Torino, 24/06/2005

 

Egregio Sig. Direttore,

                                   Il Suo giornale ha riportato sul numero del 23 giugno (pag. 47, all’interno di un pezzo titolato “Torino-Lione, il governo tace”) alcune frasi virgolettate attribuite al Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, riguardo alla vicenda TAV e al passaggio della nuova linea attraverso la Valle di Susa. È comprensibile che le posizioni espresse da un sindaco o da altri personaggi istituzionalmente autorevoli vengano riferite dai grandi organi di comunicazione. Ciò che tuttavia colpisce in quegli interventi è l’assenza di argomentazioni documentate o anche solo di argomentazioni, a meno di voler considerare come tali banalità quali “la voglia di accettare la sfida per costruire il futuro”. Le manifestazioni di dissenso riguardo al TAV sono in compenso liquidate cercando di distruggere l’immagine di chi le esprime; via via: gruppuscoli antisociali, frange fuori della storia e nemiche del progresso, folle affette da particolarismo e localismo agitate da populisti irresponsabili, etc. Sarebbe ovviamente increscioso se le argomentazioni di merito nell’intervento davanti all’assemblea dell’AMMA fossero semplicemente state tralasciate nel resoconto giornalistico. Avendo però avuto modo, in più occasioni e da varie fonti, di leggere o ascoltare prese di posizione analoghe a quelle attribuite al Sindaco di Torino, abbiamo la sensazione che l’assenza di argomentazioni sia effettivamente una caratteristica generale e ricorrente.

A questo punto vorremmo permetterci, pregandoLa di pubblicarci, di esprimere noi delle argomentazioni. Non essendo questo un trattato, ma una semplice lettera, e non volendo, con la lunghezza, offrire un’ulteriore motivazione per relegarci nel silenzio, dobbiamo limitarci a pochi spunti di riflessione basati su fatti. Veniamo al merito.

1) Il tunnel ferroviario sotto la Manica rappresenta l’unico collegamento terrestre tra la Gran Bretagna e l’Europa continentale, cionondimeno si è trattato e si tratta di un disastroso fallimento economico: le azioni della società valgono oggi il 2% (due per cento) del valore iniziale. I collegamenti terrestri tra Italia e Francia (ancor più verso il resto d’Europa) sono numerosi, sia stradali sia ferroviari. A 300 km dalla Valle di Susa aprirà, con forte concorrenzialità, il tunnel del Gottardo. Perché il tunnel TAV tra Italia e Francia non dovrebbe essere anch’esso un clamoroso fallimento economico? Il fatto che costi e perdite siano e sarebbero tutti a carico del denaro pubblico cambia forse la situazione?

2) L’architettura societaria TAV, General Contractors, consorzi, subappaltatori, la logica dell’opera eccezionale, riducendo a poca cosa concorrenza e controlli, spingono a massimizzare i costi dell’opera.

3) Sulle medio-lunghe percorrenze il treno (ad alta velocità) non è al momento economicamente competitivo con l’aereo.

4) Il numero di passeggeri attuali e presumibilmente futuri sulla tratta Torino-Lione è irrisorio; quello Torino-Parigi è decisamente modesto.

5) Il trasferimento dei TIR, con le loro merci, dalla strada alla ferrovia da un lato del tunnel e poi di nuovo dalla ferrovia alla strada dall’altro è operazione altamente diseconomica perché:

a)       richiede infrastrutture estremamente ingombranti per consentire ai camion di salire e scendere sulle e dalle navette ferroviarie, ciascuno indipendentemente dagli altri;

b)       implica il trasporto, oltre al carico utile (merci), anche delle motrici;

c)       considerato il costo in termini di tempo e di denaro può essere ottenuto solo

                                 i.      proibendo il transito dei camion attraverso le Alpi (ha il governo – questo o un altro – intenzione di adottare una simile misura?)

                                ii.      accollando i costi aggiuntivi allo Stato, onde evitare una rivolta, ma aggravando così le passività dell’opera.

Se si vogliono spostare merci dalla strada alla ferrovia occorre che i contenitori siano messi sul treno all’origine (ad esempio nei porti olandesi, francesi o tedeschi) e scaricati nella destinazione finale. Quali provvedimenti si stanno prendendo perché ciò accada? L’Europa ha una politica in tal senso?

Non c’è spazio per scrivere di più ma ci pare che gli elementi citati indichino che il rapporto costi/benefici dell’opera sia pesantemente sfavorevole non solo riguardo alla realizzazione, ma anche e soprattutto alla successiva gestione. Il TAV, durante la realizzazione, serve essenzialmente a chi lo fa, ma non al paese, di cui aggrava i conti pubblici nell’immediato e nel lungo periodo.

Abbiamo deliberatamente evitato di citare i costi ambientali dell’opera. Non perché questi non ci siano, ma perché vengono spesso usati per sviare l’attenzione dagli aspetti trasportistici ed economici. Per altro colpisce che, mentre nel paese una grande attenzione si sta ponendo al risanamento di manufatti e aree inquinati da fibre di asbesto, analoghi problemi relativi all’attraversamento della Valle di Susa siano liquidati in poche battute. Va da sé poi che l’inutilità e dispendiosità del TAV attraverso la Val di Susa non possono che aggravare ed acuire i disagi socio-ambientali sprezzantemente bollati dal Sindaco come “localistici”. Qualche dubbio è lecito averlo su chi stia qui difendendo l’interesse generale e chi interessi particolari.

Vogliamo sperare, Sig. Direttore, in nome della correttezza e completezza dell’informazione, che vorrà pubblicare questa nostra, consentendo ai Suoi lettori di verificare che sul TAV c’è qualcosa di più e di diverso da esprimere di qualche slogan e tantissima retorica. Ci piacerebbe moltissimo poi che presidenti, sindaci, pubblici amministratori, intellettuali provassero a replicare nel merito, dati alla mano.

Distinti saluti

 

Claudio Cancelli                               

Dipartimento di Ingegneria Aeronautica e Spaziale, Politecnico di Torino

 

Luca Mercalli                                                                    

Presidente Società Meteorologica Italiana                 

 

Marco Revelli                                                     

Dipartimento POLIS, Università del Piemonte Orientale              

 

Giuseppe Sergi                                                 

Dipartimento di Storia, Università  di Torino              

 

Angelo Tartaglia                                

Dipartimento di Fisica, Politecnico di Torino