Comune e Provincia di Torino: O.d.G. favorevoli al TAV ?

Pensiamo che ci potrà essere, a breve, un pronunciamento del Comune di Torino e della Provincia sulla questione TAV: pare infatti che siano in preparazione ordini del giorno sull'argomento.

L'impressione che abbiamo, da una prima bozza vista, e' che si trattera` di un testo tortuoso, che mira pero' sostanzialmente a:

Inframmezzate a questo filone di ragionamento si trovano, in una collocazione che certo non ne esalta la credibilita' (viste in particolare le richieste finali del documento), affermazioni quali:

Si arriva anche ad ammettere che oggi non vi e' ancora chiarezza ne' sui finanziamenti pubblici nazionali e comunitari, ne' sul possibile apporto dei privati.
LE RICHIESTE FINALI, fugando ogni dubbio, mirano ad impegnare i rappresentanti degli Enti Locali:

Il Comitato NO-TAV Torino, evidenziando a tutti il peso che potrebbe avere un simile pronunciamento, si propone di seguire la discussione intorno a questo ODG, interloquendo con i Consiglieri ed anche assistendo alla seduta che lo esaminera'. Si impegna inoltre a tenere tempestivamente informati nel merito gli altri comitati, le associazioni e le rappresentanze dei cittadini di Torino, della Valsusa e dei comuni della fascia nord-ovest interessati.


Testo della e-mail inviata ai gruppi consiliari di Comune e Provincia di Torino

Ai sig. Consiglieri del Comune e della Provincia di Torino

OGGETTO: futuri pronunciamenti dei Consigli comunale e provinciale su Alta Velocità e capacità ferroviaria

Egregio Consigliere,

nell'attesa di futuri pronunciamenti dei Consigli comunale e provinciale sulla questione della tratta ferroviaria ad Alta Velocità e Capacità Torino-Lione noi, cittadini ed associazioni aderenti al Comitato NO-TAV Torino che si oppone alla realizzazione dell'opera, sentiamo il dovere di evidenziarLe alcuni dati di fatto che, riteniamo, non dovrebbero essere trascurati nelle valutazioni di merito.

1. Le popolazioni dei territori interessati dal tracciato sono, per ragioni socio-ambientali, contrarie all'opera: lo testimoniano manifestazioni e posizioni espresse nel corso di oltre dieci anni e delibere formali approvate dalla Comunità montana Bassa Valle Susa, da tutti i 25 Comuni che la compongono, nonché dai Comuni della fascia a nord-ovest di Torino.

2. Mentre è evidente ed ovvio l'interesse degli imprenditori che mirano ai profitti legati alla costruzione della tratta, nel generale interesse dei cittadini risulta troppo grande lo scarto tra i vaghi benefici attesi (genericamente riposti in una maggiore competitività territoriale che deriverebbe dalla presenza di grosse infrastrutture di trasporto) e gli enormi costi economici e socio-ambientali di una delle più pesanti costruzioni dell'uomo sul pianeta.

3. Non è chiaramente definita la disponibilità degli ingentissimi finanziamenti necessari alla realizzazione: non vi sono investitori privati e, pur se inquadrati in un regime speciale di prestiti bancari garantiti dal Tesoro, gli investimenti sarebbero di fatto solo pubblici. Nel valutare l'entità delle somme che occorrerebbe impiegare, riferibili ad un primo preventivo di circa 10 Miliardi di Euro (20.000 Miliardi di Lire), non si può non considerare che nell'esperienza delle tratte italiane di AV già in costruzione i costi attualizzati sono già piú che quadrupli di quelli stimati inizialmente: da 9,2 Miliardi di Euro (18.400 Miliardi di Lire) a ben 38,1 Miliardi di Euro (76.200 Miliardi di Lire). Si calcola poi che, in dipendenza dal particolare regime finanziario, ogni anno dal 2005 al 2025 occorrerebbe che lo Stato restituisse alle banche cifre dell'ordine di 3 Miliardi di Euro (5.500-6.000 Miliardi di Lire): un onere pesantissimo che comprometterebbe molti altri investimenti pubblici per 20 anni!

4. In un periodo di profonda crisi produttiva ed occupazionale per Torino non va sottovalutata la responsabilità di indirizzare la quasi totalità del denaro pubblico disponibile ad un'opera di incerta utilità per i cittadini e traguardata a 15-20 anni, invece di utilizzarlo per promuovere settori economici potenzialmente trainanti, capaci di offrire nel breve-medio periodo occasioni di lavoro stabile e dignitoso, tali da consentire alle giovani generazioni un progetto di vita affidabile.

5. Le dimensioni dell'opera, i capitali in gioco, il regime speciale di regolazione degli appalti (l'impresa "General Contractor" può assegnare gli appalti anche senza effettuare gare) aprono uno scenario in cui risulterebbero molto alti i rischi legati per un verso a possibili pratiche corruttive ed infiltrazioni malavitose, per altro verso alle condizioni di sicurezza del lavoro nei cantieri.

6. I comitati e le associazioni dei cittadini interessati alla tratta Torino-Lione hanno recentemente rivolto una petizione alla Commissione Europea Trasporti sollevando, tra l'altro, interrogativi circa la legittimità sia delle limitazioni alla sovranità degli Enti Locali derivanti dalla "Legge obiettivo", sia dei "regimi speciali" previsti per l'opera, domandando se invece tutto il processo non debba sottostare in ogni caso alle procedure di appalto europeo ed ai successivi controlli comunitari.

7. Autorevoli studi, tra cui quello della Società di Ingegneria dei trasporti Polinomia di Milano, dimostrano che l'infrastruttura indurrebbe lo spostamento di un misero 1% del trasporto merci da gomma a ferrovia e che non sarebbero affatto raggiungibili i 40 milioni di tonnellate di merci all'anno su TAC necessari a rendere l'esercizio in pareggio economico: la previsione da fare è dunque che il futuro esercizio dell'opera produca costantemente un ulteriore contributo di deficit per i bilanci pubblici.

Tutto ciò considerato,
- e ritenendo che i prevedibili bisogni futuri di trasporto merci e passeggeri dell'area torinese potrebbero essere adeguatamente soddisfatti proseguendo in interventi quali il passante cittadino, il Servizio Ferroviario Metropolitano e l'ammodernamento ed il potenziamento delle linee esistenti;

gli aderenti al Comitato NO-TAV Torino La invitano ad operare per il rinvio del pronunciamento dopo un attento riesame della questione in oggetto, analogo a quello attualmente in corso fra i governanti francesi, ed a promuovere un pubblico confronto, che veda la partecipazione diretta dei cittadini dell'area metropolitana torinese, sulle implicazioni socio-ambientali ed economiche dell'opera nel quadro di un progetto complessivo di mobilità sostenibile.

Torino, 30 Gennaio 2003

Per il Comitato NO-TAV Torino
(Paolo Mattone)