Il movimento No Tav querela la Bresso

 

La dura risposta alla presidente della Regione: “Non siamo fascisti”

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova dell’8/4/08 – pag. 3

 

Il fatto di essere definiti un po' frettolosamente "fascisti" dalla Bresso non è andato giù ai Comitati: mercoledì il pool di avvocati coordinati da Alessio Ariotto, raccoglierà le denunce individuali per inoltrare le rispettive querele per diffamazione. «C 'è una sentenza in cassazione che stabilisce che la parola "fascisti" è offensiva - commenta Perino - Ma in ogni caso non possiamo permettere che si usi una definizione del genere per un movimento che conta parecchia gente iscritta all'Anpi o che ha avuto direttamente un papà o un nonno che ha fatto la lotta di Liberazione».

 

Ma per i Comitati No Tav il "boicottaggio di fatto" della serata elettorale del Pd è stato un successo che è andato oltre ogni aspettativa. Quando è passata la linea del Comitato popolare e altri di andare a manifestare contro Chiamparino, la Bresso e Saitta e contro un convegno che avrebbe dovuto essere la prima comunicazione a favore del Tav fatta dal Pd in terra valsusina, nessuno sperava davvero di riuscire a fare saltare la serata. C'era chi avrebbe voluto non andarci proprio, a rompere le scatole al Pd (e a guardare i numeri di chi era presente giovedì sera forse non erano nemmeno pochi), e chi avrebbe voluto andare lì per fischiare e magari farci scappare un lancio di verdura e uova inconfessabile. Ma tutti pensavano che i big del Pd sarebbero entrati, magari a fatica ma sarebbero entrati, e avrebbero parlato. La via stretta, la mancanza di entrate dal retro, il nervosismo che via via è montato e anche lo scarso entusiasmo del Pd valsusino ha fatto poi decidere il dietrofront. E in strada è scattato l'applauso e si è rafforzata quella sensazione di invincibilità che ha iniziato a fare capolino dopo la rioccupazione dei prati di Venaus nei 2005.

 

A sentire i leader del movimento però il giorno dopo non si coglie una particolare euforia. «Non dovevamo dimostrare niente - dice Alberto Perino - Chiamparino, Bresso e Saitta hanno voluto fare una provocazione e noi siamo stati semplicemente costretti a rispondere. Ne avremmo fatto volentieri a meno. Non è vero che in valle di Susa non accettiamo le istituzioni: alla commemorazione dei caduti del Gravio oggi (ieri, ndr) c'erano l'assessore regionale Gianni Oliva e i gonfaloni di Provincia e Regione. E non è vero che non li abbiamo lasciati parlare. Volevamo solo che passassero dall'entrata principale e non dal retro, dal cortile privato che stava dietro l'auditorium. Invece hanno rinunciato a passare di fronte a noi e hanno annullato la serata».

 

Anche per Luigi Casel quella di giovedì sera è stata una "risposta necessaria". «Siamo stati obbligati a rispondere a una provocazione che non c'entrava nulla con la campagna elettorale del Pd. Il Partito democratico sta facendo in tutta serenità in valle la sua campagna elettorale, ma quella serata era una cosa diversa. E 'evidente che non potevamo non esserci: Chiamparino non vedeva l'ora di poter presentare una valle di Susa pacificata. Certo, la risposta è stata superiore alle attese. Bresso ci dà dei fascisti ma sono loro che hanno impedito a gente della valle di entrare. Volevamo entrare con una delegazione e assistere in silenzio con gli striscioni in sala. Nessuno era entusiasta di andarci ma se non ci fossimo andati sarebbe stato un vero disastro. Dovevamo dimostrare che il movimento della valle è ancora vivo e non è poi così una minoranza». Da giovedì sono cambiati i rapporti con il Pd di valle? « Molto dipenderà dall'atteggiamento che assumerà il Pd di valle. Se diventerà un partito Sì Tav certamente i rapporti non potranno essere gli stessi».

 

Per Lele Rizzo il boicottaggio della serata del Pd è la dimostrazione che dalla valle di Susa non si passa. «Dopo tutti questi anni il movimento conferma di sapersi mobilitare. Era importante dimostrare ancora una volta che siamo ancora forti. Se l'iniziativa del Pd era la prova per iniziare a tessere un dialogo democratico per spiegare alla valle come va fatto il Tav, il movimento ha dimostrato di essere in forma, creativo, puntuale e determinato. Ora non si può stare ulteriormente nell'ambiguità, o No Tav o Sì Tav, gli alleati li verificheremo per strada o forse sulle barricate».