Vertice sulla Torino-Lione Ma c´è allarme sui tempi 

Le Monde: costi molto alti e dubbi a Parigi sulla reale utilità della linea 
Lunardi e De Robien in Savoia per visitare i lavori preliminari 


di Marco Trabucco da Repubblica del 19/4/2005


I ministri si incontrano e rassicurano: la Torino-Lione si farà, nei tempi previsti. Ma da Parigi rimbalzano notizie di nuove perplessità francesi sulla costruzione del megatunnel sotto le Alpi. I due ministri delle Infrastrutture dei governi italiano e francese, Pietro Lunardi e Gilles De Robien, che si sono incontrati ieri mattina in Prefettura a Torino hanno assicurato che «Italia e Francia formalizzeranno al più presto tutte le informazioni relative agli investimenti necessari per le due tratte d´accesso». E per farlo hanno aggiunto che sarà convocata in tempi brevissimi una riunione ad hoc. Poi hanno dato garanzie precise sui tempi di realizzazione dell´opera che, hanno ripetuto dovrebbe essere conclusa tra il 2016 e il 2020.


Lunardi e De Robien (dopo un pranzo al "Cambio" cui hanno partecipato anche Rainer Masera e il costruttore Marcellino Gavio) sono poi volati in Savoia e hanno raggiunto Aiton, nei pressi di Chambery, dal cui scalo ferroviario i camion dovranno essere caricati sui treni della linea ad alta velocità. In elicottero, si sono poi trasferiti al cantiere di Saint Martin La Porte, dove si sta scavando la «discenderia» di 2 chilometri per raggiungere nel sottosuolo il livello da cui partirà il futuro megatunnel che sarà lungo 52 chilometri.


Intanto però da Parigi rimbalzano nuovi dubbi «sull´utilità reale di quel collegamento». E li riprende, in un articolo, il quotidiano Le Monde: «Costo esorbitante, difficoltà geologiche e tentennamenti politici provocano ritardi nell´attuazione della Torino-Lione, un progetto da 12,6 miliardi che - rileva il giornale - resta sempre sospesa a decisioni sia finanziarie che tecniche, nonostante sia stato ratificato nel 2002 dai due governi». Una serie di contrattempi, che sta facendo slittare il primo colpo di piccone «alimentano lo scetticismo di tutti coloro, nell´amministrazione e nelle banche che si allarmano delle derive finanziarie, del carattere faraonico dell´opera, della poca sollecitudine che sembrano manifestare i governi. Tanto più - aggiunge il prestigioso quotidiano - che il traffico dei mezzi pesanti attraverso la zona occidentale delle Alpi ristagna, anzi, da una decina di anni è in calo, mentre buona parte delle merci sempre più si incanala per le vie moderne di passaggio delle Alpi costruite in Austria e in Svizzera».