Nel numero del 5 Giugno 2007 Luna Nuova pubblica un'intervista (di Massimiliano Borgia) a Mario Virano, nella sua veste di presidente dell'Osservatorio Tecnico: "Torino-Lione: Virano al bivio dei tracciati".
A pochi giorni dalla riunione del Tavolo Politico di Palazzo Chigi (13/6/07), le domande vertono sull'esito che Il Commissario straordinario del Governo si attende da quell'incontro al massimo livello del confronto istituzionale: si ufficializzerà che il TAV si deve fare e si incaricherà l'Osservatorio di esaminare i diversi tracciati proposti?
Riportiamo qui i passaggi più interessanti, a nostro avviso, dell'intervista.

[nota del Comitato NO-TAV Torino]

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Sul quesito "se il TAV è necessario" offrirete già materiale a sufficienza perché la riunione possa decidere che il TAV si dovrà fare?


"Noi intanto abbiamo aperto "la grande area del SE", cioè l'Osservatorio ha fatto in modo che si passasse dalle "certezze" di chi diceva NO TAV e SI TAV al confronto sulle alternative. Solo così abbiamo cercato di rispondere alla domanda se l'opera serve"

Che è il motivo che ha convinto la valle ad accettare la partecipazionenell'Osservatorio. Sperando che l'Osservatorio desse ragione alla posizione dei Sindaci che sostengono che la Torino-Lione non è necessaria, anzi è un'opera inutile...

"Vorrei ricordare che il nostro approfondimento non poteva fare finta che non esistessero degli accordi internazionali, delle posizioni europee. La cosa importante è che tutti, a partire dal Governo, hanno concordato di ridiscutere pazientemente con chi non era d'accordo le motivazioni dell'opera. Il nostro mandato era di approfondire le ragioni tecniche di chi aveva opinioni diverse e lo abbiamo fatto. Abbiamo esaminato in modo serio il potenziale della linea storica e abbiamo analizzato in modo altrettanto serio le previsioni della domanda di trasporto ferroviario. Quindi le ragioni dell'opera sono state compiutamente analizzate. Il 13 saremo in grado di portare una sintesi ragionata e condivisa non solo sulle ragioni dell'opera, ma anche sui limiti e le contraddizioni che un intervento di questo genere comporta. Su questi aspetti la missione è compiuta."

E le conclusioni sono che il TAV serve...

"Le conclusioni a cui arriviamo, grazie a una discussione che ha esaminato scenari inediti, mettendo in discussione tutti i modelli finora utilizzati nelle previsioni, ci dicono che la linea storica ha un potenziale rilevante. Che questo potenziale può essere utilizzato una volta finiti i lavori di ristrutturazione in corso, per fare partire un'incisiva politica di potenziamento del trasporto merci su ferrovia. Se ci sarà questo potenziamento davvero incisivo solo dopo, come è facile capire, si arriverà a una ragionevole saturazione della linea Torino-Modane tra il 2025 e il 2030; anno più, anno meno. Se invece non si faranno politiche a favore del traffico su ferrovia, non solo la linea storica basterà, ma potrebbe fare la fine dei rami secchi. Anzi, se mancherà una politica di passaggio dal trasporto merci da gomma a ferro, le ferrovie semplicemente sono destinate a morire.

Quindi tanto più si invocano politiche di potenziamento delle ferrovie e di limitazione del traffico merci autostradale, tanto più l'esigenza di un radicale potenziamento della Torino-Modane si rende necessario.
Se questo non dovesse avvenire vuol dire che staremo assistendo a una sostanziale caduta del sistema delle relazioni tra il nostro Paese e il resto d'Europa. Questo è un dato che esce in maniera chiara dai nostri approfondimenti.

Ma da qui non discende una sola scelta. Siamo di fronte ad almeno due possibilità.

La prima prevede che si vada con i piedi di piombo, che si proceda con cautela. Cioè prima si potenzia la linea storica dal punto di vista della qualità del servizio e dei punti critici sul tracciato. Poi, anche se siamo d'accordo che prima o poi una decisione sulla realizzazione della nuova opera vada presa, ne discutiamo tra, diciamo, cinque anni.
Quando avremo visto gli effetti del potenziamento e quando avremo più chiaro il punto di staurazione. Intanto partiamo da subito con le misure di potenziamento che non sono certamente sbagliate"

E sono condivise ...

" Certo che questa è una proposta più condivisa, e aggiungo anche che questa è una strategia seria
, che ha la sua dignità. Ovviamente sconta una forte sottovalutazione degli accordi internazionali e delle decisioni europee, soprattutto quelle politiche più che le possibilità di ottenere finanziamenti europei. Chi sostiene questa strategia non ritiene importante la coincidenza con le decisioni dell'Unione Europea."

Poi c'è l'altra strategia, la seconda...

"Che è altrettanto dignitosa e seria e che, una volta capito che prima o poi la nuova linea andrà fatta, non vuole aspettare lo stato di necessità. Cioè non vuole aspettare che sia assolutamente necessario farla subito. Vuol dire che prendo delle decisioni oggi per domani, non perché ho verificato fino in fondo che non posso farne a meno, ma perché prendo atto che c'è un'opportunità oggi di entrare nelle priorità che l'Europa si darà sulle direttrici di trasporto"

Cioè ci sono i finanziamenti da prendere?

"Anche quelli, ma la cosa più importante è finire in una scaletta. Un'agenda europea di priorità. Comunque sia, le strategie sono appunto due."

Che partono dal dato che prima o poi il TAV dovrà essere fatto; che la linea storica non basterà...

"E' un dato acquisito, ci sono soltanto opinioni diverse sul periodo in cui arriveremo alla saturazione in rapporto alle politiche che verranno adottate"
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Punti fermi che del resto ci sono già...

"Ci sono tre capisaldi ineludibili. Mi pare che la cancellazione dell'uscita a Venaus del tunnel di base sia un fatto assodato anche se non se n'è mai discusso nell'Osservatorio. Così come mi pare assodato che il terminale torinese sia l'interporto di Orbassano. Così come la connessione di corso Marche è un fatto assodato. Così com'è ormai assodato che un tracciato possa essere messo in discussione e che non debba affidare il proprio rapporto con un territorio esclusivamente alle compensazioni. Invece il progetto deve essere in grado di portare valore aggiunto al territorio. Deve aiutare a migliorare ambiente e urbanistica. Se nella riunione del 13 ci sarà soprattutto la presa d'atto del lavoro fatto e se ne usciranno le indicazioni per il lavoro successivo, si sarà fatto un lavoro utile per continuare sulla base di questi punti fermi".

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