"Mercedes, troppa fretta" - Fine di un idillio a sinistra 

In corteo con i rappresentanti di Rifondazione, Verdi, Comunisti e l´ala ecologista Ds 


di Sara Strippoli da Repubblica del 5/6/2005 – Cronaca di Torino pag. II

È la fine di un idillio, una critica costruttiva, una dichiarazione di guerra o solo un modo per smarcarsi dall´omologazione a sinistra per rivendicare una posizione autonoma? C´è un po´ di tutto questo sulle facce No-Tav che sfilano dietro le bandiere dei partiti che siedono con la maggioranza. C´è chi a fatica parla di «delusione» e chi invece svicola e preferisce insistere sulla «necessità del dialogo». Che siano i Verdi divisi o i più paciosi Comunisti italiani, che siano l´ala ecologista dei Ds (Ambiente, salute, lavoro il loro motto) o i più duri uomini e donne di Rifondazione, per tutti la risposta ha un minimo comun denominatore: quelle con Mercedes Bresso non sono prove tecniche di separazione ma una fase di crisi in attesa di verifiche quando dagli slogan si passerà agli atti concreti. Un´accusa però è diretta: troppa fretta, troppo sprint in questa accelerazione sulla Tav.

«Noi e Bresso? Relazioni pericolose - sorride il segretario provinciale di Rifondazione Gianni Favaro che sfila accanto a Marilde Provera - Questa operazione è sbagliata. Bene il documento degli 11, capisco anche che il nostro capogruppo in Regione abbia firmato di fronte alla minaccia di Bresso di dare le dimissioni, ma è fondamentale ribadire la nostra contrarietà. Sull´inceneritore in Provincia noi ci siamo astenuti. Esisterà pure un diritto di obiezione su argomenti che si ritengono prioritari?». Più cauta la posizione del segretario regionale di Rifondazione Alberto De Ambrogio, che riprende fiato accanto a Vittorio Agnoletto, impegnato a raccontare il suo progetto di portare una delegazione di valle a Bruxelles. De Ambrogio spiega: «Qui non ci sono i partiti, questa è una questione che riguarda tutte le forze politiche. A questa manifestazione partecipano molti elettori di Bresso, dei Ds o della Margherita. Importante a questo punto è il confronto, le speranza non sono finite». Il giovane Giuliano Ramazzotti regge infaticabile lo striscione e dice che bisogna «spostare il baricentro verso politiche di sinistra».

Fra i militanti avvolti nelle bandiere dei Verdi per la pace la variante «tempo» ha un significato importante: «Bresso è partita in quarta - dice il segretario provinciale Vanni Cappellato - e ha sbagliato. Ma forse la Tav non si farà per mancanza di soldi, la Francia non ci metterà neanche un euro». Per Orazio di Mauro è mancata la riflessione: «Un´accelerazione che non ci è piaciuta». E mentre il candidato non eletto in Regione Antonio Soldo attende la telefonata di Pecoraro Scanio, Laura Rigoletti e Paola Mollea sventolano la bandiera verde e lanciano un messaggio a Bresso: «Ti abbiamo votato ma adesso faremo di tutto per farti cambiare posizione. Se così non fosse saresti davvero una delusione». Per il consigliere provinciale Vincenzo Galati: «Bresso non riuscirà a risolvere il problema di una mobilitazione così massiccia con il sistema delle compensazioni».

Uno striscione sfila mostrando il simbolo della Quercia: sezione Val Sangone, è la scritta. Nessuna intenzione di accendere polemiche: «Siamo qui per esprimere tutta la nostra solidarietà a Ferrentino - dice Roberto Vanone - pluralismo ». A Susa batte anche la bandiera della Sinistra ecologista, il 4 per cento all´interno del partito: «Vorremmo poter dire Alta capacità ma al momento non abbiamo elementi per farlo - dice il coordinatore regionale Fernando Giarrusso - Attendiamo il tavolo di concertazione promesso per capirlo». La dichiarazione rilasciata nel pomeriggio dal segretario provinciale della Quercia Rocco Larizza è un messaggio a distanza: «Se questa marcia serve a rafforzare il confronto al tavolo va bene, se invece vuole riaffermare un semplice No-Tav è una discussione già fatta». Compatto il gruppo dei Comunisti italiani: «Mercedes Bresso non potrà fare a meno di prestare grande attenzione alle istanze che gli arrivano da partiti, associazioni, sindaci e comunità - dice Vincenzo Chieppa - Chiediamo di riavviare un confronto senza pregiudiziali». E il segretario del partito in Valle di Susa Pietro Milazzo dice di aver votato Bresso «Siamo d´accordo sul 99 per cento del programma. Resta fuori questo uno. Riusciremo a dimostrare che la Tav non serve».