La Corte dei Conti lancia l'allarme "In Italia corruzione patologica"

La denuncia della magistratura contabile: sotto accusa la sanità. "Intercettazioni sono essenziali"

 

da La Stampa del 22/02/2011 - http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/390152/


Corruzione dilagante e strumenti "spuntati" per combatterla: la Corte dei Conti lancia l’ennesimo allarme su questo malcostume che nasce dalla "mala-gestione" della cosa pubblica e mette in guardia dal rischio che strumenti importanti come le intercettazioni vengano depotenziati. Ma anche il processo breve («non costituisca un ulteriore ostacolo alla lotta contro la corruzione») potrebbe avere un effetto deleterio.


L’opposizione ne approfitta per mettere sotto accusa il Governo e le sue intenzioni in tema di giustizia. Occasione per lanciare l’appello è stata l’apertura dell’anno giudiziario della magistratura contabile alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano e, tra gli altri, del ministro della Giustizia Angelino Alfano. La corruzione e la frode, soprattutto nel settore dei contributi nazionali e dell’Ue, sono «patologie» che «continuano ad affliggere la Pubblica amministrazione» e i cui dati «non consentono ottimismi», ha sottolineato il procuratore generale, Mario Ristuccia nel suo intervento.


E i dati lo dimostrano: nel 2010 dalle forze dell’ordine sono stati segnalati 237 casi di corruzione (+30,22% rispetto al 2009), 137 di concussione (-14,91%), 1090 di abuso di ufficio (-4,89%). In calo, però, le persone denunciate nel 2010: 709 per corruzione (-1,39% rispetto al 2009), 183 per concussione (-18,67%) e 2.290 per abuso di ufficio (-19,99%). Una situazione che ha portato in appello, sempre nel 2010, a condanne per danni da reato contro la Pubblica amministrazione per 90 agenti pubblici, un importo complessivo di 32 milioni 199 mila euro per danni patrimoniali e 4 milioni 731 mila per danni all’immagine. In questa situazione - aggiunge Ristuccia - non appare «indirizzato a una vera e propria lotta alla corruzione il disegno di legge governativo sulle intercettazioni». Anche perché le intercettazioni sono «uno dei più importanti strumenti investigativi utilizzabili».


C’è inoltre - denuncia sempre il Pg - una «compressione delle potenzialità di giurisdizione contabile». Una compressione che riguarda «l’effettivo recupero del danno subito dal pubblico erario, sia in termini di iniziativa di indagine del pm, sia in termini di danno perseguibile». Ma il problema deriva anche da una serie di scelte legislative del passato e tra queste la legge Cirielli del 2005 che, che nell’aver dimezzato i termini di prescrizione per il reato di corruzione da 15 a 7 anni e mezzo, ha avuto come risultato che «molti dei relativi processi si estingueranno poco prima della sentenza finale». Tutto questo mentre alcuni settori, e la Corte dei Conti indica innanzitutto la sanità, soffrono particolarmente. La sanità - ad esempio - è un settore «nel quale si intrecciano con sorprendente facilità veri e propri episodi di malaffare con aspetti di cattive gestioni». E mentre il tema delle intercettazioni torna di stretta attualità l’opposizione prende la palla al balzo per criticare le intenzioni dell’esecutivo.


Massimo D’Alema che sulla corruzione nella pubblica amministrazione afferma: «Emerge il carattere esclusivamente propagandistico di certe riforme della pubblica amministrazione fatta dal ministro Brunetta ed anche la responsabilità di chi, anziché combattere questi fenomeni, li ha magari protetti alimentando varie cricche». Replica il portavoce di Renato Brunetta: «sorprende che un uomo un tempo intelligente e ora alla guida di un organismo parlamentare così delicato si lasci andare ad affermazioni superficiali e offensive, che qualificano solo chi le pronuncia».