TAV: torna lo spettro della “Legge Obiettivo”

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 25/5/10 - pag. 5

 

Passata l'ostensione della Sindone in valle torna "l'allarme sondaggi". E' scaduta la "tregua" annunciata dal pre­fetto per elezioni regionali e Sindone e ora le trivelle potrebbero comparire di nuovo. Ma il tema del momento è un altro: il Tav è dentro o fuori dalla legge obiettivo? La risposta è: un po' sì e un po' no.

 

Mario Virano lo chiarirà mercoledì in Osservatorio su sollecitazione di Antonio Ferrentino che con Alfredo Drufuca di Polinomia, rappresentante del Comune di Sant'Antonino, chiede ufficialmente spiegazioni al commissa­rio per la Torino-Lione. Questo perché nel bando di inizio del procedimento che porterà alla dichiarazione di pubblica utilità e all'appalto, è citata proprio quella legge così contestata. «Il cuni­colo esplorativo de La Maddalena - è scritto ai termini di legge nell'avviso che tra l'altro segnala le particelle ca­tastali interessate - è progettualmente necessario ai fini della realizzazione del collegamento ferroviario Torino-Lione che rientra nell'ambito del 1 ° Program­ma delle infrastrutture strategiche di cui alla deliberazione del 21 dicembre 2001, n. 121/2001 (Legge Obiettivo) del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe)».

 

La questione per Ferrentino è: «Come fa ad essere richiamata la legge obiet­tivo se l'opera era stata stralciata? E a questo punto abbiamo ancora le garanzie che il confronto in Osserva­torio vale qualcosa?». In effetti nessun governo, da Prodi a Berlusconi, ha mai tolto questo progetto dall'elenco della legge obiettivo che prevede una serie di procedure semplificate per l'approva­zione delle grandi opere. Ma entrambi i governi hanno garantito alla valle di Susa che dopo l'autunno caldo del 2005 e la nascita dell'Osservatorio la proget­tazione avrebbe seguito un confronto costante con il territorio. Insomma, nulla di scritto, nulla di sancito con decreto, ma solo un impegno politico verbale.

 

Ma allora perché non cancellarla definitivamente dall'elenco? «La que­stione era stata chiarita il 31 luglio del 2009 dallo stesso ministro Matteoli che ha poi confermato con una nota scritta - ricorda Virano - La questione era allora legata a un lungo contenzioso con la Corte dei Conti che ricordava che secondo l'ordinamento ordinario nessuna opera avrebbe potuto essere finanziata per lotti funzionali, ma l'intera somma del costo del progetto deve essere stanziata dallo stato. Si può immaginare che se si facesse così per le grandi opere dai cantieri decennali previste dalla legge obiettivo lo stato sarebbe costretto ad immobilizzare somme enormi. Così la Corte ha sancito una sorta di accordo con il governo: da una parte le opere nella legge obiettivo possono essere finanziate per "tranche " ma ogni volta il governo deve assicurare il finanziamento del lotto successivo. Così lasciare la Torino-Lione dentro gli elenchi soggetti all'approvazione del Cipe significa poterla finanziare poco per volta. Ma questo non cambia l'impegno politico del governo a non amputare il confronto democratico dentro l'Osservatorio decidendo di applicare davvero le norme della legge obiettivo». Insomma, solo un accordo tra gentiluomini, ma in questo modo si salvano capra e cavoli.

 

E per il tunnel geognostico di Chiomonte è lo stesso. Con l'aggiunta che qui «se fosse cambiato il quadro giuridico della gara d'appalto del tunnel di Venaus la gara avrebbe do­vuto essere rifatta con la certezza di pagare fortissime penali alla ditta che si era aggiudicata i lavori nel 2005». Così anche per Chiomonte il "cunicolo esplorativo" resta formalmente dentro la legge obiettivo come nel 2005 quello di Venaus ma viene sottoposto alla Via come una grande opera. La legge obiettivo infatti lo dovrebbe considerare solo un cunicolo funzionale alla progettazione dell'opera senza nemmeno una Valutazione d'impatto ambientale. Non ci saranno scherzi? «Il progetto Ltf ce lo aveva già nell'agosto del 2009. Il fatto che abbiano aspettato fino a fine marzo di quest'anno a consegnarlo all'Osser­vatorio come avevamo chiesto e che su quel progetto siano già state affrontate le questioni principali in uno specifico tavolo di lavoro lo testimonia».

 

Ma come fanno i sindaci ad avere reali garanzie? Basta che cambi il vento e addio accordo bonario... «Infatti ha assolutamente ragione Ferrentino a chiedere una conferma di quella volontà politica. La sua è una rivendicazione sacrosanta e lo farò io stesso: quando sarà consegnato il progetto preliminare (la data contrattuale è il 25 giugno) chiederò che sia convocato a Palazzo Chigi un tavolo istituzionale per validare politicamente tutto il lavoro fin qui svolto dall'Osservatorio ma anche per ribadire gli impegni politici presi come quello che l'opera continuerà ad avere un luogo di confronto progettuale dentro l'Osservatorio»