L’ULTIMO REGALO DELLA “BANDA DEL BUCO”

 

In base alle notizie riportate dalla stampa, venerdì 28 aprile il Ministro allora uscente, oggi finalmente uscito,  Pietro LUNARDI in accordo con il collega francese che si chiama (riteniamo, impropriamente) PERBEN ha confezionato il suo ultimo “pacco regalo”.

E cosa volevate che ci regalasse il ministro talpa? E’ evidente…un nuovo buco. Il famoso “tunnel di sicurezza” autostradale del Frejus. E’ voluto andarsene col botto. Forse volendosi vendicare dei valsusini sfaccendati che gli hanno dato tanti fastidi. O forse ha voluto mettere ancora un po’ di fieno nella greppia…(ci sembra di ricordare che qualcuno, in famiglia, si occupa di trafori…).

Mentre leggevamo, a dire il vero piuttosto compiaciuti, gli sviluppi delle vicende del suo ex vice Martinat e compagni di merende, ecco la notizia su Torino Cronaca : “Frejus: sì alla seconda canna”.

Ma (il 23 marzo) non avevano detto che l’avevano bocciata? SI ma NO. In pratica hanno bocciato la seconda canna ma hanno approvato la canna di sicurezza. Ah, così è più chiaro: una “piccola” seconda canna, solo 13 chilometri per 8 metri di larghezza. E quella grossa com’era allora? Il tunnel attuale è largo 9 metri e (dice la Sitaf) si possono incrociare due automezzi pesanti o due pullman con un terzo in sosta.

 

Chi ha voglia di fare i conti dei metri cubi di smarino immagini un cilindro largo otto metri e lungo più o meno tredicimila: area circonferenza per altezza uguale circa 700.000 metri cubi? Un po’ di anni di cantieri, un po’ di discariche (c’è sempre posto al Moncenisio…), un po’ di traffico in più, un po’ di polveri sottili in più, non ci facciamo mancare niente. Poi magari mentre si scava, un metro in più o in meno non incide esageratamente sui costi. E poi, finalmente, la sicurezza.

La sicurezza di poter raddoppiare l’attuale numero di transiti di TIR?  Ma i Ministri hanno detto che il traffico non aumenterà. E che i costi li sosterrà l’utenza. E che hanno richiesto alla Commissione Intergovernativa di controllo  del Frejus il parere di un esperto indipendente (ma indipendente da chi e da che?). Siamo in una botte di ferro, anzi in un tunnel di cemento.

 

Abbiamo, più volte, espresso cosa intendiamo noi per sicurezza. Abbiamo parlato di contingentamento dei TIR, di altre sicurezze dimenticate. Di qualità dell’aria e di polveri sottili. Di transito di merci pericolose e di mancanza di sistemi di filtraggio dei camini delle gallerie autostradali e del tunnel. Di rischi di “sversamento” di sostenze tossiche. Di mancanza di un sistema di raccolta e depurazione delle acque di superficie dell’autostrada. Abbiamo sentito parlare (solo parlare) di trasferimento “dalla gomma al ferro” del trasporto merci. E allora?

 

IL PRIMO CHE DICE CHE E’ UNA PROVOCAZIONE…HA RAGIONE.

Sembra incomprensibile. Il dispetto di chi “non gioco più e mi porto via il pallone”? O qualcosa di più sottile? (quasi viranesco?). Merce di scambio per qualche commissione a caso? Se non facciamo questo facciamo quello?

Ma questa è dietrologia. O no?

Sicuramente “A SARA’ DURA”……

 

 

Montagna Nostra

2 maggio 2006