso fasullo della rottamazione e della manutenzione è cresciuto un mercato nero della componentistica che cannibalizza materiale rotabile di fatto non più in grado di circolare (carri e carrelli), ma che viene reimmesso nel circuito come regolarmente certificato. Centi­naia di "sale montate" vengono rivendute alle stesse Ferrovie. Altre prendono la strada di mercati che hanno come acquirenti società private proprietarie dei loro carri.

 

E dunque: quante "sale montate" criccate, ma date per "pronte al montaggio", circola­no sul mercato? È possibile che, nel caso di Viareggio (dove, co­me è ormai noto, i carri non era­no di proprietà delle Fs), la "sa­la" messa a disposizione della Cima Riparazioni di Mantova dalla Gatx avesse una prove­nienza opaca? Una fonte inve­stigativa allarga le braccia. E invita però a osservare una curio­sa coincidenza: «A Viareggio è stata una strage. Ma qualcuno ha provato a collegare la strage di lunedì con quanto è accaduto a Prato tre settimane fa?». Un al­tro deragliamento di merci. Il 22 giugno, alle 5 e 10 del mattino, tra Vaiano e Prato, all'altezza della località Canneto, un con­voglio di quindici carri che trasporta acido fluoridrico esce dalla sede rotabile, trascinando la propria corsa per oltre due chilometri e mezzo, prima di ur­tare, fortunatamente senza danni alle persone, il locomoto­re di un treno regionale che marcia in direzione opposta. I primi accertamenti condotti sul luogo dell'incidente, documen­tano le ragioni del deragliamen­to nella «perdita degli assi rota­bili portanti del carro numero 9» (ne risulterà proprietaria una società privata genovese). Dun­que, ancora un problema con le "sale montate".

 

Il riferimento dell'investiga­tore è sufficientemente chiaro. Il mercato dei merci ha cono­sciuto da tempo un forte inquinamento. Le modalità degli in­cidenti cominciano a essere troppo simili. E nessuno è in grado davvero di dire quanta componentistica avariata, ma data per buona, circoli. Anche perché, come spiega lo stesso Giuseppe Pacchioni, ammini­stratore unico della Cima Ripa­razioni spa, «normalmente il materiale usurato viene sosti­tuito con altro materiale che ov­viamente è certificato ma è già usato». «Di "sale montate" nuo­ve - aggiunge Pacchioni - non ne compra nessuno per fare le manutenzioni. Perché possono costare fino al triplo di una "sa­la" usata». Quella che ha ucciso a Viareggio arrivava da Hannover. Dove la ha acquistata la Gatx? Da chi? Chi ne ha certifi­cato la regolarità? E in Italia, quanta roba cannibalizzata e criccata circola?

 

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I deragliamenti sospetti

Deragliamenti degli ultimi due anni causati da cedimenti strutturali,

con rottura di uno dei carrelli e gravi danni a binari e traversine, anche per chilometri

 

- 29 giugno 2009

Viareggio (Lucca)

Un treno merci deraglia in stazione; uno dei carri si spezza e fuoriesce Gpl che provoca un'esplosione: 23 morti e 16 feriti gravi

 

- 22 giugno 2009

Vaiano (Prato)

Deragliano due vagoni di un treno merci, fra cui un carro cisterna contenente acido fluoridrico, che viene urtato da un treno passeggeri in arrivo sul binario opposto ma non si rompe. Disastro sfiorato. Italia divisa in due

 

- 6 giugno 2009

San Rossore (Pisa)

Deraglia un vagone di un treno merci. Rischiato l'impatto con treni provenienti dalla direzione opposta

- 25 maggio 2009

Borgo San Dalmazzo (Cuneo)

Sulla linea Torino Nizza deraglia il vagone di un merci che trasportava klinker

- 19 maggio 2009

Sesto Calende

Sulla linea Milano Domodossola deraglia il vagone di un treno merci

- 13 luglio 2008

Genova

Deragliano in galleria due carrozze di un treno composto da sei bisarche e cinque vagoni passeggeri. Dai bìnari escono l'ultima bisarca e la prima vettura passeggeri

- 26 giugno 2008

Pisa

Deragliamento del treno 23437

- 21 giugno 2008

Vipiteno (Bolzano)

Un convoglio che trasporta rifiuti in Germania si spezza. Gli ultimi sei vagoni sì staccano e i due terminali deragliano

- 26 marzo 2008

Castello (Firenze)

Una delle ruote della seconda carrozza di un Intercity esce dal binario, probabilmente per il cedimento del carrello

- 14 novembre 2007

Tarante

Deragliano tre carri di un treno merci proveniente da Priolo, diretto a Brindisi. Le cisterne contenevano propilene

- 17 aprile 2007

Reggio Emilia

Deragliano due vagoni di un treno merci

 

Fonte: Macchinisti sicuri