Dal Programma di Governo dell’Unione (Marzo 2006):

 

 

PER IL BENE DELL’ITALIA

 

Programma di Governo 2006-2011

 

 

 

Estratto a cura del Comitato NO-TAV Torino

versione completa (1.52MB) su:  http://www.unioneweb.it/wp-content/uploads/documents/programma_def_unione.pdf)

 


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Una politica dei trasporti sostenibile

 

Uno dei gravi limiti dello sviluppo italiano è costituito dalla debolezza delle infrastrutture viarie e della logistica.
I cittadini e le imprese italiani si confrontano con una rete infrastrutturale satura, inadeguata e pesantemente sbilanciata a favore del trasporto su gomma, con servizi insufficienti a soddisfare le esigenze di mobilità delle persone e delle merci.


Questo scenario sta producendo effetti drammatici, come un drammatico numero di morti per incidenti stradali, e gravi disfunzioni sotto vari profili: costi del trasporto, impatto ambientale, consumi energetici ed emissioni di gas serra, sicurezza e vivibilità nelle aree urbane e metropolitane, dove si sviluppa quasi il 70% degli spostamenti di tutto il territorio nazionale.

Con il governo di centrodestra la situazione è ulteriormente peggiorata. Il trasporto pubblico è stato indebolito e la Legge Obiettivo per la realizzazione delle grandi opere, sulle quali si sono concentrate le risorse pubbliche, si è rivelata un fallimento. Si è inoltre abbandonata ogni corretta forma di pro ­grammazione delle opere coerente con il "Piano generale dei tra ­sporti e logistica" e di relazione con gli enti locali.


L’unione si impegna a individuare, sulla base delle risorse finanziarie disponibili, gli interventi infrastrutturali da realizzare prioritariamente, in coerenza con il "Piano generale dei trasporti", con il coinvolgimento attivo degli enti territoriali.

L’individuazione delle priorità infrastrutturali deve a sua volta avvenire alla luce delle risultanze della valutazione ambientale strategica (VAS), dell’esame del rapporto costo-beneficio di ogni intervento e delle sua coerenza con gli obiettivi generali e di sistema da perseguire, a partire dal riequilibrio modale.


A tal fine, proponiamo di modificare profondamente la "legge obiettivo", per rafforzare il ruolo degli enti territoriali, per rendere generalizzato e inderogabile il ricorso alla valutazione di impatto ambientale, per potenziare le capacità di controllo, monitoraggio e di vigilanza complessiva sul ruolo e sull’operato dell’istituto del "General contractor", cioè della figura introdotta dalla "legge obiettivo" come esecutore generale dell'opera.


In generale, proponiamo di riordinare la legislazione sui lavori pubblici in un unico corpo normativo, che recepisca le direttive comunitarie e assicuri una disciplina omogenea delle leggi regionali. Obiettivi fondamentali sono per noi: la centralità e la qualità del progetto, la trasparenza delle procedure, il rispetto della legalità, la leale concorrenza e l’accelerazione dei tempi di realizzazione dei lavori. In questo contesto, la consultazione, la partecipazione e l'informazione a livello locale verranno garantite anche attraverso il finanziamento del programma Agenda 21.


Con riferimento alle infrastrutture dei trasporti - ferma restando la necessità di migliorare la qualità, l’efficienza e la sicurezza delle infrastrutture esistenti – indichiamo alcune priorità.


In primo luogo l'investimento sulle aree portuali e retroportuali nel rispetto dei massimi livelli di sicurezza, nel qua­dro del più generale investimento sulle autostrade del mare, per l'assorbimento del nuovo flusso di traffici dall’Asia verso il Mediterraneo. C'è oggi una ragione in più per dare priorità alle infrastrutture portuali del Mezzogiorno: farne l’avamposto nazionale della nuova logistica che viene dall’Oriente. Le autostrade del mare e l’integrazione dei porti con le reti ferroviarie meridionali e il loro potenziamento sono i nostri obiettivi più urgenti. I nuovi flussi dei traffici richiedono più che in passato l’unità del Paese anche nelle infrastrutture.


Altra priorità è l’integrazione con le grandi reti europee, attraverso specifici interventi idonei a:

 

-distinguere dove necessitino opere nuove oppure occorrano ristrutturazioni dell’esistente;


-valorizzare il coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni dei territori interessati dagli interventi di infrastrutturazione, in sede di valutazione della compatibilità ambientale delle opere e dell'impatto socio-economico sulle popolazioni;


-dare priorità alle direttrici già vicine alla saturazione dei traffici, come ad esempio quelle verso il Gottardo e il Brennero;


-avvantaggiare la ferrovia nella ripartizione modale;

 

-integrare le reti di trasporto europeo con gli aeroporti, in primo luogo con gli aeroporti di Fiumicino e Malpensa;


-nei punti di incrocio delle reti di trasporto europee, rea­lizzare interporti di rango europeo per l’integrazione modale della logistica. Dalla capacità di offrire servizi concorrenziali di magazzinaggio e prima trasformazione delle merci, deriveranno anche migliori condizioni per l’insediamento produttivo.


Prioritario è anche il rifinanziamento degli incentivi per l’intermodalità e il sostegno alle attività delle imprese armatoriali finalizzate allo sviluppo del sistema intermodale.

 

Sarà poi importante lo sviluppo delle reti metropolitane, decisive per la competitività dei nostri sistemi urbani.


Centrali nel programma dell’unione sono gli interventi e gli investimenti per le città per il potenziamento del trasporto pubblico locale collettivo. In particolare per le città proponiamo di:


-migliorare la mobilità urbana attraverso investimenti mirati a potenziare l’offerta di trasporto pubblico locale, estendendo le reti tranviarie e metropolitane, ammodernando il trasporto pubblico con vetture meno inquinanti ed esten ­dendo le piste ciclabili, le corsie protette, le zone a traffico limitato e quelle pedonalizzate;


-dare adeguata risposta alle esigenze dei pendolari rafforzando il trasporto ferroviario metropolitano e regionale, accelerando gli investimenti sui nodi, incrementando e ammodernando i treni e prevedendo un’efficace azione di indirizzo e coordinamento, d’intesa con gli enti locali, delle scelte di riconversione delle tracce liberate dall’entrata in funzione dell’alta velocità;


-regolare e finanziare i "Piani urbani delle mobilità" da attuare da parte delle amministrazioni locali;

 

-sostenere la riorganizzazione del trasporto merci all’interno delle aree urbane

 

Con riferimento al settore delle ferrovie, proponiamo di proseguire lungo il solco tracciato dai governi di centrosinistra nell'adozione dello standard di Alta Capacità della rete, come strumento di potenziamento del trasporto di persone e di merci e dunque di alleggerimento del traffico strada­le. Proponiamo inoltre l'adozione di un programma pluriennale di investimento sul materiale rotabile, che possa diventare anche un’occasione per il rilancio di ciò che rimane del settore industriale di riferimento.


Fondamentale è un quadro organico di misure e risorse destina ­te a garantire la sicurezza nei trasporti. Noi crediamo oppor­tuno investire in nuovi impianti e tecnologie di controllo sulla rete ferroviaria, stradale e per il trasporto aereo e marittimo. In particolare, crediamo nella necessità di rilanciare gli investimenti in materia di sicurezza stradale e di promuovere nuove politiche per lo sviluppo di una "cultura della sicurezza stradale", soprattutto presso i giovani.

 

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Infine, riguardo al ponte sullo Stretto di Messina, proponia ­mo di sospendere l’iter procedurale in atto per realizzare le priorità infrastrutturali nel Mezzogiorno (sistema autostra ­dale e ferroviario, Salerno-Reggio Calabria-Palermo, reti idriche, Statale Ionica, porti e cabotaggio).