Discarica, assolti in nove

 S. Didero, rifiuti inquinanti nell’ex autoporto. Per il giudice “prescritti i termini del reato”

 

da Luna Nuova del 10/2/09 – pag. 15

 

Tutti assolti i nove imputati dal reato d'in­quinamento per la disca­rica abusiva trovata dalla Guardia di finanza nell'ex autoporto di S .Didero e per l'inquinamento lasciato vicino all'ex stabilimento di S. Ambrogio. Ieri pome­riggio in Tribunale a Susa il giudice Maria Cristina Pagano ha assolto tutti i nove imputati per prescri­zione dei termini. Sarebbe­ro infatti passati i tre anni dall'ultima movimentazio­ne di sostanze inquinanti risalente al gennaio 2004, ultimo atto riconducibile al reato di inquinamento. I fratelli Cristian e Roberto Rocco Sovilla sono invece stati condannati alla pena di otto mesi di reclusione perché si erano impossessati di ma­teriale inerte grezzo (10600 metri cubi prelevati nell'ex autoporto di S.Didero), quattro mesi di arresto e 3mila euro di ammenda per non aver ottemperato all'ordinanza del Comune di Borgone che im­poneva la bonifica dell'area e 20 giorni di arresto oltre al pagamento delle spese processuali per danni d'inquinamento da rumore e gas di scarico ai residenti adiacenti al capannone di Borgone. Il giudice ha inoltre concesso il beneficio della condizionale delle tre pene ai due fratelli Sovilla se effettueranno la bonifica della discarica abusiva del terreno di Borgone, come aveva stabilito l'ordinanza dell'ammini­strazione comunale.

 

I fatti, portati in Tribunale dal pubblico ministero Anna Maria Baldelli, risalgono all'ottobre 2004, quando la Guardia di finanza di Susa nel corso di indagini in località Baraccone di S.Didero trovò una vera e propria tomba di veleni. Fusti di oli sepolti sotto tre metri di terra oppure schiacciati da massi grandi quanto un'auto a S.Didero, mentre a S.Ambrogio c'era una discarica all'aperto con altri fusti abbandonati sul terreno e molti anche aperti, vicino ad un torrente. I tecnici dell'Arpa, intervenuti sul posto, avevano poi analizzato i contenuti di 40 fusti rinvenuti su un'area di 80mila metri quadrati che una ditta doveva rialzare di 25 centimetri. La ditta avrebbe però scavato per interrare i fusti di veleni.

 

Il giudice ha praticamente ac­cettato la richiesta dell'avvocato difensore Zaniolo: «II reato cessa con l'ultimo conferimento abusivo. E' ormai caduto in prescrizione e inoltre non è mai stato provato che era una discarica che superava le nuove soglie di legge sull'inquina­mento». E pensare che il pubblico ministero Anna Maria Baldelli aveva chiesto un totale di 25 anni di reclusione per i nove imputati. Si erano inoltre costituiti parte civile quattro comuni (S.Didero, S.Ambrogio, Borgone e Susa), la società proprietaria del terreno di S .Didero e la Regione. In particola­re gli enti pubblici ora chiederanno risarcimenti per i danni ambientali, patrimoniali e d'immagine, ma lo dovranno fare in un altro processo civile. Il giudice Maria Cristina Pagano ha imposto ai fratelli Sovilla il pagamento di una provvisionale di 4mila euro per la Holding spa, proprietaria del terreno di S .Didero e 20mila euro a favore del Comune di Borgone.