La Val Susa non molla: no alla Tav

Torino-Lione. La maggior parte dei sindaci rifiuta la mediazione della CIG: senza moratoria continueremo i nostri presidi
«Pronti a sederci al tavolo di confronto ma solo se non partono i carotaggi»

 

Da La Stampa del 13/7/05 – Cronaca di Torino

I sindaci della Val di Susa «apprezzano l’impegno profuso nelle proposte avanzate dall’architetto Gaetano Fontana, dal dottor Rainer Masera e dalla presidente della regione, Mercedes Bresso e da quello della Provincia, Antonio Saitta» ma chiedono al direttore generale del ministero delle Infrastrutture di «riconsiderare la sua proposta di iniziare i lavori dei sondaggi contemporaneamente all’attivazione del tavolo di confronto perché a parere dell’Assemblea dei sindaci, la contestualità renderebbe difficile l’operato dei lavori». Con questa premessa contenuta nel documento che oggi il presidente della Comunità Montana della Bassa Val di Susa e Cenischia, Antonio Ferrentino invierà al ministero si chiede di «rinviare ogni azione al termine del periodo di sospensione così come richiesto dalla presidente Bresso il 23 di giugno». In caso contrario «continueranno i presidi fino a quando non ci saranno risposte reali alle nostre criticità come lo smaltimento dello smarino, la presenza degli elettrodotti e via dicendo», precisa Ferrentino.


Il no della Val di Susa alla mediazione del Cig annunciato subito dopo la riunione a Roma con la delegazione della Cig da Ferrentino e dal presidente della Comunità dell’Alta Valle, Mauro Carena, trova dunque conferma in questo documento di tre pagine che i sindaci della Valle stanno sottoscrivendo. Ieri alla riunione ne mancavano una decina e non tutti i presenti, a partire dal sindaco di Almese, erano d’accordo nel rifiutare le proposte della Cig. Alla fine il testo recepisce quello che Saitta e Bresso hanno definito ieri un «passo avanti» ma, nello stesso tempo «chiediamo al governo uno sforzo in più visto i sacrifici che si chiedono al nostro territorio», spiega il presidente della Comunità Montana della Bassa Valle.


Secondo Ferrentino non si tratta di «riproporre il muro contro muro ma di tener conto dell’impossibilità di discutere serenamente delle criticità sollevate dai nostri esperti mentre in valle iniziano i sondaggi». Aggiunge: «Non ci sono motivi d’urgenza per far partire i sondaggi. Noi siamo disponibili a lavorare al tavolo di confronto anche ad agosto ma possiamo farlo se non partono i carotaggi». Una via d’uscita potrebbe arrivare dalla riunione dei sindaci con l’assessore regionale ai Trasporti, Daniele Borioli: «Abbiamo chiesto alla Regione - spiega ancora Ferrentino - di dare una risposta politica ai sette punti critici. Sarebbe importante se le nostre preoccupazioni venissero accolte».


Si vedrà. Intanto i consiglieri regionali di Rifondazione Comunista (Deambrogio, Barassi, Dalmasso, Bossutto, Vallogia e Clement) dei Comunisti Italiani (Robotti e Chieppa) e dei Verdi (Moriconi e Spinosa) una lettera al coordinatore del tavolo dei Trasporti dell’Unione e ai parlamentari europei del centrosinistra per chiedere la convocazione di un vertice da tenersi in Piemonte dove sia «possibile «riaprire, sin da subito, una discussione collettiva capace di non elidere una parte così importante di popolazione e amministratori del territorio subalpino». Il gruppo dei 10, infatti, si dicono preoccupati per il rischio di «rompere definitivamente il canale di dialogo esistente tra istituzioni di vario livello e popolazioni locali».


Per il capogruppo dei Ds, Rocchino Muliere, «siamo di fronte a nuove aperture per questo la rigidità dei sindaci appare sbagliata e contraddittoria con la volontà di confronto che affermano di avere. Per questo speriamo che ci sia un ripensamento che permetta la realizzazione della Torino-Lione, un’opera strategica per il Piemonte attraverso il dialogo anche serrato».