Il peso No Tav sugli equilibri delle due valli

Ad una settimana dal voto inizia la conta in vista della grande Comunità montana

 

di Marco Giavelli da Luna Nuova del 16/6/09 – pag. 3

 

Quella di "contarsi", di vede­re quanti consiglieri comunali era in grado di portare in dote il movi­mento No Tav, è stata una scelta co­raggiosa che alla fine ha dato i suoi frutti. Guardando la nuova mappa geopolitica di alta e bassa valle di Susa, i No Tav possono contare potenzialmente su 50 nuovi consi­glieri comunali eletti sulla base di programmi che, accanto al fermo no all'alta velocità e all'Osserva­torio, hanno come principi-base la salvaguardia del territorio, un modello di sviluppo eco-sostenibile e la cosiddetta "democrazia partecipata”.

 

Obiezione numero uno: ma non erano 87, e quindi di più, i consiglieri comunali che avevano firmato il primo ap­pello per uscire dall'Osservatorio? Vero. Non per niente quello era stato ribattezzato proprio come "il gruppo degli 87". E se vogliamo dirla tutta, con l'avvio della fase 3 del tavolo tecnico di Mario Virano il numero era pure lievitato. Chi per convinzione, chi per tenere in piedi maggioranze sull'orlo della crisi, chi come abile mossa tattica in vista delle elezioni, fatto sta che a marzo il numero di consiglieri e di comuni le cui maggioranze si erano schierate per un no al Tav senza Osservatorio e senza tavoli considerati alla stregua della "va­selina" era ulteriormente cresciuto. Pensiamo ad Avigliana, Mompantero, Vaie e Villarfocchiardo, per citare i casi più illustri.

 

E adesso? Il calcolo si fa quanto mai complicato. Se ci limitiamo a sommare i consiglieri eletti nelle 12 liste civiche che fanno capo al coordinamento nato all'ombra del movimento No Tav, il conto si fer­ma appunto a quota 50, ma in realtà sono molti di più e probabilmente raggiungono il centinaio. Due i co­muni vinti: Sant'Ambrogio e San Didero, per un totale di 20 consi­glieri di maggioranza compresi due sindaci, Darlo Fracchia e Loredana Bellone. Un tandem che, se tanto ci da tanto, diventerà l'asse portante dell'opposizione alla Torino-Lione nella futura conferenza dei sindaci della nuova Comunità montana valli di Susa e Sangone.

 

Accanto a loro ci sono tutte quel le minoranze consiliari che a conti fatti non solo non hanno minato la vittoria del "centrosinistra tradizio­nale", ma hanno addirittura soffiato uno o più seggi agli sconfitti del centrodestra: vedi Caprie, San­t'Antonino, Bruzolo e Bussoleno, dove non dimentichiamo che Luigi Casel ha perso per soli quattro voti. Poi ci sono quei comuni le cui minoranze saranno rappresentate unicamente dalle liste del coor­dinamento: Villardora, Villarfocchiardo, San Glorio, Chianocco e Venaus. A Condove, ora in mano al centrodestra, quella di Alberto Veggio sarà invece la minoranza più forte, con tre seggi conquistati sui cinque a disposizione.

 

Ma in quasi tutti i comuni i No Tav avranno comunque dei loro uomini di fiducia pronti a fare da sponda alle rivendicazioni del movimento: pensiamo a Caselette (la maggioranza del riconfermato sindaco Sandro Dogliotti si era espressa più volte contro Tav e Osservatorio), Avigliana (con gli Indipendenti Marceca e Tavan), Chiusa S.Michele (con il gruppo di Michele Salafia), Vaie (con la forte componente No Tav entrata nella maggioranza e nella giunta di Lionello Gioberto), Mattie (il nuovo sindaco Paolo Catalano ha con sé un nutrita pattuglia di consiglieri No Tav) e Mompantero (la maggioranza di Piera Favro ha assunto in primavera una linea anti-Osservatorio).

 

Ma al di là di tutte le spaccature degli ultimi due anni, non si può dimenticare che anche i sindaci di centrosinistra, pur restando fa­vorevoli all'Os­servatorio, sono stati comunque eletti sulla base di programmi contrari alla Torino-Lione. Persino nella tradizionalmente ostica alta valle, i No Tav sono riusciti a mantenere alcuni aggan­ci: a Meana con il neo consigliere di minoranza Leonardo Capella, a Gravere, dove c'è l'assessore Franco Siro, a Giaglione (la mag­gioranza del nuovo sindaco Ezio Paini più la minoranza di Barbara Bernardini), a Chiomonte (i tre consiglieri conquistati dalla lista di Emilia Paciolla) e ad Exilles (due in minoranza con Laura Milani).

 

E ad Almese, che linea terrà la minoranza di Giorgio Blandino? E a Villarfocchiardo? Il rientrante Emilio Chiaberto proseguirà sulla "linea movimentista" di questi ulti­mi anni? Che dire poi della sorpresa di Oulx, visto che il movimento No Tav ha accolto con il sorriso la vittoria del nuovo sindaco Paolo De Marchis? Tutti interrogativi che restano sul tappeto e a cui saranno i fatti a rispondere, anche perché all'orizzonte non ci sono ancora né delibere, né particolari scadenze che implichino una presa di posizione da parte dei nuovi consigli comunali.

 

Intanto lo stesso De Marchis si affretta a pun-tualizzare: «Non nego che nella nostra lista ci fossero persone vicine al movimento No Tav, ma e 'erano anche candidati favorevoli alla Torino-Lione. Per noi questo è un discorso che va al di là del programma con cui siamo stati eletti. Non per niente abbiamo sempre cercato di sfuggire a qualsiasi strumentalizzazio­ne. A Oulx il problema non è essere Sì Tav o No Tav: per noi è importante dare al paese uno sviluppo diverso del territorio, collegato alla qualità della vita sia per i residenti che per i turisti. Se a Oulx c'è stata una svolta, questa riguarderà sicuramente il diverso modo di amministrare che la nuova mag­gioranza avrà rispetto a quella precedente».

 

Anche Paolo Catalano, neo sindaco di Mattie, precisa là linea della sua nuova maggioranza: «In questi mesi abbiamo parte­cipato sia alle riunioni del coordinamen­to delle liste civiche, sia ad altre che riunivano livelli più istituzionali. Abbiamo ragionato con tutti e su tutto. In questa fase la nostra posizione sul Tav è con­traria. Per noi vale ciò che ha detto l'Osservatorio: i problemi sono i due nodi e la mancanza di politiche trasportistiche per il trasferimento delle merci da gomma a rotaia. Ma nel momento in cui questi due problemi vengono superati, siamo disponibili a ragionare su tutto».

 

Non è dunque azzardato sostenere che i risul­tati dei No Tav sono andati ben al di là delle loro stesse previsio­ni, e dei pronostici di quanti avevano giudicato come una scelta miope quella di correre con proprie liste autonome, senza nemmeno tentare la riappacificazione con i vecchi sindaci di centrosinistra. In tutto questo, erano in molti a vederci un implicito doppio rischio: favorire la riscossa del centrodestra e prestarsi al gio­chetto dei "big" della politica e dei grandi giornali, che il giorno dopo le elezioni sarebbero stati pronti a strombazzare la sconfitta dei No Tav basandosi unicamente su una cieca lettura dei risultati delle liste civiche del coordinamento. Invece così non è stato.

 

La presenza No Tav non esce affatto indebolita, anzi. A breve inizieranno i primi ragionamenti in ottica Comunità montana, dove la folta schiera di consiglieri anti­treno potrebbe anche avere un proprio candidato alla presidenza. Ma è ancora presto per parlarne: «Malcontati, siamo un centinaio abbondante su tutte e tre le valli - commenta Luigi Casel, neo con­sigliere di minoranza a Bussoleno - un risultato molto positivo che conferma il radicamento dell'op­posizione al Tav, specie in bassa valle, e l'atten­zione della gen­te su determinati temi. In vista della Comunità montana, credo che saremmo anche in grado di presentarci da soli con un nostro candidato alla presidenza, ma non abbiamo preclusioni di nessun tipo a con­ dividere accordi programmatici, non certo politici, sui temi che ci interessano di più: acqua, Tav e una ripresa della valle legata ad agricoltura, turismo, energie rinnovabili, forestazione. Nei prossimi giorni ci riuniremo come coordinamento e inizieremo a discutere anche di questo».