Tav, i sindaci a Bruxelles

 

Se l’Europa dà i soldi per il tunnel di base stare nell’Osservatorio non avrà più nessun senso

 

di Massimiliano Borgia, da Luna Nuova del 5/10/07 – pag. 3

 

Muso duro ieri dei sindaci di bassa valle e cintura all'Unio­ne europea: se sarà concesso il finanziamento comunitario alla tratta internazio­nale Torino-Lione metteranno in discussione la partecipazione all'Osservatorio e il dialogo con il governo. Dopo la consegna a Strasburgo delle oltre 31 mila firme con il documento che nega anche l'Os­servatorio, raccolte dai Comitati, era attesa l'iniziativa dei sindaci guidati da Antonio Ferrentino. E ieri, proprio una delegazione gui­data dal portavoce del la bassa valle è stata ricevuta da Jan Brinkhost, coordinatore europeo per il Cor­ridoio 5.

 

L'incontro è stato organizzato dall'europarlamentare verde Mo­nica Frassoni a Bruxelles, negl i uf­fici della Divisione trasporti della Commissione europea. Per poco meno di un'ora e mezza si sono confrontati un Brinkhost con una vistosa ingessatura a una gamba per una frattura che si è procurato in montagna e la delegazione con Ferrentino, Amalia Neirotti, in rappresentanza dei sindaci della cintura sud, Andrea De Bernardi, tecnico dell'Osservatorio che rappresenta la bassa valle, e Maria Sorbo, anche lei tecnico dell'Os­servatorio in rappresentanza dei comuni della gronda nord, più Monica Frassoni.

 

La delegazione ha presentato il documento dei sindaci già conse­gnato a Palazzo Chigi, le delibere dei consigli comunali votate in estate e un documento di De Ber­nardi. Anche il fronte istituzionale ha dunque pigiato sul tasto dei finanziamenti del 30 per cento sulla tratta internazionale che l'Ue si appresta a concedere per la Torino-Lione. Proprio in questi giorni Bruxelles sta esaminando il dossier italiano: una decisione non si avrà prima di dicembre. «Se fosse concesso il finanziamento per scavare il tunnel di base - è andato al sodo Ferrentino - sarebbe per noi un atto grave, non mediabile. Per i sindaci sarebbe un'accele­razione inaccettabile perché si avallerebbe la tesi sbagliata che vuole la priorità d'intervento spostata al tunnel di base. Proprio mentre dall’'Osservatorio escono conclusioni opposte. Se il finanziamento europeo fosse concesso per potenziare il nodo di Torino non avremmo nulla da dire. I lavori dell'Osservatorio stanno indicando nella tratta vicina a Torino quella dove è necessario intervenire da subito. Finanziare il tunnel di base vorrebbe dire invece che quanto si sta dicendo in Osservatorio non vale nulla. E allora che ci stiamo a fare?». La delegazione ha dunque chiesto a Brinkhost di tenere conto delle conclusioni a cui arriverà l'Osservatorio e di fare presente al commissario ai trasporti, Jacques Barrot, le posizioni dei sindaci.

 

Il coordinatore europeo ha cer­cato di sondare la possibile mal­leabilità dei sindaci di fronte a un finanziamento che sembra avere già un avallo politico. «Se l'Unione concedesse il finanziamento solo per carotaggi e studi dì approfon­dimento, senza finanziare esplici­tamente il cantiere?», ha chiesto Brinkhost. «Non se ne parla - ha risposto Ferrentino - In valle di Susa non sarebbe possibile fare nessun carotaggio, nessun cantie­re anche solo per sondaggi».

 

«Anche i comuni della gronda condividono l'idea che l'Osser­vatorio debba andare avanti nei suoi lavori e che le decisioni prese nell 'Osservatorio debbano essere accettate - ha aggiunto Amalia Neirotti - Se arrivasse un progetto definitivo dal governo sul tracciato con i finanziamenti dall 'Unione, significherebbe annullare un per­corso che tra l'altro ha bisogno di tempo ed è ancora molto com­plesso».

 

La delegazione ha anche insisti­to sul fatto che non c'è preclusione al potenziamento della ferrovia e allo spostamento delle merci da gomma a ferro. «Su questo siamo tutti d'accordo - è stato detto -per­ché allora il governo italiano non attua subito politiche per potenzia­re il trasporto su ferrovia? Perché non si aumenta da subito il traffico a disposizione dei pendolari? ».

 

Brinkhost non si è sbilanciato ma ha fatto capire che sia il viag­gio dei comitati che l'incontro di ieri hanno mostrato all'Unione un aspetto che potrebbe pesare: è evidente anche a Bruxelles che al progetto Torino-Lione manca la condivisione dei territori. Ma il coordinatore ha anche detto che «la decisione spetta al governo italia­no. E il governo italiano che deve decidere quale linea adottare».

 

Una considerazione che vale an­che per l'annunciata presentazione da parte di Di Pietro del progetto esecutivo della tratta interna­zionale preparato da Rfi. «Se ci trovassimo di fronte a un progetto definitivo presentato dal governo sarebbe la morte dell 'Osservato­rio», ha concluso Ferrentino.