Ho scritto a Virano, attendo la risposta

 

lettera di Paolo Prieri alla rubrica Opinioni di Luna Nuova del 2/3/10 – pag. 5

 

Gentile direttore, il 19 febbraio scorso il presidente Saitta e alcuni eletti piemontesi, accompagnati da funzionari di diversi organismi (tra i quali Virano), hanno incontrato a St.Martin La Porte i loro colleghi francesi in una riunione nella quale si sono auto-presentati come la delegazione dell'Osservatorio della concertazione, una nuova definizio­ne di questo organismo che fa parte delle trovate propagandistiche esco­gitate per legittimarlo di fronte alla Francia e all'Unione Europea. C'è da rilevare a questo proposito che il presidente del Consiglio Berlusconi, sollecitato dai presidenti Saitta e Bresso, avrebbe emanato il 19 gen­naio 2010 un decreto per modificare quello istitutivo dell'Osservatorio tecnico dell' 1 marzo 2006 nel quale erano indicati i suoi compiti, ma su questo nuovo decreto stanno circo­lando molte voci: le più accreditate affermano addirittura che esso non sarebbe ancora stato promulgato, in ogni caso non risulterebbe che esso sia già giunto al protocollo dei Comu­ni interessati, alla faccia dell'Italia Stato di diritto.

 

A margine della visita in Francia, l'architetto Mario Virano, commis­sario straordinario alla nuova linea ferroviaria Torino-Lione e conflit­tualmente presidente dell'Osserva­torio tecnico della stessa linea, ha rilasciato un'intervista al quotidiano francese Le Dauphiné Libéré nella quale ha affermato che gli oppositori più risoluti del Tav «sono genti con le quali è molto difficile ragionare. Sono un centinaio di cui la metà anarchici venuti da Torino. Non sono della valle di Susa e non sono rappresentativi. Dicono sempre no a causa delle loro idee sul modello generale di sviluppo. E' un'opinione che bisogna rispettare, a condizione che non usino la violenza come modo di espressione politica».

 

Ho avuto modo di conoscere questa sorprendente dichiarazione dell'architetto Virano grazie alla rete europea di centinaia di associazioni No Tav italiane, francesi e spagnole (una sorta di rete No Tav senza fron­tiere) che si è costituita il 23 gennaio 2010 quando fu approvata la Carta di Hendaye, dal nome della città dei Paesi baschi francesi al confine con quelli spagnoli dove è stata siglata e che ha visto lo stesso giorno sfilare 20mila manifestanti No Tav tra Fran­cia e Spagna mentre 40mila sfilavano a Susa.

 

Lunedì scorso 22 febbraio ho inviato una e-mail a Mario Virano - dal quale attendo la risposta - nella quale gli ho scritto che, essendo io uno dei cinquanta cittadini risoluti né anarchico né venuto da Torino, ho il diritto di affermare che lei sa di non avere detto la verità al gior­nalista francese e che la sua è stata un'espressione non solo insensata ma al limite dell'offesa, anche in periodo elettorale. L'ho quindi sfi­dato a ragionare pubblicamente sul tema della quantità degli oppositori risoluti presenti in valle di Susa e val Sangone.

 

Sugli altri temi (difficoltà di ra­gionare, gusti politici, residenza di questi oppositori) gli ho scritto che occorrerebbe istituire un "Osser­vatorio sociale", ma a quel punto il confronto prenderebbe troppo tempo. Ho concluso che mi sarei tuttavia aspettato di affrontare suc­cessivamente anche questi temi, visto che l'ambasciatore francese in Italia, Jean-Marc de La Sablière, conferendogli la Legione d'Onore il 15 dicembre 2009 a Roma, lo ha giudicato "un homme de dialogue, un administrateur exceptionnel".

 

Mi auguro che l'architetto Virano legga questa mia lettera al suo gior­nale e prenda carta e penna: siamo sempre impazienti di leggere, da un uomo di dialogo e amministratore eccezionale, il suo pensiero quan­titativo.

 

Paolo Prieri, risolutamente NO-TAV – Rivalta di Torino