Pcb: nessuno sa valutare lo studio

 

Asl e Arpa spiegano lo screening ai sindaci, ma non sanno cosa farne

 

di Paola Meinardi da Luna Nuova del 20/4/07 – pag.3

Martedì sera, Asl e Arpa hanno illustrato agli ammini­stratori valsusini lo "Studio epidemiologico di prevalenza di esposizione a Pcb e diossine nella popolazione residente della bassa valle di Susa" ovvero le risultanze delle analisi del sangue di 244 Valsusini. La riunione, indetta dal primo cittadino segusino Sandro Plano in qualità di rappresentante dell'area del distretto nell'AsI 5, doveva chiarire il significato dei dati contenuti nello studio, ma non è stato così.

 

Enrico Procopio e Nicola Suma dell'AsI 5 ed Ennio Cadum, epidemiologo dell'Arpa, hanno interpretato i dati per gli am­ministratori dando un quadro abbastanza tranquillizzante. I valori sono tutti, tranne un caso fuori dalla zona esposta, sotto la soglia di attenzione (il valore limite statistico è indicato dal Cto). Esiste una differenza tra zona esposta e zona non esposta ma non è significativa per indicare una patologia, tranne che per l'endometriosi. E' però emerso anche che il valore limite non può essere considerato un vero e proprio valore di riferimento e neppure si può dire con certezza che sotto quella soglia non esiste il danno. Tutti sono stati concordi nel definire lo studio un tassello all'interno di un insieme di lavori, alcuni dei quali pare giacciano in Regione, ancora non inviati agli amministratori, compresa l'ana­lisi del rischio.

 

Al termine della relazione introduttiva si è scatenata un'accesa discussione. Tra gli amministrato­ri più critici GiorgioVair, vicesindaco di San Didero, e l'aviglianese Remo Castagneri, anche se è do­veroso aggiungere che non tutti i Comuni avevano potuto leggere lo studio essendo slato inviato solo alla parte interessata della bassa valle di Susa. Oltre a loro, anche i tecnici presenti (Marina Clerico, Marco Tomalino e Claudio Can­celli) hanno sollevato non poche obiezioni. Interventi che se hanno elevato il livello tecnico della discussione hanno però escluso di fatto coloro che non hanno compe­tenze mediche o tecniche.

 

“Sono stillo tranquillizzato dalla relazione d'esordio - osserva Beppe Joannas, primo cittadino di Bussoleno, tra gli amministratori che non avevano ricevuto lo studio - poi gli interventi sono stati di livello tecnico molto alto e, a dire la verità, non ho capito molto. Non avendo motivo di dire che Arpa e Asl hanno "barato ", la prima impressione è stata positiva. E ' chiaro die gli interventi di Can­celli, Clerico e Tomalino potrebbero mettere in dubbio parte dello studio, ma io questo non sono in grado di dirlo”.

 

La prima difficoltà è che risulta diffìcile sintetizzare o semplifica­re i risultati senza snaturarli. “Ho chiesto: che ce ne facciamo di questi risultati? -dichiara Marina Clerico, tecnico per il comune di San Didero e neo assessore all'ambiente di San Glorio - Che non ci siano ammalati, va bene. Ma il dato conferma lo scosta­mento tra la zona esposta e quella non esposta. C'è una serie di segnali che indicano anomalie nella zona e quindi occorre fare qualcosa. A mio parere non è pos­sibile mantenere lo stesso flusso di inquinanti perché se così fosse le malattie che oggi non sembrano segnalate potrebbero colpire comunque la popolazione”. E' stato anche fatto notare che il va­lore emerso dagli studi potrebbe non essere affatto rassicurante perché a seconda del metodo di confronto che si usa potrebbe avvicinarsi drammaticamente al valore limite.

 

“Da parte mia non ho ancora terminato di valutare lo studio - commenta Marco Tomalino, del coordinamento dei medici di base - ho percepito le diffi­coltà di coloro che non hanno un ruolo tecnico a comprendere il significato di questo studio. Il problema grosso dal punto di vista politico è proprio quello di rendere percepibile cosa significa. Poi, si può discutere di cosa viene fuori ma è meglio farlo in maniera ragionata. Questo studio ha un valore e qualcosa lo dice. Non dice che tutto è a posto e per esempio evidenzia il problema dell 'endometriosi. I Pcb lasciano il segno. Il problema è cosa fare adesso perché con questi risultali che indicano come l'inquinamento modifica lo stato di salute, seppur in modo non drammatico per for­tuna, capire come proseguire gli studi e come muoversi dal punto di vista amministrativo”.

 

I tecnici di Asl e Arpa escludono che si debbano prendere prov­vedimenti radicali. “I dati sono risultati inferiori ai valori limite -commenta Plano- Credo che que­sto sia un argomento delicato per essere affrontato a mezzo stampa e che la comunicazione ai cittadini debba essere effettuata solo in presenza di studi conclusivi. Qui, invece, siamo in presenza di una serie di documenti che devono essere integrati. I tecnici hanno comunque escluso la necessità di provvedimenti di tipo sanitario nelle zone interessate. In ogni caso, mi attiverò per acquisire la documentazione relativa agli studi in corso per avere un quadro più completo”.