“Notte di Venaus, chiediamo i danni”

Parte l’azione legale contro il ministero, datore di lavoro della Polizia

 

di Paola Meinardi da Luna Nuova del 13/11/09 – pag. 2

 

Venaus - Partirà entro fine anno la raffica di cause civili di richiesta danni al ministero dell’Interno per le violenze subite dai manifestanti nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2005 durante lo sgombero del presidio anti-Tav. Il decreto di archiviazione, che ha fatto seguito alle prime querele presentate, stabilisce infatti che le violenze sono state perpetrate ma che, però, non è possibile risalire a un responsabile in assenza di un or­dine scritto in merito. Delle nuove cause civili se ne occuperanno gli avvocati Danilo Ghia, Emanuele D'Amico e Gianluca Vitale.

 

«In passato avevamo presentato circa una trentina di querele per le violenze di Venaus - spiega Ghia - Il pm Ausiello aveva chiesto subito l'archiviazione alla quale noi ci eravamo opposti. Il giudice Cibinel aveva chiesto quindi nuovi approfondimenti al termine dei quali il pubblico ministero aveva nuovamente chiesto l'archiviazio­ne. Visto che non si poteva risalire ai responsabili delle violenze, il giudice ha archiviato stabilendo però che le violenze ci sono state. A questo punto, visto che se un soggetto pone in essere azioni lesive durante la sua attività ne è corresponsabile il datore di la­voro, faremo partire una serie di richiesta danni al ministero, datore di lavoro delle forze dell'ordine. Saranno cause singole perché ogni cittadino interessato ha subito danni differenti».

 

L'azione legale è stata decisa dal movimento No Tav in un'assem­blea ad hoc. «Visto l'approssimarsi di un nuovo autunno molto caldo - spiega Alberto Perino - gli Asterix valsusini vogliono ricordare che non basta una divisa per poter picchiare impunemente i cittadini pacifici e inermi. E se le divise volutamente anonime non permettono, a volte e specialmente di notte, di riconoscere con certezza chi ti ha mandato all'ospedale, è pur sem­pre vero che lo Stato mandante di quelle divise è responsabile in sede civile dei danni arrecati. In questi momenti di casse vuote crediamo che lo stato si preoccuperà di richiedere ai responsabili quanto da loro dovuto proprio in virtù del loro ruolo. La Corte dei conti esiste appunto per questo».

 

Sono almeno una ventina le persone che procederanno con la richiesta danni. «Io non solo ero là per manifestare ma ero là anche in qualità di proprietario del terreno - dice Adriano Favot - Esercitavo anche il mio diritto a essere lì e mi sono preso tre manganellate, con una prognosi di 10 giorni. Nella prima fase avevo anche chiesto se potevano mostrarmi delle foto. Chi mi aveva picchiato l'avrei forse riconosciuto. Non mi hanno mai fatto vedere nulla. In più, alla fine un tecnico mi aveva detto che avevano fatto l'appello dei proprietari e io non c'ero. Grazie tante: ero stato allontanato con la forza».

 

Manganella­te e calci sono arrivati anche a Guido Fissore, che ricorda: «Ero sulla barricata verso i Passeggeri.

Gli agenti sono arrivati, hanno cominciato a spingere e mi sono preso due o tre manganellate e diversi calci nelle gambe. Avevo le cicatrici che ho fotografato per documentarle, perché in quel momento non mi sono fidato a farmi portare in ospedale». Manganellate anche a Patrizia Triolo: «Mi trovavo nel sito del presidio, come altre notti - dice la Triolo - Ho visto arrivare i poliziotti e ho detto loro "No, non venite ". Vedevo, in quel momento, la fine delle nostre speranze. Per tutta risposta il po­liziotto, senza profferire parola, mi ha aggredita con una manganellata in pieno viso, nonostante io fossi munita di collare in seguito ad un tamponamento subito precedente­mente, causandomi la frattura del setto nasale e una contusione alla fronte. Sono riuscita ad arrivare in ospedale solo alle 5,30 circa, dove mi hanno dato una prognosi di 30 giorni».