Porta Susa, l’allarme del ministro: “la nuova galleria non è in regola”

Lettera a Guariniello: “non doveva essere inaugurata”

 

di Sarah Martinenghi da Repubblica del 16/3/10 – pag. 7 Cronaca di Torino

 

Il rischio ora è che la galleria del passante ferroviario, inau­gurata da qualche settimana, venga addirittura chiusa. Lunga 4.600 metri, quella del "quadru­plicamento" dei binari, è fonda­mentale per il traffico che viaggia su rotaie perché collega Porta Su­sa a corso Grosseto: vi passano sia i treni che trasportano merci peri­colose sia quelli passeggeri, ma è completamente sprovvista del piano di emergenza esterna. Il che significa che in caso di incidente si potrebbero verificare grossi pro­blemi sia per l'organizzazione e l'arrivo dei soccorritori sia per la gente in fuga. E ora il ministero delle infrastrutture ha risposto al­l’allarme lanciato dal procuratore Raffaele Guariniello che aveva scoperto la manchevolezza: «Quella galleria non doveva nem­meno essere aperta». E non è l'u­nica tra l'altro: nessuna delle quattro gallerie ferroviarie che passano sotto Torino è dotata di questo particolare tipo di piano si­curezza, che sarebbe necessario per legge, come stabilito da un de­creto ministeriale del 2005. Prov­vedere alla stesura del piano sa­rebbe una competenza del Co­mune e della prefettura, mentre a Rfi (Reti Ferroviarie Italiane) spet­terebbe solo il piano di emergen­za interna.

 

«La situazione è gravissima - hanno spiegato in procura - e lo è ancor di più per questa galleria del quadruplicamento visto che è così recente. Eppure dal sopral­luogo che è stato fatto sono emer­se grosse lacune sul piano della sicurezza che riguardano comun­que anche il piano di emergenza interno». In particolare i vigili del Fuoco hanno segnalato al pm che il problema più serio è la carenza di un sistema di comunicazione tra l'esterno e l'interno delle galle­rie. Una criticità che rischia di pa­ralizzare completamente l'opera­to dei soccorritori in caso di emer­genza o incidente. «Nella galleria tutte le uscite di sicurezza passano attualmente nelle aree di cantiere - spiegano ancora a Palazzo di giustizia - Non esistono i corri­mano, la segnaletica di emergen­za non è a posto. Non esiste un si­stema di controllo del fumo nelle vie di esodo, l'impianto "viva vo­ce" telefonico di emergenza e di diffusione sonora è realizzato ma non alimentato, e non è nemme­no presente un impianto "viva vo­ce" per i soccorritori. Si tratta di una serie di situazioni che a mag­gior ragione mettono ancora più in risalto l'importanza di avere quanto meno un adeguato piano di emergenza esterno, che invece nessuno si è preoccupato di predisporre». Una situazione analogamente critica è quella della galle­ria storica che collega Porta Nuova a Porta Susa. «Qui mancano addirittura i requisiti minimi come l'impianto idrico antincendio, a differenza di quanto hanno scrit­to nel documento». Oltre a queste due gallerie sono prive di piano di emergenza esterno anche la galleria tra Lingotto e Porta Susa e la di­retta tra Porta Nuova e Porta Susa. A fronte di tali mancanze la procura potrebbe anche chiedere di non utilizzare più la galleria del quadruplicamento, rischiando così il caos ferroviario. Tutto na­sce dall'inchiesta di Guariniello sul problema dei treni che tra­sportano merci pericolose, in cui è stato accertato che molte cisterne perdono gpl. Inoltre sono emerse lacune nei controlli.

 

“Tutta colpa delle Ferrovie”

 

Non nasconde la sua preoc­cupazione, ed è consapevole che deve mettersi subi­to al lavoro per predisporre il pia­no di emergenza esterna, quanto meno della galleria del quadruplicamento dei binari da Porta Susa a corso Grosseto. Ma Sergio Zacca­ria, responsabile della protezione civile del Comune, lancia anche un allarme: il problema della man­canza di comunicazione tra l'e­sterno e l'interno non riguarda so­lo le gallerie, ma anche la metro­politana.

 

Come mai nessuna galleria, tanto meno quella recentemente inaugurata a Porta Susa è provvi­sta di un piano di emergenza esterno?

«Perché la normativa non è chiara, nel decreto ministeriale si parla di competenza dell'autorità locale, che quindi evidentemente comprende sia il sindaco che la prefettura. Comunque io ho sco­perto che mi dovevo occupare di questa faccenda solo alla fine della scorsa settimana. È una vera "pa­tata bollente" che ci è piovuta tra capo e collo venerdì, ma io in realtà mi ero già interessato a questo pro­blema un anno fa senza successo».

 

Cosa significa senza successo?

«Già un anno fa avevo organiz­zato un incontro con le Fs e con i vigili del fuoco per discutere di come coprire le gallerie con le radio. A Torino infatti abbiamo un sistema unico per parlare in emergenza Ma le Ferrovie sono state irremovibili, mi hanno risposto che loro uti­lizzano solo il loro sistema, che è di telefonia, e hanno dotato i vigili del fuoco di un paio di apparecchiatu­re: troppo poche in caso di perico­lo. L'incontro è fallito miseramen­te».

 

In quanto tempo potrebbe es­sere pronto il piano di emergen­za?

«È un lavoro lungo, sono neces­sari sopralluoghi, devo avere il pia­no di emergenza interna in mano, capire quali sono le uscire di sicu­rezza. Sicuramente ci vorrà del tempo. È giusto farlo e sarò solerte, ma richiede il suo tempo. Mi augu­ro che ora questo serva per venirci un po' più incontro e risolvere il problema delle comunicazioni: esistono dei cavi particolari che permettono di trasmettere in di­verse frequenze e potrebbero es­sere una buona soluzione».

 

Il problema della mancanza di comunicazione cosa comporte­rebbe in caso di incidente?

«La comunicazione tra l'interno e l'esterno è la base: da sopra come si può sapere se bisogna mandare ambulanze, o cosa sta succeden­do? Ma c'è dell'altro: lo stesso pro­blema riguarda anche la metropolitana di Torino che non è soggetta al decreto ministeriale come le gal­lerie, però anche lì non esiste un si­stema per parlare con l'esterno. Cosa succederebbe se mettessero una bomba li sotto?».